giovedì 11 dicembre 2008

Vendute - (Z. Muhsen)

Non ricordo chi me lo ha segnalato questo libro, però devo ringraziarlo . E' un libro scritto nel 1991 e non è un romanzo, ma è una storia vera, dura. Paradossalmente , proprio oggi 03/08/2008, sul Corriere della Sera , leggevo questo titolo :"Riad, banditi cani e gatti (Servono a fare amicizia)". In pratica la polizia religiosa saudita , la mutawwa, ha deciso questo divieto in quanto gli uomini usano cani e gatti per far colpo sulle donne. La Mutawwa, cioè il braccio della Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio, si accerta che nelle città saudite, vengano rispettate le regole islamiche. Per esempio che due single non si parlino, altrimenti scattano l'arresto o le frustate. Che discoteche e cinema restino chiusi e che uomini e donne siano separati sia a scuola che al lavoro. I centri commerciali sono off limits per i ragazzi, altrimenti ci potrebbe essere il pericolo di qualche flirt.
Ho scritto la data del giornale, perché invece il libro è stato scritto nel 1991 anche se la storia ebbe inizio nel 1980 e molte cose non sembrano essere cambiate. L'articolo sul Corriere poteva essere stato scritto nel 1980 e nessuno se ne sarebbe accorto.
Il libro è molto duro, mette alla prova la resistenza di chi legge, perché , soprattutto, mette alla prova la nostra conoscenza sulla stato di diritto delle donne.
Comincia tutto nell'estate del 1980, quando Zana , sospinta dal padre yemenita, decide di trascorrere sei settimane nello Yemen, paese natale del padre. Prima va lei, poi la raggiungerà la sorella di due anni più piccola, Nadia.Lei 16 e la sorellina 14 anni. Un amico del padre farà da custode a Zana, ma il realtà sarà il suo futuro padrone.
La notte prima di partire Zana era molto irrequieta, sembrava che tutta la voglia che avesse di partire fosse venuta meno. Infatti la sua domanda alla mamma prima di partire fu questa :" Mamma, se non mi trovo bene, posso tornare indietro?". La mamma la rassicurò e le chiese quale era il motivo di tanta apprensione, anche perché nei giorni precedenti era sembrata entusiasta di questo viaggio.
Comunque fu accompagnata Abdul Khada, un uomo di 45 anni amico del padre. Un'aria molto imponente e una sicurezza di se stesso da far paura. Con lui c'era anche il figlio.
Il volo è interminabile, di mezzo c'è uno scalo in Siria e qui Zana comincia a non sapersi spiegare il motivo per cui non era rimasta a Sparkbrook in Inghilterra. Chiede un bagno e si ritrova in una stanza piena di gente e con tanti buchi per terra e escrementi ovunque. Scappa via disgustata ma ancora non mette a fuoco la situazione. Ma d'altronde come potrebbe, è soltanto una ragazzina.
Dopo aver aspettato ore , arriva il loro aereo e dopo due ore sono a Sanaa, denominata il "tetto d'Arabia". Ma il viaggio non era ancora terminato, infatti per arrivare al villaggio, bisognava prendere prima un taxi, fermarsi la notte e poi con un fuoristrada arrivare al villaggio, cioè a Taez.
In tutto questo bisogna mettere in conto lo stato d'animo di Zana, che crollava sempre di più.
Ma come si sa, le sorprese non finiscono mai. Il villaggio di Taez, non ha nulla che possa ricondurlo ad un villaggio in riva al mare, ma soprattutto non ha nulla che lo cataloghi nei luoghi cosiddetti "civili". Per Zana l'incubo è cominciato da quando l'aereo ha lasciato l'Inghilterra e ora sta prendendo forma.
Le viene data una stanza con un piccolo televisore a batterie, pavimento in linoleum, cinque piccole finestre, una lampada a olio e una rete con un materasso. Tutta la casa è costruita con pietra e sterco di vacca essiccato.
Prima le viene presentata la famiglia, che è comunque tutta succube di Abdul Khada. Anche i suoi genitori, la madre Saeeda e il padre Saala Saef, ormai cieco. Poi arriva la moglie , Ward, con cui Zana avrà sempre un rapporto conflittuale, in quanto dalla stessa veniva definita " la puttana bianca". Poi arriva Bakela, sua nuora e le due nipotine Shiffa e Tamanay. Purtroppo per Zana manca ancora un componente della famiglia, cioè il figlio maschio minore, che le verrà presentato successivamente.
La primitività del luogo, è ancora caratterizzata dal bagno, talmente basso che ci si può entrare soltanto ripiegati su se stessi e con il buco per i bisogni. Quanto è lontana la sua casa , quanto è lontana la sua mamma.
In seguito scoprirà che ancora più primitivo è il comportamento a cui vengono sottoposte le donne, già dalla loro nascita.
I primi giorni, vanno avanti con fatica, ma vanno avanti. Zana è impaziente di incontrare suo fratello e sua sorella che si trovano ormai da molti anni nello Yemen, dopo che il padre , quando avevano pochi anni di vita, decise di mandare dai nonni e da allora non hanno più fatto ritorno a casa. "Per il loro bene", queste furono le parole del padre e la mamma fino ad allora aveva lottato inutilmente.
Ed ecco arrivare l'ultimo componente della famiglia, cioè Abdullah, un ragazzo di 14 anni e di aspetto alquanto gracile.
Dopo un paio di giorni di convenevoli, ecco arrivare la frase che cambierà per sempre la vita di Zana " Abdullah è tuo marito". Zana cerca di capire bene cosa abbia detto Abdul, chiede se è uno scherzo, ma dal tono di risposta capisce che è tutto vero.
Cerca aiuto nel fratello maggiore di Abdullah, Mohammed, ma anche lui conferma questa storia e le dice che anche suo padre è d'accordo e che loro hanno i documenti del suo matrimonio e quello di sua sorella Nadia. E si anche Nadia è dentro questo incubo.
E qui mi interrompo, perché sarebbe inopportuno da parte mia continuare nella narrazione, perché è da questo momento in poi che si ha nozione della vera situazione delle donne , di come vengono trattate, di come vengano annullate nella loro esistenza. Zana , con una mentalità abituata a ben altro, lotterà contro tutto questo, anche a rischio della propria vita.
La prefazione di questo libro, è stata affidata a Betty Mahmoody, autrice del libro "Mai senza mia figlia", che narra la sua storia di detenuta in terra iraniana, solo per aver sposato un iraniano e aver acquisito , sia lei che sua figlia, la cittadinanza iraniana. Per cui secondo le loro leggi, senza il permesso dell'uomo non potevano lasciare l'Iran, un incubo durato 18 mesi.
Purtroppo la società non islamica viene vista molto male da parte di molti uomini, perché è una società impura e comunque fonte di molte opportunità per le donne, soprattutto avrebbero l'opportunità di capire cosa significhi essere donna in uno stato libero e civile, perché la riduzione in schiavitù, perché di questo si tratta, è sintomo di inciviltà.

mercoledì 10 dicembre 2008

10.000 e non mostrarli

E si, incredibile a dirsi, ma sono arrivato, anzi il blog è arrivato, al superamento delle 10.000 visite. Incredibile mai avrei pensato questo. Tutto ciò mi fa molto piacere, evidentemente a qualcuno le mie notizie risultano utili, anche se i commenti non sono molti. Ma vedendo le ricerche effettuate con google, noto molto interesse verso i viaggi. Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato a crescere e il prossimo traguardo, certo un pò lontano, è quello delle 20.000 visite.
Un grazie particolare a chi mi segue assiduamente e talvolta corregge qualche mio errore, ciao Elisa.

lunedì 24 novembre 2008

Enoteca Wine Bar "L'Alchimista" - Montefalco - Perugia

E' ottobre il mese preferito, almeno per me, per andare in Umbria. Dico questo perchè ho sempre scritto di locali in questo mese, ma in realtà l'Umbria è una regione in cui ci passerei molto più tempo.
Ma torniamo a noi. Prima di raggiungere il luogo dedicato alla cena, passiamo un bel pomeriggio a Foligno, una bella passeggiata, un aperitivo, una firma contro il lodo Alfano, lo so non centra nulla, ma ho fatto anche questo e poi ci dirigiamo verso Montefalco.
Abbiamo prenotato una settimana prima e infatti non abbiamo sbagliato in quanto il locale era pieno ed alcuni si sono accomodati all'esterno con una temperatura non proprio primaverile.
L'Alchimista si trova proprio sulla piazza principale di Montefalco. La scoperta di questo localino è merito della mia signora, Carla, la quale ha un fiuto non indifferente e risale a circa cinque anni orsono e da allora ogni volta che veniamo da queste parti una puntatina è d'obbligo.
Il locale si sviluppa su due piani. Nel primo c'è la vendita dei prodotti umbri, con logicamente il vino che fa la parte del leone e il Sagrantino è la punta di diamante.
Il piano inferiore è dedicato alla ristorazione. Ci staranno si e no 30 posti, per cui molto raccolto e di conseguenza sarete seguiti con molto impegno da parte dei titolari. Ai fornelli troverete Patrizia, che vi sbalordirà con i suoi accostamenti di sapori e profumi diversi. Mentre al tavolo arriverà sua figlia, nonché sommelier.
Nel piano inferiore, troverete una vetrata con all'interno un cunicolo che arriva al centro della piazza di Montefalco, una cosa molto suggestiva e particolare.
Ma veniamo alle cosa importanti, cioè a quello che abbiamo mangiato.
Venivamo da un bel pranzo alla "Vecchia Posta", ma davanti a tante cose buone abbiamo creato un piccolo "buco" nel nostro pancino.
Il vino scelto è stato un Rosso di Montefalco della casa vinicola "Perticaia". A parere di tutti i commensali, Jacopo escluso, il "Colpetrone" bevuto a pranzo è stato indubbiamente migliore. E' il persistere dell'uva che fa la differenza. Ma comunque non perdiamoci troppo in queste cose e passiamo ai piatti, che in realtà sono stati una serie di stuzzichini.
La "vellutata di sedano" è stata una vera rivelazione , molto delicata e con il gusto del sedano, per il sottoscritto un pò forte, mitigato , forse, da un pò di panna, ma non ne sono sicuro, comunque un piatto da provare. I finocchi gratinati, insieme agli strangozzi ai porcini, hanno superato abbondantemente l'esame delle nostre papille gustative.
Jacopo è rimasto un pò sul classico, una buona arista di maiale con patate arrosto, cotte senza aglio e questo è fondamentale, almeno per me e la mia signora , forse siamo un pò vampiri.Anche se comunque alla fine la pietanza era di Jacopo e a lui l'aglio piace, anzi talvolta lo chiede espressamente sulla bruschetta.
Ecco arrivare un bel tagliere pieno di salumi e affettati umbri e un bel piatto di formaggi e composte di marmellata. Devo dire che il formaggio di fossa è semplicemente eccezionale, poi provare gli altri con le marmellate è veramente stuzzichevole alla grande.
Che dire della salsiccia di fegato? Accidenti quanto è buona e con un calice di Montefalco Rosso ancora di più.
Pian pianino ci siamo avvicinati ai dolci e qui la maestria di Patrizia si è fatta sentire tutta.
Dolci tutti preparati in casa, compreso il tiramisù e un altro dolce particolare di cui ora non ricordo il nome, preso da Jacopo. Per non farci mancare nulla, sono arrivate anche un paio di porzioni di dolci misti, per cui tutti assaggini di dolcetti preparati dalla padrona di casa.
Logicamente non è mancato il caffè e l'amaro.
Prezzo finale? 120 euro, cioè 20 euro a testa e mangiate alla grande e poi con 20 euro potete , al limite, prendere una pizza , una coca e un dolcetto, non fatto in casa.
Le coordinate per arrivare all'Alchimista, sono le seguenti:
Piazza del Comune 14 - 06036 - Montefalco - Perugia. Tel. 0742378558. Sito internet: www.montefalcowines.com.
Se decidete di andare prenotate con anticipo e la bella serata è assicurata.

lunedì 3 novembre 2008

"Old Brick 97.5 - passione birra" - Molinaccio di Spoleto - Perugia

E' sempre lo stesso giorno di quando siamo andati alla Locanda di Fanfaluca.Ci troviamo sulla piazza di Montefalco, noto ai più per il suo rinomato vino, cioè il famoso Sagrantino.E' quasi ora di cena, non conviene tornare a Roma e cenare a casa, così optiamo per fermarci in una enoteca del luogo da me conosciuta e provata varie volte.Stiamo parlando di alti livelli di cucina, ma non avendo prenotato dobbiamo optare per un luogo diverso.Allora Marco, ricorda di un locale in cui era stato molto tempo fa, nelle vicinanze di Spoleto.Telefona al proprietario e si fa riservare un tavolo.
Ci dirigiamo verso Spoleto, ma lo superiamo e ci avviciniamo a Roma e precisamente a 108 chilometri dalla Capitale. Molinaccio di Spoleto si trova alla vostra destra provenendo da Perugia, per cui è di mano. Bisogna arrampicarsi per qualche centinaio di metri con la macchina e si arriva al locale. Il parcheggio esterno è molto grande, per cui non ci sono problemi per lasciare l'auto. Si cammina per pochi metri e si arriva all'ingresso del pub, perchè di questo si tratta.
E' tutto in stile irlandese, con un bel bancone lungo e tanti bicchieri appoggiati sopra. C'è una prima sala molto grande e poi una più piccolina, un pò più appartata con annesso camino sia per scaldare che per cuocere qualcosa alla brace.
Appena arrivati ci accoglie Alessio, il proprietario, molto simpatico e gentile.Sulle pareti ci sono molte sue foto inerenti la pesca, evidentemente una sua passione. Per i nostalgici, subito alla destra della porta di entrata, troverete un vecchio flipper, qielli non molto tecnologici ma sempre molto divertenti.
Noi ci accomodiamo nella saletta più piccola, così anche i bimbi sono più tranquilli. Il locale, come è logico, è tutto in legno. Vado subito a provare il bagno, altro segno tangibile della bontà del locale, in quanto è pulito e in buono stato.
Comincio a guardarmi intorno e vedo , oltre alla quantità smisurata di tipi di birra, anche una cantinetta, che io pensavo nel mio non sapere, esistesse solo per il vino, invece piena di bottiglie di birra. La cantinetta è un frigo con vetro trasparente a temperatura controllata per la conservazione dei vini e non solo.
Marco, sapendo che Alessio alcune birre le fa venire direttamente dai luoghi più importanti dell'Europa e non solo, gli dice di portarci come aperitivo una birra che ci doveva stupire per la bontà.
E così è stato, tanto che Alessio ci aveva avvertito che se avessimo assaggiato quella birra, non ne avremmo volute altre. Si è presentato con dei calici e dentro una rossa doppio malto aromatizzata, mamma mia che buona, mai bevuta una birra del genere. Fresca al punto giusto e splendida da degustare e si perchè questa birra va degustata come un vino importante. Dopo un pò arrivano anche i menù, anche se passando avevo visto dei piatti interessantissimi. C'erano dei taglieri di legno di forma ovale, molto grandi, con sopra svariati tipi di salumi e formaggi umbri. Noi optiamo per dei piatti unici, che si richiamano , alcuni, alle regioni e alle città italiane.
Io opto per il piatto napoletano e li Alessio mi fa i complimenti per la scelta, perchè proprio oggi gli avevano scaricato la mozzarella di bufala. Il piatto è formato appunto dalla mozzarella, da melanzane e zucchine grigliate e prosciutto crudo. La mozzarella era fantastica, appena si toccava usciva il latte e il sapore era imbattibile, ricordo di averla mangiata così buona solo quando sono andato a prenderla direttamente al caseificio a Battipaglia.Devo dire che ne ho mangiata poca, perchè i bambini , essendo buongustai, hanno gradito come me.
Altro piatto unico è il texano, composto da un'ottima bistecca di manzo, fagioli piccanti e cipolla fresca.Poi c'è il toscano, che è stato oggetto di bis, dato che la tagliata di manzo su letto di rucola condita con aceto balsamico e pomodori, era troppo buona.
Poi c'è il vegetariano, dove si trovano funghi ripieni, pomodori ripieni, bruschette con salsa di peperoni e broccoli, verdure grigliate e verdure gratinate.
Per i bimbi c'è il classico piatto con hambuger, patatine fritte e wurstel.
Non può mancare il piatto umbro, formato da salsiccia, salumi vari costatine di maiale cotte alla brace.Tutto questo ben di Dio, è stato accompagnato da un altro tipo di birra, chiusa in bottiglia con tappo di sughero e avente 11 come gradazione alcoolica.Per la precisione si trattava di una Kastell.
Passando per i tavoli ho visto un piatto di carbonara, che chiedeva soltanto di essere ordinato, ma ormai avevamo tirati fuori la bandiera bianca.
Una cosa molto utile all'interno del locale, è un apparecchio che con soli 20 centesimi, misura la quantità di alcool in circolo, così da poter verificare se si può guidare e non incorrere in controlli che potrebbero dar luogo a multe e pene accessorie varie.Noi abbiamo fatto la prova e d eravamo abbondantemente sotto al livello di guardia.Insomma una cosa importante soprattutto per i ragazzi che talvolta alzano un pò il gomito e non se ne rendono conto.
La mia esperienza è stata più che positiva, è un luogo che raccomando anche a chi parte da Roma, perchè con circa un'ora si arriva a destinazione. Chi è di zona, non se lo deve assolutamente lasciar scappare, perchè oltre alla qualità dei prodotti, c'è la simpatia del titolare e di coloro che ci lavorano. Per ma è stata un'autentica sorpresa e si sa che le belle sorprese sono sempre quelle più gradite.
Dato che per arrivarci è un pò complicato vi lascio tutte le coordinate:
Old Brik 97,5 -Passione birra - Località Molinaccio di Spoleto (Pg)
Prenotazione cene 0743229654 - Alessio cell 3283813801

mercoledì 29 ottobre 2008

Ristorante "La vecchia posta" - Trevi - Perugia

E' un bel sabato di Ottobre, precisamente siamo nel giorno 18. Ci apprestiamo ad arrivare a Trevi, dove il giorno successivo si svolgerà la "Sagra del sedano nero e della salsiccia", come vedete un evento strettamente culturale. Il gruppo è quello dei viaggi fuori Italia, per cui oltre al sottoscritto, Carla e Jacopo, ci sono Antonella, Elisa e Marcolino. Metto questo diminutivo per non confonderlo con un altro Marco di cui tratterò a breve.
Dunque arriviamo a Trevi con un bel sole caldo e con un discreto appetito, anche perchè il pranzo si terrà alla"Vecchia posta", da Marco.
Il locale, segnalato su tutte le migliori guide italiane del settore e anche su parecchie di oltre confine, si trova sulla piazza storica di Trevi, ove ha sede anche il comune, cioè Piazza Mazzini.
Il locale è ricavato dalla vecchia posta del paese, tanto che c'è ancora la vecchia buca per le lettere.
il locale non è grandissimo, per cui è sempre meglio prenotare per non rimanere a bocca asciutta , ma soprattutto dopo che l'avrete provato una volta , Marco non lo mollerete più.
Dunque, ormai sarà la decima volta che veniamo a mangiare qui e oltre ai piatti tradizionali della cucina umbra e a quelli che sono il suo cavallo di battaglia tipo la tagliata con radicchio e aceto balsamico, si trovano sempre delle cosine nuove. Per esempio in onore della sagra, ho assaggiato il sedano nero, ripieno di macinato di vitella e salsiccia, servito con un ragù molto leggero, molto simile ad una parmigiana di melanzane, ma con un sapore rafforzato dal sedano.Indubbiamente da provare anche per chi come me non ama molto il sapore del sedano.
Ma prima di passare a deliziarvi il palato con ciò che abbiamo mangiato, vi voglio dare una notizia molto interessante, cioè , sempre tramite Marco, potete soggiornare presso delle piccole camere e delle suites, arredate con molto gusto e a dei prezzi veramente concorrenziali. Dovete tener conto, che soggiornate nel centro storico di Trevi, in un importante palazzo del 1400, ristrutturato dalla famiglia Morosini con rifiniture di assoluto pregio. Un consiglio, almeno una volta , se andate a trevi, ci dovete soggiornare.
Ma torniamo a noi e precisamente al nostro pranzo, che tanto per rendervi l'idea di quanto siamo stati bene, è iniziato alle 12,30 e è terminato alle 15,30. E tutto questo è dovuto sia al buon cibo, che alla cordialità di Marco.
Il vino è il punto di partenza di questo viaggio eno-gastronomico, per cui prendiamo un Montefalco Rosso della casa vinicola Col Petrone, che con i suoi 14° è uno dei migliori se non il migliore nel suo campo.
Ecco arrivare gli antipasti da degustare con questo stupendo vino. Pecorino da abbinare con miele di acacia o composta di prugne. Insalata di farro con pomodorini e basilico, insomma una pietanza fresca che con la temperatura di quella giornata è stata proprio azzeccata. Continuiamo con patate lesse divise in due e sopra una fetta di lardo di colonnata sciolto, inenarrabile il sapore. E poi che cosa vogliamo dire alle uova di quaglia con spolveratina di tartufo? Alla fine arriva un tagliere con petto di anatra e arancio, prosciutto crudo di Norcia , pancetta e lonza.
Pieni? ma neanche a dirlo, comunque un piccolo stop ci sta tutto.
Marcolino, che è uno di palato, qualche giorno prima aveva chiamato Marco per farsi preparare un piatto che è fuori dal menù. Precisamente si tratta di tortellini fatti in casa, cotti nel brodo di carne, scolati e conditi con tartufo nero a scaglie. La prossima volta saranno anche il mio primo. Io ho preso , a metà con Carla, gnocchetti fatti in casa , conditi con gorgonzola e sedano, Jacopo sempre gli gnocchetti, ma al pomodoro fresco e Antonella, le classiche, ma sempre sublimi, fettuccine preparate in casa con funghi porcini.
Altro periodo di riflessione, prima di arrivare ai secondi. Logicamente i nostri discorsi sono quasi sempre inerenti i viaggi passati e quelli che ci piacerebbe fare in futuro, poi davanti ad un buon cibo il tutto è ancora più piacevole.
La tagliata di manzo , sia al tartufo, che con rucola e aceto balsamico, l' ha fatta da padrone.
E il dolce? Eccolo belle pronto, anche se ne abbiamo preso un paio di porzioni per tutti. Un tortino di cioccolato, ricoperto di cioccolato caldo su letto di mascarpone, dietetico e imbarazzante quanto a bontà. Abbiamo accompagnato il dolce, Marco ed io, con un Sagrantino Passito del 2004 della casa vinicola Scacciadiavoli.
Non potevano mancare amaro e caffè.
A questo punto, ecco anche il conto , che per 32 euro a testa mi sembra più che buono. Credo che in un ristorante medio di Roma, il conto sarebbe stato minimo di 50 euro .
Ancora complimenti a Marco e ancora grazie a Marcolino che ci ha dato l'opportunità di conoscerlo.
Ora l'indirizzo è la cosa fondamentale, "la Vecchia Posta", si trova a trevi in Piazza Mazzini, il telefono è: 0742381690, è aperto a pranzo e cena tutti i giorni , tranne il giovedì. Se volete soggiornare presso le loro stupende camere, telefonate direttamente a Marco al numero 3333924737.

martedì 14 ottobre 2008

London Guards Hotel - Londra

Dunque , soggiornare a Londra, come un pò tutto, costa caro. Per cui, quando mi sono messo alla ricerca dell'albergo, ho impiegato un pò di tempo. Tutto questo, perchè non è affatto semplice trovare un rapporto qualità/prezzo, adeguato ai nostri canoni. Così ho dovuto variare uno dei due parametri, cioè quello relativo al costo, innalzandolo. Mi sono rivolto alle varie offerte sul web, finchè non mi sono imbattuto su quella del sito GHRS Hotel. E' un sito affidabile e già sperimentato per altri viaggi.
Prima cosa guardo il prezzo e poi l'ubicazione. Si trova proprio di fronte ad Hyde Park, nella tranquillissima Lancaster Gate al civico numero 36. E' un buon punto di partenza per visitare Londra e si trova in uno dei quartieri più affascinanti di Londra. Ora arriviamo al prezzo, che è stato di 408 Sterline, per quattro notti, compresa la prima colazione, in una stanza tripla. Certo il prezzo non è invitante, ma era la prima volta che ci recavamo a Londra, avevo visto altri prezzi da spavento, per cui ho deciso di prenotare. Cosa importante, è che prenotando tramite GHRS, è possibile disdire fino a 24 ore prima dell'arrivo senza alcuna penalità.
Ma torniamo al nostro "caro" hotel. Dunque la posizione è molto buona, il verde non manca e neanche il silenzio.
Si trova a cinque minuti di autobus da Oxford Street e l fermata della Metro sono a poche centinaia di metri. Dico fermate perchè potete optare tra Lancaster Gate e Paddington. Molto vicino, avete Portobello Road, da non perdere.
Hyde Park, vi condurrà direttamente a Kensington, a Buckingham Palace e a tanti altri luoghi stupendi.
Allora la posizione è ottimale, ora parliamo della struttura e dei servizi. E qui non ci siamo , diciamo che possiamo arrivare a due stelle su cinque.
E' un hotel a tre stelle, ma due vanno più che bene. Non si può certo dire che colpisce per la sua splendida forma, dato che è stato restaurato e prima era una splendida residenza di città, costruita intorno al XIX° secolo.
Le stanze non sono grandi, ma questo non ha grande importanza. Sanno un pò di vecchio e con il bagno un pò fatiscente. Il lavandino sembra quello dei bambini dell'asilo, talmente piccolo che per lavarsi solo Jacopo andava a nozze. Senza finestra, ma questa è una costante di quasi tutti gli alberghi.
C'è un bollitore per il thè e la televisione. Purtroppo quando siamo arrivati l'ascensore non funzionava, per cui a noi che eravamo al primo piano ha creato qualche problema, ma a Marco, Elisa e Antonella, dato che erano al terzo, di problemi ne ha creati, eccome se ne ha creati.
Non dispongono della presa della presa elettrica europea, per cui bisogna acquistarla e loro, come albergo, la vendono. Poi noi siamo anche un pò gnoccoloni, dato che abbiamo dimenticato l'adattore attaccato alla presa della corrente.
Ma la cosa che più mi colpito negativamente, è stata la colazione.
Mai mangiato così male e poco. Non c'era nulla di internazionale. Gli affettati non esistevano, solo fette biscottate, biscotti, qualche yogurt e il latte, il thè e il caffè lunghissimo, lo servivano a richiesta.E poi una sala buia e cupa,insomma triste. Purtroppo questa della colazione, è un pò una costante degli alberghi londinesi o quantomeno di quelli di questa categoria.
La prossima volta che tornerò a Londra, non alloggerò sicuramente di nuovo qui. Primo perchè voglio vivere un quartiere diverso e poi per la delusione di questo albergo.

venerdì 3 ottobre 2008

Vino bianco "Entemari" - Cantina Pala - Serdiana - Cagliari

La terra della Sardegna, continua a regalarmi e a regalare a tutti noi, amanti del vino, degli autentici nettari.
Voglio parlarvi di un bianco della ditta vinicola Pala, con sede a Serdiana in provincia di Cagliari.
Nel lotto dei vini bianchi di questa cantina, questo è sicuramente il più autorevole.
La sua composizione è un mix tra chardonnay, malvasia sarda e vermentino, di conseguenza è un I.G.T.
I vigneti si trovano a Serdiana e Ussana, molto vicine una all'altra.
La cosa importante di questo vino, è che la fermentazione oltre che in acciaio inox, avviene anche in barrique di rovere francese.
La fermentazione in barrique, cioè nelle botti, è , generalmente, prerogativa dei vini rossi corposi e importanti. Ma in questo caso, i fratelli Pala, hanno avuto il coraggio di provare questo metodo di fermentazione per il bianco e il tutto è riuscito alla grande.
Dopo la fermentazione in barrique, c'è una ulteriore fermentazione in inox fino al mese di febbraio e successivamente, viene affinato in bottiglia per un altro periodo prima di metterlo in commercio.
Non sto qui a spiegare le sensazioni che si hanno nel momento della degustazione, altrimenti faccio come il sommelier di gusto, la trasmissione del tg5 e cosi risulterei stucchevole e anche un pò da presa in giro. Però al palato è veramente stupendo, è un trionfo, no meglio di no, è veramente molto buono.
L'ho comprato a Serdiana e bevuto a Roma, con una buona cernia al forno con le patate, l'accoppiata è stata vincente.
Si consiglia di aprirlo poco prima della degustazione, cioè quasi al momento e a una temperatura che varia dagli 11°C ai 13°C, anche se io lo ho bevuto ad una temperatura leggermente più bassa e il risultato è stato ottimo.
All'International Spirit Wine di Londra ha vinto la medaglia di bronzo.
La reperebilità non è semplice, in quanto la Cantina Pala non è tra le più grandi, comunque , basta contattare il distributore della propria regione, Maggini per il Lazio, e vi dirà dove reperire i prodotti e nello specifico in quali enoteche sono stati recapitati.
Per chi è interessato, in internet si trovano i prodotti pala, sul sito alla corte di bacco e a Roma, presso l'enoteca Costantini, di piazza Cavour e presso l'Enoteca Balduina in via della Balduina.
Devo dire che questo vino mi ha conquistato, tanto che lo ho già prenotato in enoteca, per cui in alto i calici e ... buona bevuta!

Vi lascio qualche dettaglio per chi è interessato al prodotto: il numero telefonico della ditta pala 070 740 284, mentre per chi è di roma e zone limitrofe può contattare l'agenzia Maggini 0690080180.

venerdì 19 settembre 2008

Ristorante Marisqueria "UMA" - Lisbona


AGGIORNAMENTO   AGOSTO 2012

Siamo tornati altre due volte a Lisbona e in questo ristorante siamo sempre passati. Quest'anno per tre sere nel mese di agosto siamo stati qui a degustare, perchè è questa la parola giusta, il fantastico Arroz de Marisco.
Con orgoglio posso scrivere che questo blog è stato il primo in Italia a narrare i sapori di UMA. Una guida ha poi inserito UMA tra i ristoranti preferiti di Lisbona e qualche blog ha preso le mie foto e le ha inserite nel proprio. Non fa nulla, sono troppo soddisfatto di aver fatto conoscere anche ad altri il miglior riso con molluschi di Lisbona.

Ci troviamo in una sera di luglio 2008 a Lisbona, città stupenda. Siamo un pò stanchi , oggi abbiamo camminato molto, come al solito d'altronde. Non abbiamo locali segnalati o quantomeno li vogliamo evitare, vogliamo trovare qualcosa di diverso.
Però la via è sempre la stessa, quella delle due sere precedenti Rua dos Sapateiros. Camminiamo ed a un certo punto, voltandoci vediamo Carla cher si ferma davanti ad un locale, di dimensioni ridotte, ci entreranno si e no 20 coperti. La cosa che la ha colpita, è questa " Premiado em Cuncurso com o melhor Arroz de Marisco". In quel momento esce il proprietario del locale, un signore di circa 65/70 anni, il quale molto gentilmente ci invita ad entrare. Sembra un'antica trattoria, ma molto ben tenuta e con parecchi vini e liquori esposti, nonchè molte azulejos. In quel momento ci sono solo 4 persone, che poi scopriremmo italiane anche loro. Vi rimane il dubbio, vero? Ma quale piatto è stato premiato al concorso?
Il concorso era "Riso con molluschi". Il menù è ridotto, nel senso non c'è molta scelta, però questo , secondo me, è sinonimo di serietà, nel senso poche cose ma buone.
Dopo aver lavato le mani e aver visto il bagno, in decenti condizioni, ci apprestiamo a ordinare.
Però prima di questo, ci porta a tavola dei formaggietti e delle salsine da spalmare veramente buone.
Partiamo dai formaggi, simili a delle piccole caciottine, come forma, ma di due consistenze diverse. Uno morbido, molto morbido, da spalmare sulle fette di pane che c'erano a tavola, mentre l'altro era leggermente più stagionato, per cui da mangiare a fettine. Le salse, erano a base di tonno una e a base di trota, l'altra. Il tutto accompagnato da un discreto vino bianco fresco.
Questi formaggi ci hanno colpito tanto positivamente, che al duty free dell'aeroporto li abbiamo comprati, scoprendo poi che sempre li in aeroporto, a circa 10 metri, c'era un altro negozio, specializzato solo nel settore alimentare, che li vendeva a meno. Per cui se vi capita ricordatevi di questa cosa.
Ma torniamo a noi. In quattro prendiamo l'Arroz de Marisco, mentre Cristina e Elisa preferiscono un filetto di vitella.
Nel frattempo guardiamo gli altri due tavoli e notiamo che in ognuno di essi c'è un pentolone al centro. Incuriositi e avendo sentito che anche gli altri commensali erano italiani, abbiamo chiesto se quello era il piatto della casa e se quella erano porzioni per due persone.
Gli altri commensali hanno elogiato sia il piatto che la quantità. A questo punto, moltiplicando per il doppio il pentolone, ci siamo impressionati, così abbiamo chiesto la titolare se era possibile dimuinuire la quantità de Arroz ordinata. Ma ormai la comanda era partita, per cui ci dovevamo sacrificare. E sacrificio non è stato mai così bello.
Arrivano prima i due filetti, portati direttamente nel padellino ove erano stati cotti. A dire di Marco , che ha assaggiato la carne, erano veramente ottimi.
Nel frattempo arrivano quattro scodelle e facciamo posto per il piatto Re della serata. E' un pentolone con un mestolone, giriamo il riso e vediamo che non è condito, ma di più. Ci troviamo cozze, mazzancolle, gamberoni, granseola e tutto in quantità industriale, ce ne era veramente tanto di condimento.
Il riso cotto al punto giusto e leggermente piccante. Pensavamo che rimanesse, ma non c'è stato niente da fare, anzi c'è scappata anche la scarpetta, perchè il condimento lasciava un sughetto buono da paura.
Quel mestolo non so quante volte ha riempito i nostri paitti, ma poi la granseola aveva un sapore incredibile, buono, polposo. Insomma avrete capito, che siamo rimasti molto ma molto ben impressionati da queasto piatto.
E ogni cinque minuti, vedevi arrivare il proprietario che chiedeva se andava tutto bene e se il riso era buono.
Nel frattempo il locale si era quasi riempito e eravamo solo italiani. Forse è segnalato su qualche guida, ma facendo un giretto su internet, per curiosità, non ho trovato nulla.
Alla fine eravamo veramente pieni, tanto che abbiamo saltato il dolce, ma ne siamo stati ben felici.
Però il signor proprietario, ha tirato fuori dal cilindro, il liquorino da fine pasto. Eccolo arrivare con una bottiglia di colore rosso e con delle ciliegie dentro, in realtà poi abbiamo saputo che sono delle piccole amarene.
E' la mitica cinja, il liquore portoghese. Ne ha versato un pochino nei bicchierini e la fortuna ha voluto che a Marco cadesse dentro anche una piccola amarena. Che buona la cinja. Forse era troppo a temperatura ambiente, io la preferisco un pò fresca e infatti prima di berla la metto una trentina di minuti in frigo. Sul gelato alla crema è eccezionale, insomma oltre che andare a cena da UMA, prima di tornare a casa fatevi una buona scorta di cinja.
Il prezzo totale, è stato circa 17 euro a testa e con tutto quel pesce e il filetto è veramente poco.
Se preferite, c'è anche l'aragosta, sempre fresca.
Dunque, l'indirizzo è : Rua dos Sapateiros 177, tel 213427425 e non resta che dirvi di andare perché rimarrete estremamente soddisfatti e poi , gentilmente, mi farete sapere.

venerdì 29 agosto 2008

Lisbona

E si è proprio il caso di dire "Grazie , Lisbona". Grazie per le gentilezza dei suoi abitanti; perchè grazie, cioè "obrigado", è la parola che viene usata più spesso; grazie perchè la disponibilità di questa gente è nei loro dna. Non so quanti grazie dovrei dire ancora, perché vi posso assicurare che è stata una delle più belle esperienze turistiche della mia vita. Lisbona , per tanti e tanti fattori, non escluso il cibo e la sua storia, la metto, nella mia personale classifica, un gradino appena sotto a Roma e Parigi e alla pari con Londra.
Questo è un viaggio nato un pò per caso, perchè non c'era alcun posto che ci soddisfaceva per le ferie estive, così alla fine di maggio abbiamo prenotato il volo della Tap, la compagnia aerea nazionale portoghese tramite Expedia e invece prenotato l'albergo con G.T.A. Hotels.
Da Roma non partono low cost per Lisbona, cos' il volo aereo è costato per due adulti e un bambino 720 Euro. Era da anni che non prendevo un volo di una compagnia aerea di bandiera e sicuramente in un volo di tre ore la differenza si sente. Le poltrone sono molto comode, viene servito uno spuntino e i giornali e, ma questo per la gioia delle signore, il personale di bordo era tutto maschile. A dire di Carla , mia moglie, Cristina la ragazza di Marco e di Elisa la cugina , i giovanotti erano proprio interessanti, anche se poi al ritorno le cose sono tornate al loro posto, cioè personale di bordo tutto femminile.
L'aeroporto non è grande, anche se è un internazionale. E' limitrofo alla città, infatti quando si arriva e comincia la discesa per l'atterraggio, si vede Lisbona in tutto il suo splendore. L'estuario del fiume Tago è immenso, il Ponte del 25 Aprile si vede nitidamente, come la Torre di Belem e tante altre cose.
Per recuperare i bagagli ci abbiamo messo veramente poco e avendo letto alcune guide sapevamo che i taxi erano a prezzo abbordabili. Così senza perder tempo per cercare la metro, ci siamo messi in fila e dopo cinque minuti è arrivato il nostro taxi, che fortunatamente era un pulmino e ci ha caricato tutti e sei, cioè Carla, Cristina, Elisa, Marco, Jacopo e il sottoscritto.
In dieci minuti siamo arrivati in albergo e con un costo accettabile, cioè 20 euro.
Però al ritorno, abbiamo preso il pullman che porta all'aeroporto, dato che effettuava la fermata proprio a pochi metri dal nostro albergo e il costo è stato tre euro a testa e con 15 minuti siamo arrivati.
Comunque torniamo all'arrivo in albergo, cioè l'Hotel Miraparque, un tre stelle di cui vi parlerò a parte.
Prima di tutto vi vorrei dare dei piccoli cenni storici, senza però partire da molto lontano.
Dopo la conquista spagnola del 1580 e varie vicissitudini, nel 1640 gli spagnoli furono cacciati e fu incoronato il duca di Braganca, con il nome di Joao IV. Nel 1697 ci fù la scoperta dell'oro brasiliano, così nel 1706 Joao V, vista la prosperità del paese, decise di costruire l'acquedotto di Aguas Livres, l'opera pubblica più importante di quel periodo storico.
Il terremoto del 1755 distrusse buona parte della città e il compito di ricostruirla fu affidato al primo ministro José I, Marchese di Pombal. Ebbe il merito di essere colui che usò le azulejo, cioè le piastrelle o ceramiche che rendono Lisbona conosciuta nel mondo. Usò l'azulejo in quanto economico, resistente e igienico. Purtroppo non fu mai portato a termine il progetto di ricostruzione di Pombal e anzi nel 1807 per sfuggire all'esercito di Napoleone, la famiglia reale fuggì in Brasile cosicché Rio de Janeiro divenne capitale dell'impero portoghese e il declino di Lisbona fu inevitabile.
Lisbona ricominciò a vivere dalla seconda metà del XIX secolo. Si costruirono strade, ferrovie, la rete fognaria. Fin quando nel 1908 il re e il principe furono assassinati .Dopo un periodo un po' instabile, dal 1926 e fino al 1968 ci fu la dittatura di Antonio Salazar. Lisbona cresceva ma il resto del paese sprofondava nella povertà. L'opera più importante fu inaugurata nel 1966, "ponte Salazar", ribattezzato in seguito "Ponte 25 Aprile", in ricordo della Rivoluzione dei Garofani, che mise fine alla dittatura.
E da li è cominciata la Lisbona di oggi, una città che cerca di rinascere e pian piano ci sta riuscendo.

Ecco la Lisbona di oggi, quella di cui mi sono innamorato. E' una città in cui non esiste il traffico, i mezzi pubblici funzionano benissimo, le quattro linee della metropolitana sono supportate dai mezzi pubblici su gomma , ma soprattutto da quelli elettrici, cioè dai caratteristici tram che si arrampicano per ognuno dei sette colli di Lisbona.
Cominciamo a dire che per muoversi a Lisbona, la miglior cosa è acquistare la Viva Viagem, che è una carta ricaricabile , la quale permette di prendere tutti i mezzi pubblici. Si ricarica giornalmente al prezzo di euro 3,70, mentre la prima volta che la farete, tramite i terminali presenti nelle stazioni della metro, pagherete 50 centesimi in più per l'emissione della carta stessa. E proprio in questa occasione abbiamo cominciato a scoprire la gentilezza degli abitanti di questa città. Eravamo un po' in difficoltà e allora ci si è avvicinato un addetto della società della metropolitana e in inglese ci ha spiegato il funzionamento della carta. Sbalorditi a dir poco, poi sarà che avevamo ancora nelle orecchie i rimproveri dei londinesi nell'errata pronuncia di qualche parola.
Allora la prima cosa che vediamo è Placa Marque de Pombal, che immette direttamente su Avenida da Libertade, costruita sulla falsariga degli Champs-Elysees di Parigi. E' un grande boulevard a sette corsie , che ospita manifestazioni di ogni genere e porta fino a Placa dos Restauradores. Noi l'abbiamo percorsa per metà, poi abbiamo preso l'autobus che ci ha portato fino a Praca do Comercio, piazza con vista stupenda sull'estuario del Tago. La piazza , è importante oltre che da un punto di vista storico, per il fatto che qui uccisero nel 1908 Re Carlos e suo figlio Luis Felipe. E proprio qui abbiamo preso il tram 15E che ci ha portato al quartiere Alcantara. Il viaggio sul tram è stato emozionante, lo portava una ragazza e delle volte sembrava di andare su un solo binario nel momento in cui affrontava le curve. Questo quartiere ospita soprattutto locali per dopo cena, invece noi cercavamo qualcosa di più interessante, insomma ci volevamo sedere perché avevamo molta fame. Così riprendiamo il 15E al contrario e ci ritroviamo nuovamente a Placa do Comercio. E qui entra in campo il nostro fiuto e infatti partendo proprio dalla piazza e camminando un altro po', scorgiamo un locale con una scritta molto semplice e non frequentato da turisti. Guardiamo la locandina del menù e decidiamo di entrare. E' il "Restaurante Regional" che si trova in Rua dos Sapateiros 68, tel 213421027. Non abbiamo mangiato pesce, ma carne ed era veramente buona. Il baccalà, il piatto più noto di Lisbona, lo servono il sesto giorno della settimana, corrispondente al nostro venerdì. In pratica a Lisbona il primo giorno è la domenica e così via. Tornando alla cena, devo dire che abbiamo mangiato molto bene, tra filetto, lombata messicana, omelette di gamberetti, vino della casa, contorni e il loro mitico "pudim flan", cioè una crema di latte a budino, abbiamo spesso circa 16 euro a testa. Bene proprio bene. Usciamo, ci facciamo una camminata e arriviamo a Rossio, cioè Praca de Don Pedro IV, una piazza molto utile per i nostri spostamenti, in quanto potevamo prendere sia la metro che l'autobus per tornare in albergo. Prima che mi dimentico, il passaggio degli autobus, come quello delle metropolitane è segnalato da un orologio digitale, molto ma molto preciso.

Sei a Lisbona e non puoi non vedere il quartiere Alfama, uno dei più belli e caratteristici della città. Prendiamo il famoso 28E, quello che si inerpica nelle stradine più ripide e impervie di Lisbona. Jacopo è contento, gli piace questo mezzo di locomozione, tutto in legno e con i finestrini tutti spalancati. Delle volte bisogna stare attenti a non sporgersi troppo, perché si rischia seriamente di sbattere contro le mura dei palazzi, per quanto il tram ci passa vicino.
Scendiamo a Largo das Portas do Sol. C'è un piccolo chiosco, che prepara caffè e qualche panino. E' tutto self service, prendi le portate e ti metti seduto, perché davanti hai Lisbona in tutta la sua bellezza e tutti i suoi colori. Stai in alto e il panorama è stupendo. Mi è rimasta impressa una ragazza, presumo inglese o tedesca, che aveva un libro, una bibita e con i piedi poggiati alla balaustra si godeva il sole e il panorama. Da li siamo saliti al Castelo de Sao Jorge, che era la residenza dei reali del Portogallo. Il terremoto del 1755 ha distrutto parecchio di quel che c'era e infatti molte cose sono state ricostruite, comunque è una visita da non perdere, per chi ha bambini e per i bei panorami. Noi sfruttando il biglietto cumulativo per le famiglie, abbiamo speso 5 euro in tre. Altra cosa importante, soprattutto per i giovani, il tesserino universitario da diritto a molti sconti e delle volte le entrate sono addirittura gratuite. Per cui se andate a Lisbona non dimenticate di portarlo con voi. Torniamo al quartiere Alfama, pieno di piccoli locali per mangiare, mi sembrava di essere tornato a Parigi al quartiere latino. Ci fermiamo a mangiare in uno di questi, ma proprio uno spuntino al volo. Ecco qui succede una cosa che avevo letto , cioè che qualche ristoratore maggiora i prezzi, infatti a noi avevano addebitato due volte una stessa pietanza, per cui abbiate sempre cura di controllare le ricevute che vi rilasciano. Poi ci dirigiamo al Miradouro de Santa Luzia, uno stupendo chiostro con delle balconate che regalano delle vedute di Alfama e del fiume Tago veramente eccezionali. Ho fatto delle foto bellissime, ma è il luogo che aiuta.
Camminiamo , stavolta in discesa per tutto il quartiere, Elisa e Jacopo cominciano a manifestare il loro dissenso per i chilometri percorsi, perché di chilometri si tratta. Ma con un piccolo sforzo, arriviamo a Sao Vicente de Fora, tradotto San Vincenzo fuori le mura. Era uno dei luoghi da visitare, ma purtroppo siamo arrivati poco prima della chiusura, cioè le 17 e non siamo potuti entrare. All'interno , tramite un passaggio si arriva al Pantheon di Braganca, ove riposano tutti i reali del Portogallo, tranne Maria I e Pedro IV. Qui troverete una statua di donna inginocchiata davanti ai reali uccisi nel 1908.
Ora vorrei parlarvi del santo più amato dagli abitanti di Lisbona, cioè San Antonio da Padova, il quale è nato proprio qui nel 1195 e invece é morto a Padova nel 1231. Nel 1220 incontrando alcuni frati crociati a Coimbra, decise di andare con loro e per questo arrivò in Italia e alla fine a Padova ove rimase fino alla fine dei suoi giorni. Nel 1934 grazie a Papa Pio XI divenne patrono del Portogallo e nell'anniversario della sua morte, il 13 giugno, si svolgono manifestazioni soprattutto nel quartiere di Alfama.
Proprio qui, in questo quartiere, abbiamo avuto la dimostrazione della gentilezza di questa gente. Eravamo alla fermata dell'autobus e intanto leggevamo quelli che passavano e quelli che ci potevano essere utili. Ad un certo punto si sono avvicinati due signori, i quali ci hanno spiegato che era una perdita di tempo aspettare il bus, in quanto il capolinea era proprio sotto di noi e tra aspettare il bus e fare tutto il giro con lo stesso avremmo perso un sacco di tempo. Prendiamo un tram, questa volta di quelli moderni e arriviamo nuovamente a Praca do Comercio. Cerchiamo qualche negozio per acquistare un po' di acqua. A tal proposito vi invito a portarvi dietro una scorta magari acquistando qualche bottiglia da un litro e mezzo, in quanto generalmente vendono le bottigliette da 0,33 cl al prezzo di euro 1,50. Comunque percorriamo Rua Augusta, piena di negozi e ristoranti . Arrivati a circa metà della strada, tutta pedonale, voltiamo il nostro sguardo verso sinistra e vediamo qualcosa di molto particolare, l'Elevator de Santa Justa, un ascensore neogotico, costruito da un apprendista di Gustave Eiffel, noto per la famosa torre parigina. C'era una piccola fila, ma dopo dieci minuti siamo saliti e anche qui sfruttando la Viva Viagen non abbiamo pagato il biglietto che costa come una corsa della metro o del bus, cioè euro 1,40. Arrivati in cima si fanno altri due piani con delle scale a chiocciola e si arriva su un terrazzo con un bar , un cantante di musica brasiliana e un panorama da mille e una notte. L'atmosfera è stupenda, immaginate di sentire in sottofondo della musica brasiliana, mentre sorseggiate un aperitivo, con il sole ancora caldo e il vento che vi rinfresca. Chiudete gli occhi e provate. Questa è una di quelle cose che non hanno prezzo. Siamo rimasti il più possibile, ma non essendo molto grande il terrazzo, per dare la possibilità anche agli altri di sedersi, dopo un po', a malincuore, ci siamo alzati. Ma non abbiamo ripreso l'ascensore, ma attraverso un passaggio , riaperto da poco, siamo arrivati nel Barrio Alto, precisamente a Largo do Carmo. Ancora a piedi, siamo arrivati da dove eravamo partiti per prendere l'Elevator e andando nella stessa via della prima sera, abbiamo trovato un altro ristorante discreto, cioè "Restaurant A Licorista O Bacalhoeiro", sito in Rua dos Sapateteiros 222/224. Nelle quattro sere in cui abbiamo cenato , questa è stata , come bontà, la terza , subito dopo il Ristorante Regionale .Per il top e vi assicuro che è veramente il massimo, dovrò redigere una opinione a parte, perché lo merita notevolmente. Sto parlando del "Restaurante Marisqueira UMA" che si trova sempre sulla stessa via ma al numero 177. Tornando al Bacalhoeiro , appena seduti ci hanno servito un antipasto di pesce e crocchette di patate e baccalà , "che buone ragazzi!". Poi ho preso i filetti di baccalà, che loro fanno solo con la farina e poi un piattone , sempre di baccalà, con stuzzichini vari. Non a caso, ripeto, Lisbona è il paese del baccalà e io ne vado matto. Anche se quello che abbiamo mangiato era un po' troppo salato. Il cameriere era molto simpatico e il locale tenuto bene. Il prezzo di 12 euro a testa è stato molto apprezzato da noi tutti.

Come non andare a Belem, una dei quartieri più dolci di Lisbona. Dico dolci, perché è qui che si trova la rinomata Pastellaria de Belem dal 1837. E' la più nota pasticceria di Lisbona , in quanto è qui che si sforna il più buon dolcetto del Portogallo. Si tratta di un velo di pasta sfoglia ripieno di delicatissima crema e spolverato con la cannella. A raccontarlo è difficile capire la bontà di questo dolce. Comunque a Placa do Comercio, prendiamo il 15 e arriviamo a Belem. Passiamo davanti la pasticceria , ma la fila chilometrica ci fa desistere al momento, ma successivamente la buona ostinazione di Marco soddisferà i palati di noi tutti. Proseguiamo e ci troviamo davanti al "Museo Nazionale delle Carrozze". L'ingresso viene 4 euro a testa e Jacopo non paga. E' veramente interessante e i bambini rimangono attrattati da tutte queste carrozze reali. Vi sono non solo quelle dei reali portoghesi, ma anche quelle regalate loro da altre monarchie. C'è anche la carrozza su cui hanno ucciso i reali nel 1908. Al piano superiore troviamo abiti di corte, accessori e ritratti di membri della famiglia reale.
Da qui ci spostiamo e passiamo davanti al "Mosteiros dos Jeronimos", esempio vivente di architettura manuelina. Ci ripromettiamo di visitarlo nel pomeriggio, in quanto abbiamo ancora tempo. Così , dopo l'iniziale titubanza di Jacopo, andiamo a visitare il "Museu de Marinha", il Museo della Marina. In tre abbiamo speso euro 7,50 e anche qui Jacopo è rimasto favorevolmente impressionato. Questo perché all'interno troviamo strumenti come astrolabi e copie della cartine usate per le rotte più lontane, ma soprattutto i modelli delle navi moderne, tra cui anche modelli di sottomarini, fino ad arrivare alla sala delle navi reali. Gli interni sono quelli originali, un lusso e uno sfarzo degno di Re e Regine. Continuando troviamo gli idrovolanti e tra questi il più noto, cioè quello usato nel 1922 per la prima traversata atlantica, il "Santa Clara".
Ci dirigiamo poi al "Monumento alle scoperte", eretto nel 1960 e alto 52 metri. Fu costruito in onore di "Enrico il Navigatore" , anche se lui non navigava ma ebbe il merito di finanziare le spedizioni lungo la costa africana e di fondare una grande scuola di navigazione in Algarve. Questo monumento fu voluto da Salazar in persona. Sono raffigurati sul monumento a forma di caravella tutti coloro che hanno contributo allo sviluppo del Portogallo, tra cui Vasco de Gama. All'interno si prende un ascensore e si arriva fino in cima, ove si trova un terrazzo ben riparato dal vento, che vi permette di fare delle bellissime foto all'estuario del Tago e a buona parte di Lisbona.
A questo punto torniamo sui nostri passi per visitare il Mosteiro dos Jeronimos, ma proprio in quel giorno c'era una cerimonia ufficiale per cui l'orario di chiusura è stato notevolmente anticipato. Cerimonia ufficiale dovuta al fatto che proprio a poca distanza di metri c'è Palacio de Belem, un tempo sede dei reali e ora residenza del Presidente del Portogallo.
Allora, dopo che Marco ci ha regalato i sapori della Pastellaria de Belem, ci dirigiamo verso il luogo più noto, cioè la famosa "Torre di Belem". L'ingresso viene 4 euro a testa, i bimbi non pagano e non pagano neanche i possessori di tesserino universitario. Originariamente la Torre si trovava in mezzo al Tago, poi nel XIX° secolo il fiume si restrinse per cui ora si trova sull'argine del fiume. Questo è un altro esempio di architettura manuelina, eretto nel 1521 era punto di partenza per i navigatori. Gli interni sono veramente belli e le garitte sono il simbolo della torre. I sotterranei usati come prigione, sono in stile gotico. Non so quante scale abbiamo fatto per arrivare alla terrazza superiore della Torre, facendo attenzione che sono scale a chiocciola e ci passa sol una persona per volta, per cui ci si impiega un pochino e la discesa deve essere fatta con molta attenzione. Però ne vale la pena, vale la pena immaginare questa Torre direttamente in mezzo alla foce del Tago, tornare indietro di circa 500 anni e magari affacciarsi dalla stanza del governatore, una delle più belle della Torre di Belem.
Usciti dalla Torre, ci siamo adagiati sulle panchine che si trovano proprio di fronte e all'inizio dei giardini. Il vento fresco dell'Atlantico e il sole caldo, non hanno fatto altro che aiutarmi a schiacciare un piccolo riposino. Questa è la sera della "Marisqueria UMA", ma come ho detto se ne riparlerà in una sede più opportuna (mamma mia che mangiata!).

Lisbona è anche altro, è anche il Barrio Alto, altro quartiere di Lisbona. Arrivaimo a Praca dos Restauradores e tramite l'Elevator da Gloria, rimesso in funzione proprio quest'anno, si arriva al Barrio Alto e camminando a Largo do Chiado . L'elevator do Gloria, non è altro che vecchio un tram elettrico che si arrampica in una salita molto ripida e il suo costo rientra sempre nella tessera giornaliera Viva Viagem. A Largo do Chiado, troviamo il Caffè Brasileira, ove Pessoa era solito fermarsi . Infatti troviamo una statua in bronzo in suo ricordo. Edificio noto è anche Tavares, un tempo locale per bere un buon caffè e ora ristorante di alta classe e prezzi proibitivi. A proposito di caffè, devo dire che a Lisbona non ne sentirete la mancanza, infatti bere un buon caffè non è affatta difficile. Simbolo di Barrio Alto, è "Igreja de Carmo", chiesa mai restaurata dopo il 1755, proprio in ricordo dell'infausto evento.
Alla stazione della Metro Baixa-Chiado, prendiamo due delle quattro linee esistenti a Lisbona, la verde fino a Alameda, poi cambiamo e prendiamo la rossa fino a Oriente. Le altre due linee sono rappresentate dal blu e dal giallo. Le stazioni sono tutte pulite , perfino dove sono i binari non si trova un pezzo di carta. Usciti dall'imponente stazione Oriente, costruita appositamente per l'Expò del 1998, ci troviamo di fronte il Centro Commerciale Vasco e Gama, che è situato all'inizio del "Parques das Nacoes", centro dell'evoluzione della nuova Lisbona. Qui fino al 1990 era tutto abbandonato, era un'area industriale in disuso, invece la voglia di rinascere dalle ceneri della dittatura hanno trasformato questo luogo nella voglia di Lisbona di riscattarsi agli occhi del mondo. Senza dubbio l'"Oceanario de Lisboa" è una delle attrattive più importanti. Il biglietto è un po' caro, noi abbiamo speso in tre euro 26,50, però Jacopo si è divertito molto, soprattutto nel vedere il pesce Lua, i pinguini, le lontre, gli squali e tutte le altre attrazioni che ci sono. Nel paragonarlo a quello di Barcellona, devo dire che quello spagnolo è stato più interessante. Da li abbiamo preso la teleferica , anche se prima Jacopo si è voluto divertire con delle macchine a pedali che si affittano e fare la gincana nel parco. Con la teleferica siamo arrivati alla Torre Vasco de Gama, sede dell'osservatorio, ma purtroppo chiusa per lavori, a quanto pare di consolidamento. Sempre da li si vede il più lungo ponte d'Europa, sempre intitolato a Vasco de Gama, lungo ben 17 chilometri. Il parco è bello anche per i continui giochi di acqua che attraggono i turisti. E' anche sede del Casinò.
Dopo aver effettuato qualche piccola spesa al Centro Commerciale, abbiamo ripreso la metropolitana e siamo tornati nuovamente al Chiado e, purtroppo, abbiamo deciso di cambiare strada , cioè abbiamo abbandonato la nostra Rua dos Sapateiros, andando a cena da "Lsboa Noite", in Rua das Gaveas 69. Ecco, noi siamo andati, la "sola" l'abbiamo presa , per cui voi che leggerete evitate di andare. E' un locale frequentato esclusivamente dalla gente bene di Lisbona, non abbiamo visto un turista. Il locale è bello, ma il rapporto qualità/prezzo è pessimo.

Scrivendo ti vengono in mente tante cose, per esempio, quando siete a Baixa, non dimenticate di dare uno sguardo alla "Casa do Alentejo", restaurata nel 1919 e oggi è un ristorante. All'interno c'è un patio neomoresco . I locali lasciano un po' a desiderare in quanto sono abbastanza trascurati. Alentejo, è una regione del Portogallo, anche se non sono sicuro se il nome è riferito a questo o a qualche altro motivo.
Se vi riducete all'ultimo giorno per i piccoli acquisti e questo giorno è la domenica, non disperate, perché al contrario di ciò che dicono le guide, i negozi al centro per il 50% sono aperti, quelli di souvenir sono tutti aperti, ma voi andate in Rua Augusta 133. C'è "Madeira House", un negozio che vende esclusivamente prodotti fatti in Portogallo. Ci trovate tante di quelle cose carine e magliette davvero particolari, con il simbolo di Lisbona, cioè il tram elettrico. Qui abbiamo trovato il completo di Cristiano Ronaldo della nazionale portoghese, esclusivamente made in Portogallo. E poi, come al solito, troverete tanta simpatia e soprattutto gentilezza.
Sempre al Rossio, è facile che vi fermino per vendervi marjuana, hashish e altro ancora, però basta dire di no e tutto è a posto. Poi certo, se avete voglia di tornare a qualche esperienza fatta qualche tempo fa, fate pure. Però una cosa la dovete acquistare assolutamente, la "ginja", liquore portoghese alle amarene. Erroneamente noi ne abbiamo acquistato una bottiglietta da mezzo litro, è sparita in men che non si dica. Per cui compratene molta di più.
Ricordate che si parla il portoghese e non lo spagnolo, anche se sono simili. Mai dire "grajas".

Cosa dire ancora, che ci tornerei subito a Lisbona, perché se ci vai ci vuoi tornare. Quell'obrigado, lo senti tante e tante di quelle volte durante la giornata, che tornato a casa ne senti subito la mancanza. Il clima è stupendo, con il vento dell'Atlantico che rinfresca le giornate estive.
A questo punto dico"mui obrigado Lisboa".

lunedì 25 agosto 2008

Ristorante "Domus Sarda" - Cagliari

Proseguendo nella scoperta di locali a Cagliari ove si mangia molto bene, vi voglio segnalare questo circolo agro-gastronomico, che si trova nel cuore della città e precisamente in Via Sassari 51, proprio di fronte al porto.
Avendo soltanto il nome della strada e non il civico , è stato un pò difficile da trovare , ma alla fine siamo stati premiati alla grande.
Premetto, che avevamo cercare di prenotare presso gli agriturismi della zona, ma il numero 15 ci precludeva qualsiasi mangiata.
Mi spiego meglio, per poter mangiare presso un agriturismo, bisognava essere minimo 15 persone e noi non siamo , mai, riusciti a raggiungere questo numero.
Fortunatamente avevamo provveduto a prenotare, perchè poi abbiamo visto molte persone che son dovute andare via in quanto il locale era strapieno.
E se il locale è pieno anche in un normale mercoledì sera, qualcosa significher�.
E' gestito da dei ragazzi e questoè� molto positivo.
Si comincia con il classico piattino di olive per cominciare a sgranocchiare qualcosa.
Viene vicino a noi la ragazza e ci chiede se può cominciare a portare gli antipasti.
Salumi, formaggi di capra, compreso quello spalmabile, melanzane al pomodoro, ceci e pachino e , secondo me il miglior antipasto, cioè fave con broccoletti pancetta e pepe, magnifiche. Il tutto accompagnato da fette di pane caldo condito con olio e pane carasau.
Per quanto riguarda il vino, si può scegliere fra quello della casa e quello imbottigliato , comunque della zona del cagliaritano. Noi per non sbagliare la prima volta abbiamo preso lo sfuso e la seconda quello imbottigliato.
Per i primi si va dai culurgiones al sugo, alla fregola in bianco con fiori di zucca e zucchine, gnocchetti con sugo di salsiccia, ecc. Tutto buono.
Per i secondi, il piatto forte è la grigliata, cioè un misto delle carni più prelibate.
Io personalmente ho scelto carne di cavallo, asino e guancia di vitella. Carne buona e ottimo anche il condimento. Un bel pinzimonio, ha accompagnato questo secondo piatto. Comunque si potevano anche scegliere bistecche di maiale, di vitella, ecc.
I dolcetti del luogo, soprattutto di pasta secca, mirto o filu e ferro e eventuale caffè.
Per 4 adulti e 2 bambini abbiamo speso 130 euro, la seconda volta invece 10 euro in più, in quanto abbiamo preso il vino imbottigliato.
La mia considerazione su questo locale è molto buona, ma un gradino sotto a "sa muskera", comunque parliamo di ottimo cibo.
Per prenotare il numero di telefono è : 070653400 e visto che su due volte che siamo andati, c'erano solo posti in piedi, la prenotazione è obbligatoria e non semplicemente gradita.

giovedì 21 agosto 2008

Ristorante "Sa Muskera" - Serdiana- Cagliari

Avendo soggiornato a Dolianova e avendo provato i due ristoranti del luogo, Franco buono, Blueyes assolutamente da evitare, siamo andati in cerca di un ristorante che fosse in zona.
Lo abbiamo trovato a Serdiana, 3 minuti da Dolianova e appena 14 chilometri da Cagliari.
Vediamo un cartello pubblicitario, chiediamo informazioni e ci dirigiamo verso il luogo in questione. Entra il mio amico, prenota per le ore 21,15 e quando rientra in macchina, mi dice:
" secondo me, in questo ristorante, si mangia molto bene".
Parole non furono mai così vere.
Non abbiamo mangiato bene, ma benissimo, tanto che, ci siamo tornati tre volte.
Appena arrivati, nel giardino abbiamo visto Bruno Paba,il titolare, che stava cuocendo un bel porcellino alla brace.
Alll'interno, ci ha accolto la moglie Serafina, la quale ci ha fatto accomodare e ha subito creato un buon rapporto con i nostri bambini.
Al centro del tavolo un piattino di olive, che è uno dei punti di forza del luogo.
Abbiamo preso un antipasto con salumi e affettati del luogo, ma il piatto forte è stato quando sono arrivati i formaggi, pecorino e provolone, su tutti.
Prima che mi dimentichi, volevo spiegare il significato di "sa muskera", in pratica in un angolo del locale, c'è una teca chiusa con una rete in cui venivano conservati i formaggi , i salumi e i cibi in genere, per preservarli dall'attacco della mosca.
Ritornando ai cibi, i primi sono sensazionali, su tutti i culurgiones, pasta fresca ripiena di patate e menta, con sugo fresco, o in bianco semplicemente con il loro olio; poi abbiamo i malloreddus, cioè i tipici gnocchetti sardi, conditi con sugo, salsiccia, zafferano e funghi; che dire della fegola, condita con sugo di capra e pecorino? strabiliante.
La carta dei vini , è fornita soprattutto di vini del luogo, esattamente di Serdiana, per cui cantine Argiolas e cantine Pala. Il Triente della cantina Pala, è un cannonau , che segna 13,5°. E' talmente buono, che il giorno successivo siamo andati direttamente presso la cantina Pala e abbiamo acquistato dei vini, dopo aver avuto la possibilità di effettuare una visita alla cantina stessa.
Tornando a "sa muskera", parliamo dei secondi.
Per me il più buono in assoluto, è la pecora in umido; da non sottovalutare il cinghiale sempre in umido e la bistecca di pecora. In tutto questo , non si può non parlare del maialino, cotto in maniera superba. Ha un sapore che non ha eguali, almeno per quelli che ho assaporato io in altre parti della Sardegna.
Ora vorrei anche trattare della gentilezza dei proprietari e il loro modo di giocare con i bambini, soprattutto da parte di Bruno. E' un aspetto importante, in quanto anche per i bimbi il tempo passa velocemente.
Il conto dopo tutto ciò, dovrebbe passare in secondo piano, in quanto quando c'è la qualità si paga anche qualcosa di più.
Beh, 115 euro, compreso il filu e ferro e i dolcetti, per 4 adulti e due bambini, mi sembra un prezzo eccellente, come eccellente è il locale e i loro titolari.
Parlando con la signora Serafina, mi ha detto che hanno aperto la loro attività circa 4 anni orsono e che molte persone, vengono attraverso il movimento del turismo del vino, per cui un gran connubio nella cittadina di Serdiana.
Mi sono ripromesso di tornare a mangiare in questi locale, o quando sarò di nuovo in ferie o , se per lavoro, mi dovrò recare a Cagliari, tanto sono solo 10 minuti di auto.
Alcune notizie, il locale è chiuso il martedì ed è gradita la prenotazione. Si trova in Via regina Margherita 8/A tel 070743687, cellulare 3493153297.
Se telefonate chiedete cosa vi piacerebbe degustare e vedrete che Bruno cercherà di accontentarvi

mercoledì 13 agosto 2008

Ristorante "Er Corsaro" -Tarquinia - Roma

Siamo in quattro, partiamo da Roma e ci dirigiamo a Civitavecchia, alle terme della "ficoncella".Sono vasche di acqua non calda, ma bollente, molto buone per chi soffre di problemi reumatici e di articolazione. Siamo stati circa un paio di ore e poi ci siamo diretti in località S.Agostino (tarquinia), presso il ristorante-stabilimento balneare "Er Corsaro". Per arrivarci , bisogna conoscerlo, altrimenti casualmente è praticamente impossibile. Uno di noi, in esate viene in vacanza da queste parti, per cui tutto è stato molto semplice.
Arrivati, in un normale venerdì di inverno, ci siamo accomodati, scegliendo dove sederci, in quanto non c'era molta gente. Subito mi ha colpito la pulizia dei bagni, cosa di non poco conto.
La lista dei vini, è veramente buona, noi abbiamo scelto un bel traminer per accompagnare il pranzo a base di pesce. E che pesce, signore miei, era veramente da tanto tempo che non mangiavo così. Per tenerci buoni, ci hanno portato una focaccia calda, tanto per fermare lo stomaco e poi è iniziati il trionfo dei sapori. Abbiamo preso una serie di antipasti, che toccato il top, con l'arrivo delle ostriche e delle mazzancolle, crude naturalmente. Il sapore di quelle ostriche era veramente ottimo e ho potuto raffrontarle con quelle che avevo mangiato 15 giorni prima a Parigi. Buone anche quelle di Parigi, ma queste una spanna sopra , e le mazzancolle crude sono state un'autentica sorpresa, logicamente positiva. All'inizio ci hanno portato dei moscardini al sugo e delle seppioline al nero, da rimanere con il pezzo di pane in mano, per cercare altro sugo per pulire bene il piatto. Il soutè di cozze, è stata la cosa più normale in questo contesto. Prima del tonno e del salmone in carpaccio, ci hanno portato delle tarine al caviale rosso e nero.Ottima anche l'insalata con polpa di granchio, vongole e telline. E che dire dell'abbinamento tra rucola, scaglie di parmigiano e gamberi, sublime. I funghi crudi con varietà di pesce un altro abbinamento grandioso. Vi dico che dopo questo, eravamo pieni a dir poco, ma la gola e la bontà dei piatti, ci ha spinto a riprendere altre due porzioni di moscardini e polipetti.
La grappa di cartizze, conferma la bontà della lista anche per quanto riguarda gli alcoolici.Il dolce veniva dalla Campania, di quelli confezionati, ottimo anche quello, ma, purtroppo, non ne ricordo il nome.
Il prezzo alla fine, considerando ciò che abbiamo mangiato e bevuto, le bottiglie di vino alla fine sono state due e avendo chiuso con un buon caffè, è stato congruo, 50 euro a testa, con ricevuta fiscale, il che non guasta mai.
Usciti dal ristorante, per smaltire tutto il cibo, abbiamo percorso 10 metri e ci siamo trovati sulla spiaggia, sotto un bel sole, non molto caldo, ma piacevole. Abbiamo fatto una bella passeggiata e gustato ancora di più, quel posto e i suoi sapori.
Il ristorante in inverno è chiuso la domenica sera e il lunedì, mentre nel periodo estivo è chiuso la domenica sera. Per eventuali prenotazioni o per farsi spiegare bene come arrivare, il tel è 0766843001, oppure cell 335218742 o 3339972230 e buon appetito.

martedì 5 agosto 2008

Madrid - Ristorante Tienda de Vinos -

Nel mio viaggio a Madrid (dicembre 2006), girando per le zone intorno al centro, mi sono ritrovato nell'affollatissimo quartiere trendy di Madrid, Chueca. Un quartiere particolare, ma molto interessante e pieno di vita.Proprio vicino alla stazione della metro Chuega, in via Augusto Figueroa 35, si trova questo delizioso locale, tipico ristorantino madrileno, come una trattoria a roma. Arriviamo verso le 20,30, ma prima delle 21 non apre.Ci facciamo un giretto, tanto la vita cittadina non si ferma quasi mai e verso le 20 e 45, siamo di nuovo di fronte al locale.Troviamo una coppia di italiani con il figlio, parliamo un pò con loro , così il tempo passa rapidamente.Come consuetudine spagnola, alle 21 c'eravamo solo noi italiani, in quanto loro non cenano mai prima delle 21,30. Il locale è grazioso, pieno di foto d'epoca, poster e alcune rappresentazioni di dipinti famosi. I ragazzi , titolari del locale, sono molto gentili, a differenza della maggior parte dei madrileni, tutti un pò scostanti. Ci fanno accomodare e portano subito due bottiglie di vino rosso e due caraffe di acqua.Prima di raccontarvi del cibo, vi parlo un pò della storia di questo locale. Esiste dal 1890 e da quattro generazioni continua a vivere, anche se con nomi diversi. All'inizio si chiamava "la taberna del guitarrista", poi è diventato, fino al 1930, "el comunista", poi è diventato "tienda de vinos".
Per iniziare , viene presentato il menù, logicamente tutto in spagnolo e anche se la lingua è affine alla nostra, alcuni prodotti era molto complicato capirli.Il ragazzo che ci serviva, non parlava inglese, ma niente paura, è bastata una penna e tanta iniziativa e il problema è stato risolto. Infatti, la tavola è apparecchiata con una tovaglia di carta, per cui su questo enorme foglio, il ragazzo ha cominciato a disegnare ciò che noi non capivamo dal menù.E' stato divertentissimo e da noi molto apprezzato.Il piatto forte, è la zuppa di aglio, ma eravamo una decina in tutto e nessuno si è permesso di prenderla.Altre zuppe molto buone , sono quelle di lenticchie e di fagioli, quelle le abbiamo prese e tenete conto , che ve le portano nei piatti che sembrano essere usciti da casa vostra, insomma nulla di raffinato, ma tutto molto buono.Altra piatto spettacolare, è la trippa.Dato che era un bel pò di tempo che non la mangiavo, ho preso la palla al balzo, con una sguardo di mia moglie di non approvazione.Ma io la cucina locale la devo provare quasi tutta e poi la trippa con la mentuccia, è dei più buoni piatti romani.Tornando a noi, nella trippa, c'erano dei tocchi di salsiccia di fegato, io pensavo, ma il mio amico Cosimo, non era dello stesso avviso, così abbiamo chiesto al nostro amico cameriere e lui facendo un segno sul braccio, ci ha fatto chiaramente intendere che si trattava di sanguinaccio.Io non lo avevo mai mangiato, in quanto prevenuto, ma devo dire che è veramente buono. Dopo questo antipasto, ci potevamo anche ritenere soddisfatti, ma la gola e la stanchezza, hanno preso il sopravvento, così siamo passati a dei secondi a base di pesce, piatti semplici ma saporiti.Una buona frittura mista e delle triglie, penso che fossero tali, alla livornese, insomma con pomodoro e spezie varie.Come contorno, una peperonata, con molte verdure, due piatti per tutti i commensali. Il dolce, era quello della nonna, la classica torta fatta in casa e poi un bel bicchierino di grappa, anzi più di uno, per digerire. Il prezzo? io penso che 17 euro a testa, tutto compreso, vada più che bene.Ci dovete mettere anche la simpatia e la disponibilità di chi lavora al ristorante. Quando siamo usciti, la fila era enorme, non vedevano l'ora, da fuori, che ci alzassimo per liberare un pò di posti.
Tienda de Vinos, si trova proprio alle spalle di Piazza Chueca, ove c'è la fermata della metropolitana.Conviene prenotare, il telefono è: 915217012.
Lo consiglio vivamente, perchè non si può non mangiare, almeno per una sera, un piatto tipico madrileno.

lunedì 28 luglio 2008

Castello Miramare "Parco tropicale" - Trieste

Nella nostra tappa a Trieste, non poteva mancare una visita al Castello di Miramare. Molto bello e soprattutto interessante anche per i bambini, soprattutto grazie alle audio guide e alle postazioni multimediali che spiegavano meglio la storia di Carlotta, figura principale del Castello. Ma il Castello, è anche sede di un bel parco e bei giardini, ma, soprattutto, del Parco Tropicale, realizzato grazie all'opera del wwf, che proprio intorno al Castello ha realizzato un'oasi naturale. Passeggiando lungo le mura del Parco, si possono vedere innumerevoli pesci proprio vicino alla riva, uno spettacolo molto bello. Ma torniamo al Parco Tropicale. Abbiamo saputo della sua esistenza, in forma un pò diversa, nel senso che ci hanno parlato del "giardino delle farfalle". In realtà anche l'opuscolo informativo parla della possibilità di vedere e toccare le farfalle, tra cui la più grande al mondo, con oltre 30 cm di apertura alare e la Greta oto, la farfalla con le ali trasparenti. Le farfalle , purtroppo non c'erano, ma tutto il resto è stato molto bello e interessante e non solo per i bambini.Sono le Serre Storiche, che ospitano i vari animali. All'esterno delle serre, troviamo fenicotteri, gru e pellicani, ai quali bisogna stare molto attenti, in quanto se disturbati troppo, diventano pericolosi. Infatti si raccomanda di tenere i bambini per mano. La prima serra, è quella che ospita i "colibrì". Il colibrì, è l'unico uccello che può volare a oltre 100 km orari, in qualsiasi direzione, per cui anche di retromarcia e sbatte le ali fino a 100 volte al secondo. Noi abbiamo avuto la fortuna di vedere un piccolo colibrì appena nato ed è un evento veramente eccezionale.All'interno degli stessi, ci sono poi varie famiglie, tutte belle e colorate. Quando si entra nella serra, bisogna fare attenzione a richiudere bene le tende, per fare in modo che non escano dal loro habitat naturale. All'interno fa veramente molto caldo e talvolta anche l'odore non è dei migliori, infatti ricordo, che proprio nella serra dei colibrì, i bimbi si sono lamentati per il forte odore di buccia di banana, cibo molto apprezzato da questi uccellini. Continuando si passa alla serra di coloro che riescono a mimetizzarsi con l'ambiente circostante. Non ricordo il nome di un rettile, il quale ha la straordinaria capacità di cambiare colore in modo repentino e soprattutto la sua sete, infatti spruzzato con un pò di acqua, ha tirati fuori la sua lingua e ha cominciato a leccarsi lungo tutto il corpo. La vera punta di diamante di questo settore, è il famoso fungo, che a dire della guida, ha circa 25 milioni di anni, che vive perfettamente in simbiosi con le formiche. E' stato ricreato un ambiente perfetto, in modo che uno abbia necessariamente bisogno dell'altro. Le formiche operaie prendono le foglie da una parte, poi le portano dentro il fungo, il quale grazie al lavoro fatto dalle altre formiche, che rendono poltiglia il nutrimento, può nutrirsi e continuare questa stupenda simbiosi. Al centro del fungo, che è a forma di cubo, troviamo la formica regina, la quale è protetta, costantemente, da formiche preposte a questo. Insomma una perfetta organizzazione. Poi si passa all'animale, più simpatico e chiacchierone, cioè il pappagallo. Per fare in modo che la guida gli dia qualcosa da mangiare, ha imparato questa frase "come stai?" e quello significa che gradisce sgranocchiare. E' ormai la mascotte del Parco, in quanto è nato proprio lì. Ci sono anche molti pipistrelli, naturalmente a testa in giù e anche in questo caso siamo stati fortunati, in quanto abbiamo potuto intravedere i piccoli appena nati. Non mancano, logicamente, i pesci tropicali e il mitico serpente cobra.
La visita dura circa 30 minuti e per i bambini è molto educativa, soprattutto per quanto riguarda il rispetto verso l'ambiente e gli animali stessi. Lo scopo di questo Parco, è quello educare ad avere rispetto dell'ambiente che ci circonda e non solo, di avere rispetto anche di quell'ambiente che non rientra nella nostra vita quotidiana e che, purtroppo, per mano dell'uomo, sta scomparendo. Questo Parco, vuole salvaguardare quegli animali che sono in via di estinzione.
Il Parco, è aperto tutti i giorni dalle 10,00, fino ad un'ora prima della chiusura del Castello di Miramare, per cui dipende dagli orari invernali e estivi. Per informazioni, si può chiamare il numero: 040224406. Il costo del biglietto, è di 6 euro e 50 centesimi per gli adulti e 3 euro e 50 centesimi per i bambini. Le visite, tutte con guida e devo dire che il ragazzo che ha seguito il nostro gruppo, era veramente bravo, ma soprattutto appassionato, iniziamo ogni 30 minuti.
E' un luogo da vedere e da scoprire, credetemi.

lunedì 21 luglio 2008

Istria

Il tre di Agosto, ha inizio la nostra avventura vacanziera verso la Croazia e precisamente nella regione dell'Istria, molto vicina all'Italia. Da Trieste partiamo direzione Slovenia, per passare il confine. Oggi 4 Agosto , non è una giornata qualsiasi, ma per la viabilità è da bollino nero, il massimo del caos.
Fortunatamente, la sera del 2, da casa, navigando per i vari siti relativi alla Croazia, sono venuto a conoscenza di un'informazione utilissima. In pratica, c'è un valico doganale tra Slovenia e Croazia, che è sconosciuto ai più. Infatti il 95% dei vacanzieri non conosce la cittadina di Segovlje(Sicciole in italiano), cittadina nota per le saline e per essere sede del terzo aeroporto della Slovenia.Per farla breve, in meno di un'ora, abbiamo attraversato tutte e due le dogane e cosa molto importante, al valico tra Slovenia e Croazia, ci hanno dato cartinem bottiglie di acqua e caramelle, insomma una bella accoglienza. Chi ha fatto la solita strada, cioè direzione Muggia, ha impiegato, partendo da Treviso alle tre id notte, ben sei ore per arrivare a Porec (Parenzo in italiano).
Per noi, passato il valico, arrivare a Pola (Pula) e poi a Banjole, che si legge Bagnole, è stata questione di circa un'ora. E che bella casa, anzi villa, abbiamo affittato per una settimana. La signora Vlaska, proprietaria della "Villa Adamenko". La signora Vlaska, è stata molto gentile e anche un pò puntigliosa per le regole da seguire per il buon mantenimento della casa. E' disposta su due piani, in quello inferiore c'è un bagno, il salone e la cucina, mentre al piano superiore troviamo un altro bagno, due camere da letto e quella per i bambini, con due lettini singoli. Fuori c'è un grande gairdino, con ai lati i filari dell'uva, quasi matura e un bel barbeque che una sera abbiamo usato per fare un'ottima grigliata di carne e pannocchie (mais).
Per quanto riguarda i ristoranti in zona e precisamente li a Banjole, c'è ne uno che supera tutti di una spanna. La prima sera abbiamo cenato a Prementura e precisamente da Giovanni, una pizzeria che non ha lasciato il segno, insomma niente di speciale. Un'altra sera siamo andati alla konoba(locanda) Suzi, segnalata da un viaggiatore ma veramente niente di speciale, soprattutto dopo aver assaggiato le specialità di "Konoba Sidro", ove sidro, significa "ancora" in italiano. Abbiamo mangiato il filetto più buono in assoluto. Ricordate la pubblicità di quel tonno che si tagliava con un grissino, ecco questo er ail filatto che abbiamo mangiato per 12 euro la porzione, circa 84 kune (7 kune= 1 euro).I proprietari sono gentili a dir poco e ai bambini, alla fine della cena, regalano sempre un dolcetto e se siete fortunati come noi, potreste capitare in una della serate , in cui in un tavolo pieno di bicchieri di birra e vino, si canta apiù non posso, sprizzando gioia e entusiasmo per buona parte della serata.Abbiamo mangiato anche dei buonissimi dolci, ma nulla a che vedere a quello che vi narrerò su Plitvice, ricordarte solo il nome del dolce, cioè Palacinko Waitchateau.
Abbiamo anche provato un'altra konoba, cioè konoba Teza, ma la lentezza del servizio e la normalità del cibo, a fatto si, che ci abbiamo visto una sola volta. Per cui, se andate a Banjole o Pola, non potete non andare da konoba Sidro, che si trova in Via Dracice 25, tel 052/573-805.
Nel parlarvi della villa, vi ho anche detto del giardino e del barbeque, che abbiamo sfruttato per un'ottima cena a base di carne. Per l'occasione siamo andati al mercato di Pola. Trovare parcheggio è stata un pò dura ed ho assistito ai litigi, non molto rari, tra automobilisti. Se ne vedono spesso di queste scene, infatti bisogna essere molto attenti a quel che si fa e si dice. E' un mercato molto ben fornito e con prezzi più bassi rispetto ai nostri. Il tutto è dovuto al fatto che hanno ancora la oro moneta. Pola è una cittadina di circa 810 mila abitanti, che ha sfruttato molto il turismo, forse anche troppo. Cioè molti negozi, con qualità bassa.
Tutti i nomi delle strade, sono scritti sia in in croato che in italiano. Dal 1947, cioè dopo la nostra sconfitta nella seconda guerra mondiale, è stata annessa alla Jugoslavia e poi, dopo le vicissitudini ben note alla maggior parte, è stata annessa alla Croazia. Comunque l'impronta della lingua italiana, non abbandoneranno mai Pola e tutta l'Istria. Pola è la più grand città Istriana ed è un autentico tesoro per gli appassionati di cultura.
Passeggiando, noterete molti monumenti dell'architettura romana.: l'Arco di Sergi del primo secolo prima doi Cristo, porta Ercole e porta Gemina, il Temio di Augusto e l'Arena. La piazza principale della città è il Forum, che mantiene la funzione di ritrovo fin dai tempi dell'Imperatore Augusto. Tornando al cibo, la qualità della carne ottima e il prezzo ancor di più, otto euro per una bella bistecca di manzo, simile alla fiorentina. ora vi parlerò del mare, cioè il vero motivo per cui siamo venuti in Croazia. Devo dire che all'inizio ero un pò titubante per il divertimento dei bambini, in quanto ci sono solo scogli e sassi, ma nulla di più sbagliato. Dire che si sono divertiti è poco, aiutati anche dal fatto di avere immerso i piedi in un mare molto pulito e con colori straordinari. l'unica spiaggia presente a Pola, è quella di Medulin e siamo letteralmente scappati, sia per l'enorme quantità di gente, sia perchè l'acqua non era bella come quella dei sassi.
Ma il vero posto incantevole, cioè il luogo dove siamo stati più volte e che vi racconterò in un'altra opinione, è Capo Kamenjak, un paradiso vero è proprio, anche con tante persone, riesce a mantenere inalterato il suo fascino. L'acqua non è eccessivamente fredda, come ho letto in parecchie notizie su internet e l'unica cosa, che potrebbe dare fastidio, è il nudismo, praticato in molte zone dell'Istria.
Non ho nulla contro, ma ostentare questo stile di vita di fronte a tutti e tutto, mi sembra un pò troppo.Mi ha fatto molto ridere , vedere un uomo guidare un motoscafo, per cui in piedi, tutto nudo.questo vuole essere solo una notizia in più per chi ha voglia di andare in Croazia. Se siete interessati a soggiornare a Banjole e soprattutto alla Villa Adamenko e io ve lo consiglio, vi lascio l'indirizzo, cioè Via Dacice 35 (la stessa di Sidro), tel : 385 (0)98/335221. Altra cittadina vicina è Rovinj (Rovigno), la più bella in assoluto. E' una piccola Venezia in Istria, non potete assolutamente perderla.
Insomma andate in Istria e vi divertirete, questo è poco ma sicuro. Da li siamo partiti alla volta di Opatja (Abbazia) e poi Plitvice, ma sono altri racconti questi.
Dimenticavo una cosa importante, appena passate il confine con la Slovenia, fate il pieno di carburante, costa tra i 20 e i 25 centesimi di meno al litro, un bel risparmio.

venerdì 18 luglio 2008

UN PREMIO BRILLANTE


Grazie a Gisella "www.gy-raggiodisole.blogspot.com" che mi ha " regalato "il premio ' Brillante Weblog'.

Il regolamento dice che:

1) al ricevimento del premio bisogna scrivere un post mostrando il premio e citando il nome di chi ti ha nominato e il suo link

2) scegliere minimo 7 blog (anche di più volendo) che ritieni essere brillanti nei loro temi o design,

3)esibire i loro nomi e link avvisandoli del premio ricevuto

4) facoltativo è esibire la foto o il profilo di chi ti nomina e di chi nomini.


1) http://sauvage27.blogspot.com/
2)http://lepassionidellamenteedelmiocuore.blogspot.com/
3)http://melina2811.blogspot.com/
4)http://wwwblogdicristian.blogspot.com/
5)http://cucinareconpassione.blogspot.com/
6)http://crocieristi.blogspot.com/
7)http://opinionidirette.blogspot.com/

giovedì 17 luglio 2008

Capo Kamenjak - Croazia -

Torniamo a noi e più precisamente a questo luogo, che è uno dei più bei luoghi che abbia mai visto.
E' il 6 di Agosto e decidiamo di andare a Capo Kamenjak.. Da Banjole, sono dieci minuti di macchina.Si arriva a Premantura e da li, l'ingresso è molto vicino. La strada polverosa e i dossi lungo il percorso, sono ripagati da delle baie mozzafiato e tutte raggiungibili a piedi. L'acqua è un pò fredda, ma poco male, tutto il resto è stupendo. L'ingresso costa 20 kune, circa 3 euro e all'entrata ti danno anche un sacchetto per mettere la sporcizia. Il biglietto d'ingresso contiene anche la targa dell'auto, così da fare in modo da poter tenere sotto controllo qualsiasi tentativo di vandalismo. Il limite di velocità è di 20 km/h e proprio a questo servono i dossi. Si percorre la dorsale della penisola di Glavica, cioè la penisola che ospita Kamenjak. e in meno di dieci minuti si raggiunge l'estremo lembo della stessa. Ci sono molti alberi di alto fusto, però l'ultimo tratto ne è quasi sprovvisto, per cui l'ombrellone è il caso di averlo con se. Questa situazione, la potreste trovare anche nell'unica baia sabbiosa di Capo Kamenjak, cioè la baia di Debeljak, una piscina naturale. La baia di portic, è sicuramente la più interessante, soprattutto al tramonto e dato che il Parco chiude alle 22, potete star certi che questa baia risulta una della più popolate verso l'imbrunire. Noi abbiamo avuto l'opportunità , data la stupenda giornata, di poter vedere da questa baia, l'isola di Kres.
Ora non ricordo i nomi di tutte le baie, ma da una di queste ci siamo spostati e siamo andati al "Safari Bar", che è sito sempre all'interno di Capo Kamenjak.
E' assolutamente da vedere, infatti è un piccolo bar, circondato da capanne con tavolini sotto le stesse. La birra alla spina, viene spillata direttamente da un tronco, è una cosa particolarissima. Io ho bevuto tre sangria, 15 kune l'una e dopo la terza la testa ha cominciato a sentirsi un pò pesante. Noi non ci smentiamo mai, infatti anche li abbiamo mangiato, gustando un ottimo panino con le seppie e un bicchierone di olive per accompagnare le varie bevute. I bambini, nel frattempo si divertivano con i giochi messi a disposizione appositamente per loro.
Nelle baie ci sono anche dei piccoli bar, forniti solo del necessario per sopravvivere, per cui panini e acqua portateli da casa. e spiagge sono tutte di sassi e roccia, però sono rocce a forma di lastroni, per cui con un materassino che vendono da quasi tutte le parti dell'Istria, starete più che comodi.
Capo Kamenjak, è lungo circa 3400 metri, la sua larghezza varia tra i 500 e i 1600 metri. Ha una costa lunga e frastagliata e un paesaggio armoniosamente ondulato che alterna colline a piccole valli. L'altezza sul livello del mare , varia da 0 a 40 metri.
Il perimetro di Donji (Capo) Kamenjak e dell'arcipelago di Medulino si estende dal Villaggio di Premantura e la Penisola di Glavica verso l'estremo sud del Capo kamenjak e comprende 11 isolotti disabitati.
Il paesaggio è composto dalle comunità della gariga, della macchia delle piccole pinete e dei terreni agricoli, mentre dal punto di vista botanico e geografico appartiene alla macchia mediterranea.
Il paesaggio sottomarino di Kamenjak, è ricco di specie vegetali e animali, tra le quali numerose di queste in pericolo e protette dalla legge, come il cavalluccio marino, la nacchera e il dattero di mare.
La cattura dei datteri di mare , i quali vengono raccolti spaccando la roccia con picconi, provoca la distruzione delle scogliere e la desertificazione del fondo marino.
Sull'isolotto di Fenoliga, sono state trovate traccie di impronte di dinosauro., per cui relative a circa 80/90 milioni di anni fa.
La gestione del Parco e dell'arcipelago è affidata all'ente pubblico : JAVNA USTANOVA KAMENJAK . Il comune di Medolino è il fondatore e proprietario dell'ente.
Cosa altro dire, che sicuramente farete come noi, non vi basterà andare una volta a Capo Kamenjak, in quanto rimarrete incantati dalla sua bellezza, dai colori, dagli odori e dai suoni del mare e del vento, per cui una seconda volta sarà d'obbligo.

lunedì 7 luglio 2008

"Coté Restaurant" Londra

E' un sabato sera a Londra, la giornata è stata chilometrica , non si sa quanti ne abbiamo percorsi. Decidiamo di lasciar perdere guide e indirizzi consigliati , così per la cena ci affidiamo al nostra fiuto, un fiuto che anche questa volta non ci deluderà.
Ci troviamo nel quartiere di Soho, uno dei più vivi e pieni di giovani di Londra.Tra un pub e l'altro, notiamo questo ristorante, che emerge dal resto, per la sua sobria eleganza, quella nota in più che non disturba.
Siamo in Wardour Street 124-126, praticamente ad un tiro di schioppo da ChinaTown.
Entriamo e ci sembra quasi di essere a casa, in quanto molti ragazzi e ragazze che lavorano li sono italiani. A Carla e il sottoscritto la cosa ci piace ancora di più, in quanto la cucina è francese. Per noi innamorati di Parigi è il top.
Siamo in otto, così ci fanno accomodare in una saletta a parte, siamo lontani dal vociare degli altri commensali, così possiamo parlare con una certa facilità.
Arriva subito il nostro cameriere che è inglese purosangue e infatti ho qualche difficoltà a seguirlo, data la sua velocità nel parlare.
Ci porta un paio di bottiglie di acqua e a ognuno di noi porge un menù. Prima di tutto chiediamo dove sia il bagno, dapo una giornata in giro per Londra, una lavatina alle mani è il minimo. Che bagni, ragazzi. Puliti è dir poco, ma soprattutto in linea con il locale, eleganti ma senza invadenza.
Torniamo ai nostri menù. Cominciamo con una piccola disquisizione sui vini, bianco o rosso, dipende da cosa si mangia. Alla fine siamo tutti d'accordo per un "La place Viognier 2006" Vin de pays doc, un bianco formato da un vitigno che si trova in un vino bianco del Lazio "Antinoo" della cantina Casale del Giglio. Alla fine le bottiglie saranno due , data la bontà del prodotto.
Passiamo alle ordinazioni e gli "starter", cioè gli antipasti, sono veramente degni di nota.
Dunque la parte del leone la fanno le "mushroom crepes", cioè delle crepes farcite con funghi, spinaci e formaggio gruviera, il tutto su una crema di formaggio molto saporita. Che dire, quel vino bianco è stato proprio azzeccato.
Altro antipasto molto particolare è "terrine", cioè una terrina composta da carne di papera, pollo e maiale, guarnita con chicchi di uva e una salsa di frutta e spezie. Gia come si presentava era uno spettacolo.
Altro antipasto da tenere in considerazione, è il "grilled prawns", cioè i gamberoni tigre, quelli grandi, messi nel piatto con aglio, foglie di prezzemolo e burro.
Piccola pausa e poi si passa ai secondi piatti, che nulla hanno da invidiare agli "starter".
Io ho preso il "duck confit", cioè il coscio di oca ricoperto di verza e bacon e condito con timo e sugo di polpa di vitella, semplicemente fantastico quel cosciotto. Altro piatto è il "roast seabass", cioè un filetto di pesce arrostito , condito con olio extravergine di oliva, purè di patate con pomodori e aglio. Per quanto riguarda le bistecche abbiamo preso sia la "sirloin", che il "fillet", che altro non sono che bistecca e filetto di carne nata e abbattuta in Scozia, una carne veramente buona e con un sapore delicato. Questi piatti vengono serviti alla griglia, per quanto riguarda la cottura basta chiedere come la preferite e con patate cotte al momento, cioè non surgelate, infatte si potrà notare che sono una diversa dall'altra. A gusto si possono accompagnare con delle salse, noi abbiamo provato la "bearnaise sauce", salsa con scalogno, uova e burro. Devo dire che chi l'ha scelta non è rimasto deluso. Jacopo per non sbagliare ha preso "chicken and walnut salad", che altro non è che pollo alla griglia condito con molte verdure e che data la fame, il ragazzo ha finito.
Dopo questa lauta cena, qualcuno, ma non ricordo chi "__", ha avuto il coraggio di prendere il dolce, per la precisione una "crepes chantilly" e un "creme caramel" .
Che dire, che siamo rimasti soddisfatti è dire poco, che la simpatia dei ragazzi che lavorano nel locale è veramente alta e che , fortunatamente, la prossima volta che verremo a Londra, sapremo già dove andare a mangiare, per lo meno per una sera.
Ora vorrete sapere il costo. Dunque il totale compreso il 12,50% di servizio è pari a 218,42 sterline, in euro 275,20. Insomma a testa quasi 35 euro e per essere a Londra e aver mangiato benissimo è veramente il massimo.
Il ristorante ha anche un sito internet: www.cote-restaurant.co.uk e se volete prenotare il telefono è : 02072879280.
Non so cosa altro aggiungere, se non dirvi che se andate a Londra, passare da queste parti ne vale veramente la pena.

sabato 28 giugno 2008

Londra

Il viaggio inizia a Ciampino Aeroporto, con il volo della EasyJet che parte in perfetto orario. Un volo prenotato circa 4 mesi orsono a 250 euro a/r per tre persone. Anche l'arrivo sarebbe in orario, solo che per un problema tecnico ai carrelli mobili usati per l'uscita, aspettiamo al chiuso dell'aereo per circa 20 minuti. Passiamo anche stavolta il controllo passaporti, dopo averlo già fatto a Roma.Ecco questa è un pò una rottura di scatole, qui sei in Europa ma non lo sei, Londra è anche questo. Prima di ritirare i bagagli, cambiamo un pò di sterline, constatando successivamente che il cambio non è molto favorevole, che conviene cambiare negli appositi luoghi della città e che , comunque, se avete la carta di credito, pagate il più possibile con quella, perchè il cambio applicato è il più basso in assoluto.Tanto per fare un esempio, con la carta per avere una sterlina servono 1,26 euro, in città 1,33 e in aeroporto 1,40 + le commissioni, per cui un cambio ancora meno vantaggioso.
Ma torniamo a noi, dopo il cambio, acquistiamo i biglietti del Southern Train, cioè la linea ferroviaria che con 4,75 sterline ti porta da Gatwich a Victoria Station. Da notare che costa molto meno del Gatwich Express, molto più pubblicizzato, il quale impiega circa 5/10 minuti in meno ma costa 12 sterline.Noi abbiamo impiegato 35 minuti e come nei nostri vagoni ferroviari passa la signorina che con il carrellino vende bevande e vivande di ogni genere, compreso il loro immancabile caffè-brodo.
Arrivati a Victoria Station, abbiamo acquistato la Oyster card valida per 7 giorni nei quadranti 1-2 della città, che sono i più estesi e soprattutto quelli che interessano alla maggoior parte dei turisti.Jacopo non paga, invece a noi questo mini abbonamento è costato 24,50 sterline.
Prendiamo la Circular Line, cioè la liea gialla della Tube, poi cambiamo e prendiamo la Central Line, cioè la linea rossa e così arriviamo al nostro Hotel, il "London Guards Hotel", sito in Hide Park. E' un tre stelle, ma su questo ci sarebbe molto da ridire, cominciando da una colazione veramente ridotta all'indispensabile.
Comunque posiamo le valigie e cominciamo subito a perlustrare Londra. Per la gioia di Jacopo, prendiamo l'autobus 94, uno dei tanti a due piani. Volevamo arrivare a Piccadilly, ma a Oxford Street, c'era un traffico pazzesco, formato soprattutto da autobus di linea, una cosa mai vista. Mamma mia quanti negozi, ma nulla al confronto di Regents Street, di cui vedremo in seguito. Insomma vista la situazione, abbiamo poroseguito a piedi. Il tempo non era dei migliori, ma con il senno del poi, con le temperature italiane, il tempo era eccellente "_". Lo stomaco comincia a reclamare , così ci fermiamo a mangiare presso una catena molto presente a Londra, ma anche a Parigi, cioè "Pret a Manger". Dopo esserci rilassati e rifocillati, siamo arrivati a Trafalgar Square, la famosa piazza dell'ammiraglio Nelson e luogo in cui si affaccia la National Gallery. In realtà noi abbiamo optato per il National Portrait Gallery, in quanto secondo i nostri gusti ha una esposizione di opere migliore e cosa non negativa c'è un piano dedicato all'arte moderna. Una delle opere che ha acceso la fantasia di Jacopo, è stata quella che ritraeva David Beckam, calciatore della nazionale britannica. Quando ho chiesto a una custode ove fosse questa foto, la signorina mi ha risposto che non c'era e che comunque c'erano molte altre opere interessanti.Io ho cercato di farle capire che il mio pargolo era interessaìto a quella, ma lei continuava a ripetermi di tanti altri artisti, per cui in quel preciso istante è finita la mia visita al Portrait, in quanto il piccolo si era indispettito, fortunatamente mia moglie si è gustata tutte le opere.
Una cosa mi ha subito colpito quando sono arrivato a Londra, nel chiedere un panino farcito, siamo subito stati ripresi sulla pronuncia, sotto questo aspetto sono proprio dei cacacavoli.
La serata è proseguita a Carnaby Sreet, una via molto carina e particolare, facente parte di un quartiere molto interessante, cioè Soho. Per arrivare a Carnaby, devi passare a Chinatown, una autentica cittadina cinese nel cuore di Londra. C'era un tizio, secondo un misto turco-napoletano, che faceva il gioco delle tre carte con tutti i suoi compari che l'aiutavano a spennare qualche pollo di passaggio. Carnaby è piena di pub e come usanza londinese, dopo le 18 si riempiono, ma soprattutto fuori, dove trovi gente vestita nei modi più disparati, si va dall'impegato della City al giovanotto vestito casual. Proprio a Carnaby, abbiamo scoperto due negozi niente male, tanto che in seguito ci siamo tornati e abbiamo fatto spese. Si tratta di un negozio di magliette "the Savage london" e uno di scarpe "Gola", che si trova al civico 40 di Carnaby Street. Prezzi ottimi nonostante il cambio. Per cena volevamo andare al pub ove Shakespeare era solito andare, ma quella sera era pieno, per cui siamo andati da Mc Donalds, ma successivamente siamo tornati e abbiamo mangiato al pub e anche molto bene, tanto che merita una opinione a parte.Come la merita un altro ristorante, ancora migliore dello Shakespeares pub e cioè il Còte Restaurant, veramente eccellente e con dei prezzi ottimi per Londra, insomma un rapporto qualità prezzo molto elevato.
Rimanendo in tema di cibo, quando siamo andati a Tower Bridge, che consiglio di visitare , perchè è veramente bella , anche nella parte della meccanica per azionare il ponte, cioè farlo alzare. Dicevo abbiamo mangiato in un risorante italiano, "Zizzi" che si trova al 31 di Shad Thames , siamo proprio lungo il Tamigi. La veduta è eccellente, è la parte moderna di Londra, tutto è stato recuperato, soprattutto capannoni in disuso e costruiti appartamenti e uffici dai colri diversi, insomma molto gioiosi. Da "Zizzi" ho mangiato una bruschettina , bevuto uno chardonnay delle Marche, per la precisione un "Cercasole" e mangiato un risottino alle verdure, con piselli, fagiolini, favette ecc. No, non ve lo consiglio, ce ne sono di altri e sicuramente di migliori.
Una cosa che mi ha colpito di Londra è la multietnicità.Ci sono tutte le persone del mondo, non so quante donne ho visto con il burqa, è pieno di italiani, soprattutto ragazzi e ragazze, che lavorano e imparano la lingua.Se hai voglia di lavorare Londra è il luogo ideale.
L'integrazione che da noi sembra qualcosa di improponibile, li è una realtà oggettiva.
Altro dato da tener conto, è la guida a destra, il che per quelli come noi abituati al contrario, è destabilizzante. Tanto che sui marciapiedi è scritto di fare attenzione quando si giunge in prossimità dei passaggi pedonali.Ma anche per un altro motivo, cioè guidano come matti, non si fermano davanti a nulla, specialmente i tassisti.
Londra è bella viverla, sia di giorno che di notte. Una bella camminata è quella che ti porta da Trafalgar Square a Buckingham Palace. Basta passare sotto l'Admiralty Arch , che è l'inizio di The Mall e così si arriva quasi a vedere il cambio della guardia. Precedentemente dopo aver preso la metro "tube" a Lancaster Gate, ci siamo diretti a Westmister Abbey, vedendola solo da fuori in quanto l'ingresso è di 12 sterline, il che a noi è sembrato eccessivo. Tornando alla residenza regale, da li attraverso St.James Park abbiamo fatto il percorso contrario e siamo tornati a Trafalgar Square.
Altra meta da non perdere è Tower Bridge, il cui ingresso è gratuito per i bambini e invece costa sei sterline per gli adulti. Con un ascensore si arriva al piano pedonale del ponte e da li si possono ammirare le varie parti di Londra , con il Tamigi che scorre sotto di noi. Ci sono poi in plastico, varie rappresentazioni di diversi architetti su come doveva essere costruito il ponte. Ci sono poi dei video sulla storia inglese, interessanti non solo per i bambini. La sala motori è molto interessante e il tutto è spiegato in sei lingue, italiano compreso. Da li puo partire un altro bel giro che comincia con la visita della City, che a me è piaciuta molto a differenza di tanti commenti negativi che avevo avuto.Canmminando lungo il Tamigi, si incontra la HSM BELFAST, un incrociatore della seconda guerra mondiale. Insomma si parte e si arriva al British Museum per vedere, quantomeno, la famosa "Stele di Rosetta". Ma siamo arrivati troppo tardi o meglio pensando che chiudesse alle 23 ce la siamo presa comoda, invece la chiusura è quella tradizionale delle 18.Se non erro è il venerdì che chiude alle 23, noi siamo andati di sabato.
Altro luogo interessante da vedere, per chi ha bimbi e non solo, è il Natural History Museum, con giochi per i più piccoli e percorsi che ti portano a vedere un dinosauro che si muove e emette molti suoni.
Harrods è una meta fissa, dopo la morte di Diana sfido chiunque a dire che non c'è stato. Siamo stati e devo dire che è il regno del lusso, troppo, veramente troppo. Al piano terra si trova un memoriale di Diana e Dody, con l'anello che quest'ultimo le aveva regalato.
Naturalmente è pieno di negozi di sport e magliette di squadre inglesi.Dico questo perché noi siamo riusciti a salvare la nostra vacanza con l'acquisto da parte di Jacopo della maglia e dei pantaloncini di Fernando Torres, suo attuale idolo calcistico.
Volete un caffè, ma di quelli veramente buoni? Ecco fermatevi da Nero Caffè, una catena milanese che ha aperto molti punti di ristoro a Londra. Tutti prodotti italiani , per cui se volete la colazione è ottima e cosa da non scartare è il fatto che ti danno una tesserina e ogni nove caffè ne hai uno in regalo, insomma tutto serve. Altra catena per un caffè discreto è la "Starbucks Coffee", ma non come nero caffè.
E vedere il BigBen di notte? È semplicemente stupendo, ci si sente quasi al centro del mondo, una sensazione da provare assolutamente e noi l'abbiamo provata.
Sicuramente non poteva mancare "Portobello Street", anche se il pienone di gente e venditori c'è il sabato mentre noi siamo andati la domenica giorno della partenza. Notting Hill è un amore di quartiere. Ben curato, case tenute bene, giardini colorati e negozi strani, pensate c'era una fiat 500 dentro una pizzeria a taglio su cui erano poggiate le teglie con le pizze.
Le linee della "tube", si dividono in colori e sono 14 in tutto, anche se ce ne sono alcune che sono chiuse e altre che chiudono in periodi alterni. Comunque un po' strani sono questi inglesi, sabato e domenica, hanno chiuso la Circular Line, creando dei disservizi e un caos per le strade veramente incredibile. Per raggiungere l'aeroporto abbiamo penato non poco e poi con i bagagli al seguito ancora di più.
Una cosa devo riconoscere fra le tante positive e cioè non c'è una strada dissestata, sarà che ci faccio ancora più caso perché io mi muovo con lo scooter.Le strade sembrano tavoli da biliardo, complimenti!
E lo shopping? Beh io sono andato alla grande, perché su Regents Street, ho trovato dopo quattro anni il mio negozio di Barcellona, che in Italia non ero più riuscito a trovare.Si tratta di Desigual, una catena non ancora sviluppata in Italia e la fortuna ha voluto che capitassi proprio nei giorni di vendita promozionale. Ho mollato tutti e sono andato a fare compere. Come d'altronde ha fatto Jacopo entrando da Hamley's, il più grande negozio di giocattoli del mondo, non ricordo neanche quanti piani sono.
Insomma Londra è tutto questo e altro ancora. Può anche non piacere, ma lo ritengo altamente improbabile, anzi se la vedete una volta ci vorrete tornare, come Parigi.

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