giovedì 26 febbraio 2009

Village La Cort - Ville sur Sarre - Aosta

Era da quasi sette anni che non tornavo in vacanza in Valle d'Aosta. Questa regione dire che l'adoro è poco. Non me ne vogliano gli abitanti delle altre regioni settentrionali, tipo coloro che vivono nelle Dolomiti, ma le montagne della Valle d'Aosta sono uniche, almeno per me. Sono imponenti, hanno un fascino tutto loro, quando entri in Valle cominci con il Monte Rosa e finisci con il Monte Bianco e quel Dente del Gigante che sembra sempre che debba staccarsi. Per cui questo anno a settembre, fortunatamente sono tornato e ho trovato una casa vacanze, spettacolare. Il posto si trova a sette chilometri da Aosta, precisamente a Sarre e per arrivarci bisogna percorrere tutta una serie di curve.
Noi alloggiavamo in un mini appartamento posto su due piani. Al piano terra avevamo la camera da letto, il bagno con vasca e un piccolo ripostiglio dove mettere i borsoni e le scarpe. Al secondo piano c'era la cucina, fornita di tutti gli utensili per cucinare, la televisione, un divano letto con altri due posti letto e un terrazzo lungo e comodo. Le stanze, come tutto l'appartamento sono veramente messe bene, anche nei piccoli dettagli. Si vede che c'è una continua ricerca di evitare dei piccoli inconvenienti per gli inquilini. Nella camera da letto , oltre un armadio capiente avevamo un comò e due comodini con le relative lucine. C'è anche un letto a castello, per cui è possibile stare in quattro.
L'aspetto è veramente bello, ricorda quello di una corte antica, non a caso il nome è quello. Al centro troviamo una fontana e intorno ci sono parte degli appartamenti. E' tutto tenuto molto bene. Addirittura sotto gli appartamenti, c'è una grande locanda che noi usavamo per riunire le tre famiglie che erano andate in vacanza e li facevamo la colazione e qualche volta ci cenavamo. Ci sono molti barbecue e tavoli per organizzare delle belle grigliate e a disposizione c'è anche la legna. Ci sono delle sedie sdraio per riposarsi e prendere il sole. Mentre per i più piccoli e non solo, c'è un campo di calcetto in erba naturale, che può diventare anche campo da pallavolo. Ci sono anche le altalene e qualche altro giochino.
Basta affacciarsi dal balcone dell'appartamento e vide un panorama stupendo, che ti rilassa e ti rigenera solo al guardarlo. Se poi ti sposti un pochino piedi, ma roba di 100 metri, hai tutta Aosta sotto di te e la sera quando è illuminata è veramente bella. Il collegamento con i mezzi di trasporto è la tua macchina, perchè altrimenti sarebbe veramente difficile raggiungere i punti nevralgici della regione. Nelle zone limitrofe, oltre ad Aosta, ci sono parecchi Castelli da visitare, tipo quello di Fenis e quello di Bard, il secondo merita un'attenzione maggiore. La vita notturna è inesistente, perché è la posizione che invoglia a tutto questo. Non passano più di una ventina di macchine al giorno e non di rado, quando rientravamo la sera, per cui quando era buio, ci è capitato di vedere le volpi. Lo sport, dato noi siamo andati in estate è dato dal trekking, dalle passeggiate, che partono anche da li. D'inverno in zona si può fare la sci di fondo, per quello alpino basta andare a Pila con la cabinovia che parte dal centro di Aosta.

lunedì 23 febbraio 2009

Pensione La Pineta - Aymavilles - Aosta

Devo dire che di questa pensione ho splendidi ricordi. Ricordi un po' lontani, in quanto ho alloggiato qui per parecchi anni, quando io e mia moglie non avevamo ancora il piccolo Jacopo. Successivamente ci siamo tornati tutti e tre insieme e io una volta per lavoro, però i più bei ricordi sono legati alla nostra attività di trekking. Ci mettevamo la sera fuori dalla pensione, ci sedevamo ad un tavolo, aprivamo le nostre cartine e studiavamo il percorso per il giorno successivo. Non di rado facevamo questo, con il sottofondo musicale di qualche avventore che con la chitarra o con la fisarmonica si dilettava e noi dietro a cantare. Ci troviamo in Valle d'Aosta, precisamente ad Aymavilles a cinque chilometri da Aosta e a tredici da Cogne e dalla Valle del Gran Paradiso. E' un luogo bellissimo, ma soprattutto, è ideale per chi come noi, amanti della natura, la mattina di buona lena , dopo una buona colazione, con lo zaino in spalla, si partiva per i nostri tapponi, talvolta con qualche sosta notturna a qualche rifugio.
E' una pensione a due stelle il tutto è rapportato. Le stanze non sono grandi, giusto il necessario per il letto, una scrivania piccolina , un armadio e il bagno. La pulizia nella norma, talvolta si vedeva un pò di laniccia sotto il letto, ma insomma ci si passa sopra. La stanza è tenuta dignitosamente e il design, come ho già detto in precedenza è ridotto all'osso.
Il letto non è male, quando la mattina non ti alzi con il mal di schiena, significa che è buono e ti fa dormire bene.
L'atmosfera è gioviale, soprattutto per merito della Signora Lisetta, la proprietaria , che insieme alle figlie davano un tocco di allegria. Mentre il merito io l'avevo soprannominato l'orso, in quanto non è che ci scambiavi molte parole, buongiorno buonasera erano il massimo. La pensione esternamente è tenuta bene, i fiori sui davanzali dei terrazzi, il campanaccio che quando suona indica che la cena è pronta, il bel giardino esterno con la piccola chiesetta. Il bar è fornito di tutto quello che può servire, non manca nulla o quasi.
La cucina è quella prettamente valdostana, con piatti tipici come la polenta concia o lo spezzatino di capriolo, senza dimenticare gli eccellenti formaggi, primo fra tutti la fontina. Ogni giorno una varietà diversa e la qualità non è mai venuta meno. L'acqua o in caraffa o quella in bottiglia, mentre per il vino, giocano in casa. Mi spiego meglio, il marito di una delle figlie è produttore vinicolo. La casa vinicola è Grosjean, è hanno dei vini, soprattutto bianchi, veramente buoni. Dato che io sono un appassionato di vini, ogni volta, quando era l'ora di andare via e tornare a Roma, portavo via sempre una cassa di questi vini.
L'atmosfera è rilassante, perchè quando torni dopo le passeggiate, la sera hai fame e pensi soprattutto a fare quello, cioè mangiare.
I dintorni, il paesaggio, la posizione, il panorama, sono semplicemente stupendi. Non hai che girare di 360° per vedere quello che più piace a te, devi solo scegliere. La natura è stupenda e le volpi pure, quante ne abbiamo viste. Non è molto facile il collegamento con i mezzi pubblici, bisogna percorrere circa un chilometro per arrivare alla fermata dei pullman e da li arrivare ad Aosta.
Se avete bisogno di tranquillità questo è il posto ideale, è il posto che vi rigenera e vi manda avanti per un anno intero.
L'indirizzo per andare è questo:
Frazione Champlan Aymavilles Aosta - Tel : 0165902100

martedì 17 febbraio 2009

Il giono in più - Fabio Volo

Devo dire che ogni volta che mi avvicino a Fabio Volo, sia in televisione o alla radio, il risultato è sempre positivo. Le sue trasmissioni su MTV sono sempre state molto interessanti, talvolta è un genere un pò forte, soprattutto da un punto di vista dialettico, ma a me piace molto. Però quello che più apprezzo di lui, è il suo modo di scrivere, quell'affrontare la realtà di quei ragazzi del giorno di oggi. Talvolta mi vedo nei suoi libri, anche perchè racconta anche di quando era bambino e adolescente e essendoci tra noi 6 anni di differenza molte cose collimano.Come collimano posizioni su come si vede la vita e l'amore.
Devo dire che questo libro comincia e finisce, nel capitolo iniziale e finale, nella città del mondo che io preferisco, cioè Parigi.Logicamente alla pari di Roma, la mia città. Qualcuno solitamente mi obietta che dico ciò non avendo ancora visto Londra, ma fra un paio di settimane colmerò anche questa lacuna.
Ma torniamo al libro, uno stupendo romanzo d'amore, in cui Volo esprime al meglio le sue capacità. Forse perchè è l'ultimo, ma avendo letto tutti i suoi libri, precisamente questo è il quarto, sicuramente è il migliore.
La storia si svolge prevalentemente a New York.
Il personaggio maschile è Giacomo, trentacinquenne , single e donna a iosa. Però donne a cui non si lega mai per più del tempo necessario, cioè il tempo di portarle a letto.
Però questa sua vita , è una vita tipica di chi non sa come riempire le giornate per paura della solitudine, per cui ogni cosa, dalla palestra al corso che non ha senso, diventa occasione per riempire le giornate.
Silvia è la sua amica del cuore, quella con cui è ha condiviso momenti di sesso, ma che alla fine non ha fatto schioccare alcuna scintilla, per cui è diventata la sua amica del cuore e viceversa. Si raccontano tutto, anche nei minimi particolari.
Ad un certo punto, lei rinuncia alla sua carriera, perchè trova l'amore della sua vita, diventa mamma, ma da quel momento in poi cominciano i problemi con il suo compagno e indirettamente tutto ciò è di aiuto a Giacomo, anche il lavoro fatto da Silvia nella testa di Giacomo è fondamentale.
In quel periodo Giacomo comincia a rompere la sua routine quotidiana, comincia ad avere un appuntamento fisso sul tram che lo porta al lavoro.
E' un appuntamento che dura tre fermate, ma sono tre fermate intense, tre fermate che se non ci fossero sarebbero il segno di una giornata senza senso. Dura tre mesi questa storia, con lui che con discrezione, anche dal vetro riflesso del tram, guarda questa ragazza, a cui un giorno cade un guanto e Giacomo non lo restituisce, perchè ogni tanto deve sentire l'odore delle sue mani e il calore che è rimasto dentro di essi.
La vede spesso che scrive su un quadernino , prende appunti.Però rimane sempre molto discreto, troppo.
Tanto che, una mattina è lei che prende l'iniziativa e chiede a lui se vogliono prendere un caffè insieme.
Lei è Michela, vederla da ancora più vicino è estasiante per Giacomo.Però a quel punto arriva la brutta notizia.Lei si trasferisce a New York, dato che la sua sede di lavoro è li, perchè quel lavoro e quel posto, sono sempre stati il suo sogno.
Per Giacomo è una mazzata, capisce che è la fine del sogno, la fine della sua "astratta" storia d'amore.Ma proprio in quel momento lei si alza per andare al bagno e incautamente, anche se poi si vedrà che lo ha fatto apposta, lascia la busta con l'indirizzo del suo nuovo lavoro a New York. Mentalmente Giacomo memorizza il tutto, anche se non sapeva bene a cosa servisse.
E qui comincia la perte più bella e intensa del libro, che mette in evidenza le paure di Giacomo, il suo non voler risultare ridicolo di fronte alla possibilità di andare a trovare Michela. Ma quando c'è l'amore tutto questo non ha più senso, bisogna vivere il sogno fino alla fine, tentare di farlo diventare realtà a costo di sembrare ridicoli.
Attenzione sembrare, non essere. Perchè in amore si fanno tante di quelle cose, che non partono dalla razionalità, ma dalla voglia dell'irrazionale di prevalere a tutti costi.
Per cui spronato da Silvia e dalla voglia di rivedere Michela, decide di andare a New York.
Qui , in una scena divertentissima, nei bagni dell'aeroporto perde tutti i dati del telefonino, in quanto mentre era intento a fare pipì, lo stesso cade nel water.Scena spassosissima, ma nello stesso tempo "tragica", in quanto nello stesso c'era l'indirizzo di Michela. Fortunatamente gli amici servono nei momenti di difficoltà, così grazie a Silvia, che aveva memorizzato il tutto conoscendo bene il soggetto, salverà Giacomo da una difficile ricerca di Michela a New York.
Il luogo ove lavora Michela è vicino all'albergo dove alloggia Giacomo, così decide di sedersi di fronte al caffè dell'ufficio di lei.
Questo locale si chiama "Doma Cafe" e letto dall'interno con la "D" coperta si legge Amo. E' un segno del destino.
Prende coraggio, ma soprattutto prende il telefono e chiama Michela. C'è la segreteria, fa un bel respiro e lascia un messaggio del tipo, che dato che era di passaggio voleva rendere il piacere di quel caffè offerto da lei l'ultima e unica volta che si erano visti.
Passano giorni in cui chiede alla reception dell'albergo se ci fossero messaggio per lui, ma niente.
Quando stava perdendo ogni speranza e pensava di aver ragguinto l'apice della ridicolaggine, ecco che arriva la risposta di Michela. E' un tuffo al cuore a dir poco.
Lei accetta di buon grado, da a lui un appuntamento per le cinque e le lascia il suo numero di cellulare, ma prima deve ritirare nella portineria del suo posto di lavoro un pacchetto per lui.
Giacomo rimane un pò sorpreso da ciò, ma la mattina dopo di buon ora passa e ritira il suo pacchettino.
Giacomo si trasferisce al Doma, ormai il suo luogo preferito . Apre la busta e riconosce subito cosa ci fosse dentro. Era il quadernino che tutte le mattine Michela aveva sul tram e su cui scriveva.
All'nterno dello stesso c'era un messaggio:
"se non fossi venuto entro i primi sei mesi te lo avrei spedito.Ci vediamo alle cinque, ciao Michela"
A questo punto io mi fermo qui, non voglio rovinare la bellezza e la dolcezza del susseguirsi degli eventi. Del gioco che mettono in atto e che ... Starà a voi scoprire, se vorrete, il resto.
Ci sono due frasi di questo libro che mi hanno colpito molto e che non hanno alcun bisogno di spiegazione:
1) Il problema non è quanto aspetti, ma chi aspetti;
2)Non è sufficiente fare un figlio con la persona che ami. Non è importante quello che provi per me, o quello che sei con me, ma quello che sei nella vita"
Il libro è edito da Mondadori, come tutti gli altri libri di Fabio Volo. Consta di di 287 pagine e il prezzo di listino è di 15,50 euro.
Ve lo consiglio, soprattutto perchè il sogno è la base del futuro e perchè quando si divora un libro, un significato ci dovrà pur essere.

mercoledì 11 febbraio 2009

Slovin Unique Rastoke - Croazia

Ora vi parlo di un luogo che si trova a circa 15 chilometri da Marko in direzione opposta al laghi di Plitvice.Vi scrivo di questo posto, perchè nel caso andaste , è un molto interessante da vedere.Si tratta di Rastoke. Davanti l'entrata della città di Slunj, la quale ai tempi degli antichi romani veniva chiamati Slovin, alla foce del fiume Korana, la natura ha creato una cascata chiamata appunto Rastoke.
E' un'eccellente località rurale e naturale. C'è il villaggio dei mulini che è sotto protezione dal 1969, cioè da quando è stato dichiarato monumento naturale.Il complesso turistico "Slovin Unique - Rastoke", è gestito dalla famiglia Holjevac e proprio per questa gestione, il biglietto d'ingresso è pari a 20 kune, un'inezia in confronto alla bellezza che troverete e avrete la fortuna di vedere.Questa famiglia, per il lavoro svolto, nel 2005 è stata insignita del premio come "Fiore verde per l'offerta turistica". Data la grande quantità di acqua e il molto verde, pur essendo Ferragosto, si stava freschi. Per i bambini, oltre ai soliti giochi, ci sono delle piccole porte che i nostri pargoli non hanno mollato un momento, avendo portato con loro il pallone, anzi i palloni, uno a testa.Troverete anche grandi tavoli di legno, sedie a sdraio e a dondolo, insomma tutto il necessario per passare una giornata rilassante e riposante.Ci sono anche mercatini artigianali, soprattutto riferiti alla lavorazione del legno e cpsì abbiamo approfittato per fare qualche piccolo pensierino da portare ai nostri cari.

giovedì 5 febbraio 2009

Hotel Miraparque - Lisbona


Quando ho prenotato questo albergo, ho fatto esattamente il contrario di come mi muovo solitamente. Mi spiego meglio, prima ho prenotato e il prezzo è stato quello che ha fatto pendere la bilancia in suo favore rispetto ad altri e poi mi sono documentato, tramite opinioni e forum, sulla qualità dell'albergo.
E ad un certo ho pensato di aver fatto una grande cavolata, perchè leggevo commenti non proprio positivi e poi informazioni sulla colazione, veramente brutti. Oltre la sala buia, oltre il fatto di dover sempre fare la fila, c'era anche il problema del cibo, scarso e sempre lo stesso.
Fortuna ha voluto che tutto ciò risultasse non vero o quantomeno io sono stato molto fortunato. Però propendo più per la prima ipotesi.
Arrivati ci accoglie un signore che ci prende le valigie e le porta direttamente in camera. La camera è grande e ben illuminata, in quanto ha un bel finestrone centrale. La pulizia è discreta, niente di eccezionale, ma neanche nulla di scandaloso. C'è la televisione satellitare, ma non con programmi italiani, un climatizzatore, forse è meglio dire, un apparecchio per l'aria condizionata e un pò vetusto. Avevamo un letto matrimoniale molto grande e con materassi comodi e un lettino ad una piazza per il nostro piccolo. Una scrivania e il frigobar, che funzionava molto bene.
Il bagno, aveva ben due finestre, per cui niente bagno cieco, una vasca grande e il dosatore per lo shampoo e il bagnoschiuma direttamente sopra la vasca stessa. Insomma non c'erano bustine piccole in giro. Gli asciugamani tre a testa , venivano cambiati ogni giorno.
La vista non era delle migliori, infatti affacciavamo su un cortile interno di un condominio, con panni stesi e rumori vari.
L'aspetto dell'hotel da un pò di vecchieggiante, anche alla reception abbiamo trovato addetti con una età minima di 60 anni, talvolta un pò in crisi con la lingua, però molto ma molto gentili, come d'altronde è tutto il popolo portoghese, secondo me lo hanno nel loro dna. Comunque organizzati bene e comprensivi, infatti non riuscivano a capire come eravamo divisi nella stanze, dato che ne avevamo prenotate tre, ma prima ci hanno fatto accomodare e poi abbiamo risolto la questione.
Devo dire , che al contrario ci ciò che avevo letto, la colazione, sia dal punto di vista culinario, che da quello dell'organizzazione, è stata pressoché perfetta.
C'erano cibi sia per la colazione continentale, per cui cornetti, cappuccino, ciambellone, sia per la colazione stile pranzo, cioè formaggi, insaccati, uova sode o cotte alla piastra, bacon, pancetta, wurstel e così via. Da bere succhi, latte , acqua, the e tanto altro.
La qualità veramente ottima , insieme ad un servizio efficiente , impeccabile e cortese.
Da un lato la sala colazione era un pò meno illuminata dalla luce sterna, ma cosa di poco conto.
La posizione è ottimale per visitare Lisbona. A pochi metri c'è la fermata della metropolitana Placa Marque de Pombal, che si trova proprio nell'omonima piazza, a soli 300 metri dall'albergo. A 200 metri c'è la fermata degli autobus, compresa quella in cui transita il pullman che porta all'aeroporto, con soli 15 minuti arrivate a destinazione.
Per lo shopping vi dovete un pò allontanare e arrivare a Avenida de Libertade, che comunque non offre molto. Per le cosa da vedere basa prendere il bus o la metro e 10 e 5 minuti siete arrivati al centro di Lisbona.
La posizione dell'albergo è molto tranquilla, non è in una via di scorrimento, per cui il riposo è assicurato , anche perché la vita notturna non esiste da queste parti.
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