giovedì 31 dicembre 2009

Roadhouse Grill - Roma



E' il 2 giugno, giorno della Festa della Repubblica. Decidiamo di andare a fare un giro per Roma. Prendiamo la metropolitana fino alla fermata che si trova a Piazza della Repubblica. Scendiamo per Via Nazionale e cominciamo a camminare con l'intenzione di andare a vedere i Giardini del Quirinale, che comunque verranno aperti solo nel pomeriggio. La giornata è abbastanza variabile, il sole si mischia con le nubi e qualche sporadica goccia di pioggia. E' bella Roma, non ci sono molti turisti, anche perchè ci avviciniamo all'ora di pranzo e i locali aperti, risultano essere abbastanza frequentati. Essendo giorno di festa, ci siamo alzati più tardi, per cui anche la colazione è stata posticipata e il pranzo di conseguenza. Ma ad un certo punto l'orologio biologico della fame, comincia a farsi sentire, così provo a vedere se Khaled, il proprietario di Pasta Love, locale recensito qualche tempo fa dal sottoscritto, sia aperto per il pranzo. Ma niente da fare, allora ci viene in mente la StazioneTermini o meglio viene in mente a Marco e Luisa e non certo per prendere un treno.
Dunque, dentro la Stazione Termini, dalla parte di Via Marsala, si trova questo locale, che ha nella cottura della carne alla griglia, il suo punto di forza. E' luogo ideale per chi arriva alla stazione , per chi decide di partire o per chi come noi si trova al centro di Roma. C'è un pò di fila, ma molto gentilmente e celermente, le ragazze che si occupano dei tavoli, ci riservano un tavolo tondo al piano terra, dove noi tutti, cioè quattro adulti e tre bambini, stiamo molto comodi. Proprio mentre aspettavamo il tavolo, abbiamo letto che il martedì i bambini non pagano. E che giorno era il 2 giugno? Proprio un martedì. Ci sediamo e troviamo sul tavolo, due grossi recipienti di noccioline tostate. L'arredamento interno, riprende lo stile country e dentro tra le varie cose, si trovano anche un piccolo aereoplano e una pompa di benzina. La gentilezza di chi ci ha servito è stata molto apprezzata da tutti noi. La ragazza ha accontentato i bimbi in tutte le loro richieste. Neanche a dirlo, io ho preso un bel filetto al sangue, cotto proprio come piace a me. il piatto è accompagnato da una patata con crema di yogurt e panna. Insomma un sapore un pò particolare, ma niente male. Da bere una birra chiara alla spina, ma devo dire abbastanza insapore e anche la scura non è che fosse migliore. Per i bambini il classico piatto contenente panino con hamburger, patatine e bibita a scelta, più un dolcetto. E questo era gratis, anzi quasi tutto gratis, perchè si paga una quota fissa di un euro e sessanta centesimi. Ci si può stare. Molto buona anche la pulizia dei bagni, che si trovano al piano superiore, ove sono ubicati anche altri tavoli. Da notare che la ragazza che ci ha servito, ci ha invitato a non prendere la carne di maiale, in quanto era congelata, insomma non proprio fresca. Una nota negativa è relativa al servizio, nel senso che si paga e questo non lo trovo molto giusto. La mia conclusione finale è che si può andare, perchè la carne è buona. Il locale è posizionato alla grande e senza aspettarsi una cucina superba, ci si può ritenere più che soddisfatti.

martedì 29 dicembre 2009

Roma, la pittura di un impero - Scuderie del Quirinale - Roma

E' una bella giornata festiva di sole e anche se la sera precedente abbiamo fatto le 3 di mattina, decidiamo, con comodo, di andare a vedere la splendida mostra che si trova all'interno della meravigliose Scuderie del Quirinale. Non è la prima volta che vengo in questo luogo, in quanto durante i suoi dieci anni di mostre altre ne ho visitate. Però è sempre un'emozione entrare in questo posto, fare un giro nella libreria, dove anche stavolta ho trovato un bel libro da comprare successivamente, prima di entrare. Fino al 17 Gennaio c'è la mostra Roma: la pittura di un Impero. Siamo entrati verso le 13, quando non c'era fila e siamo usciti verso le 16, quando la fila c'era , eccome. Per entrare abbiamo sfruttato l'offerta famiglia, cioè ogni bambino accompagnato da massimo due adulti, paga 4 euro mentre i grandi 6. Insomma con 16 euro , più 4 di audio guida, c'è la siamo cavata egregiamente. Rapporto qualità/prezzo, perfetto.
Arrivare alle Scuderie è stato molto semplice, infatti presa la metro A siamo scesi a Repubblica e da li con 10 minuti a piedi lungo Via Nazionale, siamo arrivati a destinazione. Lasciati i giubbotti al guardaroba, gratuito, abbiamo cominciato la nostra visita. Una visita che spiega subito il perchè del nome "colombario", riferito al luogo ove venivano deposti i resti di coloro che trapassavano. Ma è solo l'inizio di un entusiasmante viaggio riferito al livello artistico raggiunto dagli artisti che vissero tra il II° secolo a.C. e il IV° d.C. La mostra è divisa in due piani, al primo si trovano dipinti o parte di essi, che trattano i contesti decorativi, mentre al secondo troviamo rappresentazioni di nature morte, interessante anche il motivo di questo nome a dette opere, scene mitologiche e paesaggi. Tra i due piani si trova la caffetteria, dove si può prendere una pausa per un caffè e per un pranzo, con veduta spettacolare sulla piazza del Quirinale. Ma tornando alla mostra, devo dire che personalmente il secondo piano è risultato più interessante, forse perchè più vicino alle mie esigenze o meglio a ciò che più mi interessa. Mi spiego, il ritratto è qualcosa di più affascinante, rispetto alla decorazione. Ma parliamo di sottigliezze, nel senso che la mostra è interessante in toto. Avendo portato Jacopo, quello a cui lui è rimasto molto interessato, è riferito alll'arte delle lenzuola funerarie, in quanto erano rappresentati gli egizi. Questo è il periodo storico che lui stà studiando in questo momento, per cui il suo interesse è stato maggiore. Quest'opera è la numero 34 dell'audio guida, l'ultima della mostra. Ecco a questo punto uscite dalla sala e vi si presenta un panorama da rimanere a bocca aperta, si vede Roma in tutta la sua bellezza, soprattutto in una giornata come quella di ieri.
Le Scuderie regalano storia, cultura, ma anche una veduta della Città Eterna, veramente stupenda.

venerdì 25 dicembre 2009

Mosquee Hassan II° - Casablanca - Marocco

Casablanca è una città, almeno per quello che riguarda il mio punto di vista, che non mi ha appassionato. Una città ti appassiona sia dal primo momento che la vedi, che senti il suo profumo, invece tutto questo non è successo. Però , fortunatamente, in ogni luogo, qualcosa di positivo esiste sempre. Ecco, la Moschea di Hassan II° rappresenta l'eccezione alla brutta impressione che ho avuto di questa città. Una città piena di taxi di colore rosso, che altro non sono che le nostre Fiat Uno, primo tipo. Una città in cui vedi tanti di quegli uomini seduti fuori dai bar o da luoghi a loro dedicati. Non so, Il Cairo, mi è piaciuta, con tutta il suo caos, la sua profonda povertà, i bambini che ti salutano, ma Casablanca, no. Però , qui succede qualcosa di strano, cioè la Cittadella Santa a Il Cairo, mi colpì relativamente, mentre come ho scritto in precedenza, la Moschea di Casablanca, grazie soprattutto alla bravura della nostra guida ,che non a caso si chiamava Hassan, mi ha colpito molto positivamente.
La Moschea di Hassan II°, è definita una delle meraviglie del ventesimo secolo e capolavoro dell'architettura Arabo-Musulmana. Vederla da fuori fa un effetto incredibile, la sua grandezza è quasi incalcolabile, ma in realtà è la la terza moschea più grande del mondo e la più grande in Marocco. Inaugurata nel 1993, è stata costruita in soli sei anni e economicamente non è gravata sull'economia non molto florida del Marocco, in quanto è stata realizzata grazie ai versamenti volontari dei marocchini stessi. Soltanto nel cortile esterno della stessa, si possono accomodare in preghiera circa 80 mila fedeli. Il suo minareto, alto 210 metri, è il più alto del mondo. E quando arriva la sera, un fascio di luce verde è puntato verso la Mecca. Ribadisco che la bravura della guida è stata fondamentale, per far si che la visita sia stata una cosa indimenticabile. Come indimenticabile è l'interno, con il pavimento fatto con marmo di Carrara e i rilievi, gli stucchi e i tappetti, che sono opera di circa 6000 artigiani provenienti da tutto il Marocco. L'interno può contenere fino a 25 mila persone, grazie ad una superficie di circa 20 mila quadrati. Il soffitto, con dei lampadari di Murano giganteschi, è rimovibile e ai lati ci sono due mezzanini sopraelevati riservati alle donne. Infatti durante la preghiera, uomini e donne, devono essere separati. Dalla sala delle preghiere, tramite un tratto di pavimento fatto con vetro molto spesso, si può vedere la sala delle abluzioni, costituita da 41 fontane. La sala delle abluzioni, è quella sala, dove i fedeli si purificano, infatti bagnandosi con l'acqua , prima della preghiera, si tolgono tutte le impurità. Ma scriverlo è differente dal raccontarlo, è veramente una cosa particolare, che ti fa capire , ma non solo per questo, la differenza tra le varie religioni, nel modo di concepire la quotidianità della parola di Dio o di Maometto. In tutto questo, anche un'altra cosa mi è rimasta impressa, cioè che noi tutti eravamo molto attenti alle spiegazioni della guida, mentre Jacopo, mio figlio, avendo trovato un pezzo di carta, provava i sette passi di Cristiano Ronaldo, quando calcia le punizioni. Ma a parte questo, la visita è stata proprio interessante. Logico che poi c'è sempre qualcuno che non rispetta le regole delle religioni altrui, come quei due signori che hanno cercato di entrare in uno dei due mezzanini riservati alle sole donne e sono stati prontamente ripresi. La visita è terminata con la visita alla sala delle abluzioni , un autentico gioiello incastonato all'interno della Moschea. Ritengo per chi si reca a Casablanca, di spendere almeno un paio di ore alla visita di questo capolavoro architettonico, costruito per due terzi sulle acque dell'Oceano.

lunedì 7 dicembre 2009

Stanco di odiare - Paolo Bannetta


Quando per la prima volta ho preso questo libro in mano, ero a cena insieme all'autore, cioè con Paolo. Eravamo ad uno spettacolo di cabaret e l'occasione è stata sfruttata per una breve presentazione del suo libro. Il suo primo libro. Lui, logicamente, era all'oscuro di tutto e quando è stato chiamato per spiegare la sua opera, l'emozione si è vista sul suo volto. Finita questa breve presentazione, Paolo torna al tavolo e regala a mia moglie Carla e al sottoscritto il suo libro, con una breve dedica. Io non avevo ancora letto nulla, lo apro e sfoglio qualche pagina, leggendo qualche breve passo e l'unica cosa che ho detto è stata: “Questo è un libro bello, ho questa netta impressione”. E non mi sono sbagliato, perchè cominciare a leggerlo e finirlo nel breve tempo di qualche giorno è stato velocissimo.
Ma passiamo al libro, un libro che parla di un maresciallo dell'Arma dei Carabinieri, Paolo Guerra. La storia si svolge a Diano Marina, in Liguria. Perchè proprio questo luogo? Perchè da giovane l'autore ha svolto proprio qui il servizio militare e i ricordi, molto belli, hanno prevalso su qualsiasi altro luogo.
Il libro parla del trasferimento del maresciallo Guerra, in quel di Diano Marina, per cercare di porre fine a un traffico di droga. Lo stesso proviene da una tremenda esperienza personale, da un dolore che ancora non ha fine. Durante un inseguimento, il fuggitivo ha investito e ucciso la moglie e il figlioletto del maresciallo, di appena cinque mesi. Da allora la vita di Paolo è cambiata, con la rabbia e il rancore verso questa vita che le aveva tolto le cose più belle. Giornate intere a cercare di arrestare l'assassino, ma il tempo, inesorabile, rendeva sempre più flebili le speranze di poterlo prendere. Fortunatamente arriva questo trasferimento, luogo in cui ritrova il suo amico del cuore. Lui romanista e l'amico laziale. Ma in questo paesino, prova, dopo tanto tempo, un sentimento che sembrava non albergasse più nel suo cuore. Si innamora, una passione che lo travolge, che lo fa tornare indietro nel tempo, ma che lo mette in lotta con se stesso, con quella parte di lui che ancora pensa alla vendetta e che crede che un nuovo amore, possa fargli dimenticare gli amori che non ci sono più. La sua lotta interna e quella combattuta contro i trafficanti rendono questo libro, avvincente, drammatico, tenero e ironico. Tutte queste sensazioni si racchiudono in 318 pagine. E tutte le sue azioni sono accompagnate dall'inseparabile Giulia, la quale non è una semplice macchina, ma una passione che rasenta un sentimento ben più importante.
Insomma Paolo Guerra, in quel di Diano Marina, avrà a disposizione una squadra che renderà il suo lavoro più semplice, perché il tutto sarà un mix di professionalità e umanità, soprattutto quest'ultima.
Logicamente come in ogni storia, non tutto fila liscio, sia in amore che nel lavoro. Ci saranno intoppi, colpi proibiti e soltanto al termine si saprà se la vita ha restituito a Paolo , quello che con efferatezza, gli aveva tolto in precedenza.
Termino con i miei pubblici complimenti all'autore, perché in questa storia, vagamente autobiografica, vedi la cervicale e non solo, ci sono tutte quelle belle sensazioni che avevo avuto all'inizio.

sabato 5 dicembre 2009

Pala Palino - Ristorante Pizzeria - Roma



Dunque ormai era da tanto tempo che dovevo recarmi in questa pizzeria, praticamente da un anno e mezzo, cioè da quando ha cambiato gestione. Mio cugino sempre a dirmi di andare e provare, ma per una cosa o per un'altra, per il ritmo di vita che ci porta a perdere le cose buone a portata di mano, abbiamo sempre rimandato. Premettendo che poi si trova a circa 10 minuti da dove abito io, per cui veramente una cosa incredibile. Finalmente dopo tanti appuntamenti mancati e impegni di vario genere, riusciamo, anzi ci imponiamo, di andare. E' un mercoledì e niente e nessuno può farci annullare il nostro impegno e il tavolo a nostro nome prenotato.
Dunque arriviamo e un bel parcheggio ci aspetta e questo è un aspetto da non sottovalutare. Annesso al ristorante c'è anche il bar, il quale è aperto fino a tarda notte. Il locale è molto grande e si presta sia per una cenetta a due, sia per cene tra amici e per cene o pranzi di lavoro. Si perchè il locale è aperto sia a pranzo che a cena. Ma torniamo alla descrizione del locale, molto ben tenuto e con il forno a legna ben in vista. La cordialità di che ci lavora è veramente gradevole, ma ancora più gradevole è il cibo. Noi iniziamo con una serie di antipasti, tra cui il prosciutto tagliato a mano, il sapore è nettamente diverso da quello tagliato a macchina, una ricottina fresca, altri affettati e formaggi vari. Insieme vengono servite delle verdurine di stagione, molto buone e gustose. Durante la cena è possibile vedere le partite o gli avvenimenti sportivi più importanti in quanto è visibile la tv satellitare con abbonamento a Sky. Per dovere di informazione, le partite della Roma, sono quelle che vengono viste con maggior frequenza e personalmente è una grande nota di merito. Gli antipasti, avendo già deciso di proseguire con la pizza, gli abbiamo accompagnati con una buona birra alla spina. Della pizza Jacopo non ne ha voluto sapere e ha optato per una pasta allo scoglio, per la precisione pasta lunga fatta in casa. Data la quantità , non è riuscito a terminare il piatto, ma io lo ho assaggiato e devo dire che era veramente superlativo. Dimenticavo che appena seduti vi viene portata una focaccina calda per fermare la fame.
Ma torniamo al vero piatto forte del locale, cioè la pizza. Io per esempio ho preso la pizza palapalino, mentre Carla ha preso una gorgonzola rossa e mio cugino una capricciosa. Il fatto è la qualità della pasta, non sono gli ingredienti. Alla fine i gusti della pizza si possono costruire con facilità, ognuno la può chiedere come più gli piace, ma quando la pasta della pizza è croccante al punto giusto, ben cotta e altamente digeribile, sei di fronte a tre fattori che rendono la pizza veramente eccezionale. Credetemi erano anni che non mangiavo una pizza così buona e pensare che a pochi minuti da dove abito. Quante volte ci siamo abbindolati il cervello per trovare una pizzeria all'altezza e con uno spazio per i bambini? Ecco ora l'abbiamo trovata. E si , perchè da Pala Palino, si organizzano anche feste per bambini e comunque , a richiesta, ci sono dei menù soltanto per loro.
Ma tornando alla cena, non potevamo chiudere che con una focaccia alla nutella, insomma la classica ciliegina sulla torta.
I prezzi sono nella norma, anzi leggermente sotto, ma la qualità è fuori norma, cioè è molto sopra.
Ricapitolando, è stata proprio una bella serata e quando vedevo passare i piatti di portate di altro genere, tra me e me pensavo che la prossima volta, oltre la pizza, perchè non mangiarla sarebbe un delitto, mi gusterò anche qualche altra prelibatezza preparata dalla chef. La cordialità dello staff vi sarà sentire di stare presso casa di amici.
Insomma ve lo raccomando e se non siete di Roma e vi capita di passare , dal Grande Raccordo Anulare, prendete l'uscita Casalotti-Boccea, direzione fuori Roma e in pochi minuti sarete a destinazione. Se siete di Roma, anche se vi è fuori mano, è un delitto non andare almeno una volta.
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