martedì 20 gennaio 2009

Agriturismo "La Masseria" - Loc. Tragliatella - Roma



E' una calda domenica di maggio, quella che ci aspetta. La giornata è quasi estiva e il posto ove ci accingeremo a trascorrere le prossime ore si presenta proprio bene. E' il classico agriturismo, ma l'agriturismo come quello di una volta. Per capirci meglio, qui si mangia solo quello che si coltiva e solo quello che si alleva. Dimenticavo, ci troviamo all'agriturismo "La Masseria", in località Tragliatella a circa 30 minuti da Roma. Per arrivarci significa che qualcuno ha già provato le bontà del luogo, perché il luogo non è di passaggio, anzi ove la strada finisce inizia "La Masseria".
E' periodo di comunioni per cui il locale è pieno e questo è un ottimo banco di prova. Quando ci accomodiamo la tavola è pronta e gli antipasti sono in bella vista. Qui si mangia quello che offre la casa, in pratica è un menù fisso.
Il pane è fragrante, è una bella pagnotta, di quelle fresche e croccanti. Cominciamo a scoprire gli antipasti. Vedo un piatto a me noto ma che non mangio da parecchio tempo, parlo della lingua. Che buona ragazzi, condita con olio e pepe. Su una pirofila, troviamo delle fette di lonza e la coppa condita con la scorza d'arancio. Poi abbiamo delle ciotoline con una ricottina di mucca fresca fresca. I nostri piccoli se la sono divorata. Quella che ha avuto meno successo è stata la verza cotta con l'aceto, ma è un sapore un po' forte, per cui solo un piccolo assaggio.
L'antipasto è stato accompagnato da un buon vino rosso della casa, fresco al punto giusto. Ogni tanto si fa vedere il titolare , detto"baffo", che si accerta del nostro star bene e che tutto sia gradito al nostro palato. E come potrebbe essere il contrario?
Dopo un po' arrivano due grosse pirofile di porcellana, con i due primi come da contratto. La prima contiene una lasagna rossa con besciamella e mozzarella del luogo, mentre la seconda ospita delle fumanti fettuccine verdi, fatte in casa, condite con carne macinata, piselli e parmigiano. Mamma mai che pancia signori miei. Lasciare qualcosa nel piatto è sinonimo di scorrettezza, per cui è d'obbligo la scarpetta.
Adesso ci vuole una camminata, bisogna cambiare un po' la posizione del corpo, perché stare sempre con le gambe sotto il tavolo non aiuta il proseguimento del pranzo. A dire la verità la temperatura interna è molto più piacevole di quella esterna, insomma la climatizzazione funziona molto bene.
Quando arrivano i secondi, noto un piatto che mi quasi commuovere per la sua bontà e perché erano anni che non la assaggiava. Stò parlando della "coda alla vaccinara", piatto tipicamente romano. Si tratta della coda della vitella, cotta in sugo contenete molto sedano. E' qualcosa di spettacolare, buono da leccarsi le dita e inzuppare il pane fino all'esaurirsi del sugo. Però abbiamo trovato anche degli straccetti con cuore di carciofo. Credetemi, sembrava di mangiare del burro per quanto erano delicati e morbidi. Io logicamente ho scartato i carciofi dato che non li mangio, ma alla carne era impossibile resistere. Poi avevamo un bell'arrosto di vitella e delle bistecchine di maiale cotte alla brace, cosparse di varie spezie tra cui il finocchio. Come contorno una cicorietta ripassata in padella e un'insalatina verde.
Della persone normali a questo punto chiederebbero il conto e sisarebbero andate a fare una passeggiata, invece noi no. Infatti abbiamo aspettato i dolcetti fatti in casa, cioè le ciambelline, la crostata e i biscottini ripieni di scaglie di cioccolata e uva passa, il tutto accompagnato da un amaro o una grappa, a seconda della preferenza e alla fine un bel caffè.
E il conto? 20, diconsi venti, euro a testa. Proprio un eccellente rapporto qualità/prezzo. E quando all'inizio dicevo che il fatto che il locale fosse pieno era un ottimo banco di prova, ha dimostrato che servizio e qualità non hanno risentito per nulla di tutta la gente presente.
Siamo in un agriturismo, dove dal mercoledì alla domenica si vendono i prodotti della loro terra e la macelleria interna è aperta.
Non mi sono fatto scappare questa occasione e insieme alla mia signora abbiamo fatto una piccola scorta delle loro bontà, con la certezza che trà qualche tempo torneremo sia a mangiare, magari con un po' meno gente e anche a comprare i loro prodotti, formaggi e uova comprese.
L'indirizzo esatto è: Agriturismo "La Masseria", Via Crescentino 116 - Tragliatella- Roma Tel.0630859282. Si trova a pochi chilometri dal lago di Bracciano , vicino ad Anguillara

martedì 13 gennaio 2009

Museu de Marinha - Lisbona

Ero un pò titubante se entrare o no, insomma ero tentato da una bella panchina e riposarmi, poi quando ho visto che tutti gli altri entravano anche io mi sono deciso e non ho avuto alcun rimpianto, anzi.
L'ingresso del museo si trova nell'ala occidentale del Monastero di San Jeronimo.
Il tram 15 è quello che arriva più vicino ma anche gli autobus 201, 14 e 112 arrivano molto vicini.
Siamo nel quartiere di Belem. L'ingresso per due adulti e un bimbo è venuto 7,50 euro.
Le origini di questo museo risalgono al XVIII secolo. Attualmente si contano più di 17000 pezzi nella collezione, oltre a originali fotografici e progetti delle navi con disegni dettagliati.
I pezzi esposti sono 2500.
Il museo si divide in 15 ambienti tra sale e padiglioni.
La Sala d'Entrata è la n°1 dove incontriamo la statua dell'infante D. Henrique.
La sala n°2 è la Sala d'Oriente, dove tuti gli oggetti hanno un fattore comune, cioè l'Oriente.
La sala Nà3 è la Sala della Marina da Diporto, ovvero ci sono diversi modelli di imbarcazioni da diporto.
La sala n°4 è quella della Marina mercantile, ove oltre a mostrare diversi modelli di navi, si segnalano la storia e l'evoluzione delle principali compagnie di navigazione nazionale.
La sala n°5 è quella della Costruzione Navale ed è esposto un modello di nave portoghese di linea del XVIII secolo.
La Sala delle Scoperte, è la n°6 ed è la più importante del Museo.Ci sono esemplari che documentano i progressi realizzati nella costruzione navale e troviamo strumenti di navigazione astronomica.
La sala n°7 è quella del XVIII Secolo e troviamo i modelli della Fregata D.Fernando II e Gloria e fu l'ultima fregata che realizzò la rotta dell'India con le vele come unico mezzo di propulsione.
La Sala XIX-XX Secolo è la n°8 e vede esposti circa 60 modelli che documentano l'evoluzione della Marina Navale Portoghese.
La Sala Henrique Maufroymde Seixas , è quella dedicata a colui che dono molte collezioni che hanno permesso l'istituzione di questo museo ed è la n°9.
La sala n°10 è quella del Traffico Fluviale e qui troviamo la fregata del Tago che era destinata al trasporto merci.
La Sala della Pesca Remota, la n°11, è dedicata ai pescatori portoghesi in riferimento alla pesca del baccalà nei Mari del Nord.
La Sala della Pesca Costiera, esibisce molte varietà di navi da pesca ed la n° 12.
La sala n°13, mostra le camere originali utilizzate dagli ultimi sovrani portoghesi e infatti è chiamata la Sala della Camere Reali.
Il padiglione n°14 è la Galleria, spazio dedicato alle imbarcazioni tradizionali del Portogallo.
E infine il Padiglione delle Galeotte, in cui troviamo gli idrovolanti tra cui quello usato per la prima attraversata del Sud Atlantico nel 1922, le imbarcazioni popolari da pesca e il Brigantino Reale con il suo seguito di galeotte , che rappresenta il più importante pezzo dell'archeologia navale reale portoghese

lunedì 5 gennaio 2009

Elevator de Santa Justa - Lisbona

Devo dire che molte cosa mi sono piaciute di Lisbona, ma questa è una di quelle che più mi sono rimaste nel cuore. Non pensavo che salendo su fino in cima, oltre ad essere arrivato al Barrio Alto, sarei stato così fortunato di vedere un qualcosa che mai più avrei dimenticato.
E si, lo spettacolo è stupendo, il vento del mare, il suo odore di salsedine, ti inebria , ti rende libero. Si libero di sognare, perchè l'atmosfera è quella giusta.
In cima si trova , sulla terrazza, un bar con dei tavolini, in cui non è facile trovare posto, ma una volta seduti è difficile alzarsi. Questo perchè siete accompagnati da un sottofondo di musica brasiliana, che vi allieta la permanenza.
Poi girate lo sguardo e vedete da una parte Belem, dall'altra il Barrio, sotto Placa dos Restauradores, insomma è uno scorrimento continuo di immagini e di colori, senza mai dimenticare la gentilezza e l'educazione di questa gente.
Sin dal momento in cui prendi l'ascensore per salire ti accorgi che lo spettacolo sarà stupendo. Non più di venti persona per volta , un guidatore spinge dei pulsanti, tutto l'interno in legno e il gioco è fatto.
L'elevatore fu costruito a fine Ottocento da un apprendista di Alexandre Gustave Eiffel, precisamente da Raoul Mesnier du Ponsard, anch'egli francese. E' essenzialmente fatto di ferro battuto e abbellito da filigrana.
Per salire, come detto in precedenza , si prende una delle due ascensori, anche se a luglio di quest'anno ne era in funzione solo una. Arrivati al piano, si sale una stretta scala a chiocciola che conduce in cima , dove è ubicato il bar.
L'incendio che distrusse il quartiere del Chado nel 1988 fu spento nelle vicinanza dell'elevatore.
Da notare che se avete acquistato l'abbonamento Viva Viagen, il biglietto per salire o per scendere non lo pagate, altrimenti il prezzo è di un euro e quaranta centesimi.
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