venerdì 5 giugno 2009

Trattoria Picarelli Tiberio dar Quajaro - Roma -



Siamo i soliti tre, quelli delle cene insieme e talvolta allargate a qualche altro amico. In rigoroso ordine alfabetico, Alfredo, Roberto e infine il sottoscritto, cioè Mauro. Dopo averci provato svariate volte, alla fine Alfredo è riuscito a portarci in questo locale, che si trova nella periferia romana a circa 25 chilometri da dove abito io. Fortuna lo scooter, così io e Alfredo evitiamo molto traffico e Roberto viene direttamente dal lavoro. L'appuntamento è per le 20, soprattutto perchè se arriviamo più tardi, dato che non si accettano prenotazioni, non si sa a che ora si mangia. Per dovere di cronaca, noi arriviamo in orario, Roberto, ritardatario cronico, è arrivato circa 30 minuti dopo. Giusto in tempo per sedersi, anzi lavarsi le mani e cominciare a mangiare. Prima di proseguire e entrare nel dettaglio della serata, vorrei dire il mio pensiero, circa alcune recensioni lette, su questo locale. Una molto dura e con la supponenza di non conoscere la cucina romana a chi parla in modo positivo di questo luogo. Secondo me uno prima dovrebbe capire dove si trova e cosa si può mangiare. Ecco , quando ti trovi a cena da Tiberio, sai che puoi mangiare non tante cose, ma cotte all'istante e con un prezzo assai contenuto. Qualità buona,non eccelsa, ma inserita in un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Come dicevo ci troviamo alla periferia di Roma, per essere precisi nel cuore del Quarticciolo, nella sua piazza più importante. Trovare posto non è semplice, bisogna girare un pochino e alla fine si parcheggia. Entriamo nel locale e vedo subito dei bei colori giallorossi, insomma sono tifoso della Roma e questo è già un punto a favore del locale. Chiediamo un tavolo per tre e ci parcheggiano vicino alla porta in attesa che si liberi un tavolo nella saletta superiore attigua alla cucina a vista. Nel senso che la porta è aperta e si vede per bene quello che si cucina. Passano cinque minuti e ci fanno sedere in un tavolo logisticamente un più tranquillo. Tovaglia e tovaglioli di carta. Le sedie quelle di formica rossa, quelle che un tempo si usavano in cucina. Si avvicina una signora e ci domanda se vogliamo ordinare. Le chiediamo di aspettare cinque minuti , nella vana speranza che arrivi il terzo. Ripassa la signora e ordiniamo il piatto forte del locale, cioè la quaglia ala forno, con una ciriola spaccata in due, funghetti e olive. La ciriola, per chi non è di Roma, è un tipo di pane, con parecchia mollica. Qui viene condito con olio, sale e pepe. Passano circa 15 minuti e insieme alla nostra ordinazione, arriva anche Roberto. Che tempismo! Vedo arrivare il piatto e dato che a me piacciono le quaglie, comincio a mangiare e a pulire bene il malcapitato volatile. Da bere prendiamo una birra e dell'acqua minerale. Diciamo la verità, i piatti alla fine risultano ben puliti, per cui il prodotto è stato ben gradito da noi tre. Però manca qualcosa, per completare la cena. Voi pensate ad un dolcetto? Sbagliate. Noi tre pensiamo a due piatti di pasta cacio e pepe, per loro due e a un piatto di gricia per me. La gricia è la matriciana in bianco. Anticipo il finale, per questi piatti di pasta, alla fine siamo andati in cucina e abbiamo fatto i complimenti al cuoco. Pasta ben cotta e condimento eccellente. a questo punto il finale, cioè un'insalatina per Roberto e il sotoscritto e una pizza margherita per Alfredo. La pizza è grande poco più di un piattino da frutta e francamente mi sembra l'unica nota stonata di una piacevole serata. Anche se cotta nel forno a legna, che si trova all'ingresso del locale, francamente non sono sicuro che sia fatta all'istante e comunque stona con i buoni sapori di quello che abbiamo assaggiato durante la serata.
Dato che il caffè non si prepara in questo locale, chiediamo il conto. Quando arriva la ricevuta fiscale e sottolineo ricevuta, non il conto fatto sul foglio del tavolo, in ognuno dei nostri volti è uscito un sorriso di approvazione. La quaglia 5 euro, il primo piatto 4 euro, l'insalata 2 euro, insomma senza stare a elencare tutte le voci, alla fine ce la siamo cavata con 13 euro a testa.
Quando siamo usciti, eravamo molto soddisfatti. La serata culinaria è andata bene, la compagnia non si discute e il conto finale è stata la ciliegina sulla torta.
Come avrete capito è da tornarci , non per degustare cibi speciali, ma per passare una bella serata e mangiare bene.

giovedì 21 maggio 2009

Explora - Il museo dei bambini - Roma



Questo interessante museo, molto simile a quello che si trova alla Città della Scienza di Parigi, si trova in Via Flaminia, a circa 300 metri da Piazza del Popolo. Dico che è molto simile a quello di Parigi, in quanto qualche anno fa , ci portammo Jacopo, il nostro piccolo, e si divertì molto. Ma torniamo ai nostri giorni. Dunque arrivare a Explora è molto semplice, con la linea A della Metropolitana, si scende alla fermata di Piazza del Popolo e si cade quasi dentro il museo. E questo è quello che abbiamo fatto noi. Poco prima delle 15 siamo arrivati alla biglietteria e abbiamo acquistato i bigllietti, che vengono 7 euro per i bambini fino a 12 anni e 6 per gli adulti. Alle 15 siamo entrati, perchè è il nostro turno, il quale terminerà alle 16 e 45. E vi assicuro che il divertimento, non solo per i bambini, è assicurato. Tanto è vero che alla fine i piccoli non vogliono andare via.
Innanzitutto bisogna dire, che Explora nasce nel complesso del Borghetto Flaminio e precisamente è la riqualificazione della ex rimessa degli autobus dell'Atac di Roma. Appena entrati, i bambini vengono accolti da una ragazza dello staff, un'animatrice, la quale li intrattiene e con delle domande mirate, riesce a far capire ai bambini che si trovano in una piccola città, in cui c'è la banca, l'ufficio postale, la raccolta differenziata dei rifiuti, il supermercato, ecc. Ma la prima cosa da fare, è ascoltare se stessi, ascoltando il rumore della pancia della mamma, quando era in dolce attesa. E tutto questo è possibile per mezzo di un grande corpo di forma cilindrica che emette un suono simile a quello di una donna in stato interessante. Poi, una volta spiegato il senso e il funzionamento di questa città a misura di bambino, i piccoli cittadini vanno alla scoperta dei servizi essenziali per la vivibilità. Sicuramente una delle cose a cui sono più interessati i piccoli è il supermercato, soprattutto il posto relativo alla cassa. Infatti funziona anche il codice a barre, per cui esce uno scontrino di acquisto . Anche la banca, riscuote successo. Infatti il loro compito, è aprire dei conti correnti e indirizzare il cliente, cioè l'adulto, verso degli investimenti redditizzi. Lo studio Tv mette in risalto la possibilità di fare delle riprese con le telecamere. Tutte queste attività sono libere, nel senso che il bambino può andare e fare qualunque cosa desideri. Contemporaneamente è possibile partecipare a delle attività complementari, tipo "Economiamo", che è un percorso sull'uso consapevole del denaro per i bambini dai 7 ai 12 anni. In pratica, i bambini vengono registrati al municipio e poi cominciano a guadagnare soldi, tramite dei lavori, come il meccanico, il postino e lo scienziato. Ma per essere un buon cittadino e far funzionare l'economia della città, bisogna anche spendere quello che si guadagna, per cui si acquistano vestiti, si mangia un gelato o si va a vedere un film. Al termine viene rilasciato un attestato, che piegato in determinate parti, diventa un salvadanaio.
Devo dare atto a mia moglie che l'idea è stata veramente ottima, Jacopo e il suo amico si sono divertiti molto , noi adulti siamo tornati indietro di qualche anno e nel contempo abbiamo imparato cose che non sapevamo.
Trovo questo museo molto utile per lo sviluppo consapevole dei bambini e invito, chiunque ne abbia l'opportunità, di andare e portare i propri figli in questa piccola città.

martedì 12 maggio 2009

Greenlandhouse - Norcia - Perugia


Era da molto tempo che avevamo in mente un fine settimana a Norcia. Questo era dovuto anche al fatto di avere un indirizzo quasi sicuro. Dico quasi, perchè ci era stato sponsorizzato da un collega di lavoro di mia moglie e ne aveva tessuto le lodi. Dopo averci passato un fine settimana, togliamo quasi, perchè Geenlandhouse, è un posto super sicuro, è un posto dove potrete rilassarvi, mangiare alla grande e fare tante altre cose. E tutto questo grazie ai proprietari, Filomena e Filippo, che vi faranno sentire a casa vostra. Sarete coccolati e i bambini ancora di più. Appena arrivati, prima delle presentazioni, ci è corsa incontro Camilla, la loro cagnolina. E' simpaticissima, si mette in posizione perchè vuole essere carezzata. Per chi ama la natura questo è il luogo ideale. Intorno c'è tanto di quel verde, che vi viene voglia di riempire i polmoni e fare scorta di aria pulita. E ancora non avete assaggiato la cucina e i salumi fatti in casa dai due condottieri, perchè dopo vorrete fare altre scorte.
Appena sbrigate le formalità di rito, veniamo accompagnati nel nostro appartamento, composto da soggiorno con angolo cottura, camera da letto e bagno. Tutte le stanze, bagno compreso, sono con finestra e quelle che sono nelle camere danno direttamente sulla valle e con sfondo la città di Norcia. L'appartamento è per 4 persone, dato che il prontoletto che si trova nel soggiorno è a due piazze. La cucina è equipaggiata di tutto ciò che occorre per cucinare, per cui ci sono stoviglie, piatti, bicchieri, posate e la moka. Il bagno, di dimensioni normali, ha una doccia spaziosa e ciò che serve per la pulizia della persona, per cui shampoo, saponetta, ecc. La camera da letto, ha un armadio, un comò e la tv a colori. Ci sono molte prese elettriche e la stato dell'appartamento è ottimo, nonostante sia tutto bianco. E' evidente la cura con cui tutta la struttura viene seguita. Il riscaldamento funziona molto bene, dato che anche se siamo a Maggio, la sera la temperatura scende in maniera tale, da rendere piacevole l'accensione dei termosifoni.
L'aspetto esterno della Greenlanfhouse, ricorda una casa colonica, con la differenza che il tutto è curato nei minimi particolari. A cominciare dall'esterno, dove le sedie , i tavoli e le sdraio, danno un'opportunità unica a coloro che decidono di passare qualche giorno qui. Infatti basta chiudere gli occhi e immaginare di essere in una bella vallata, in un silenzio rotto dal vento e dal verso di qualche animale. Ecco, con in mano un bel libro e un qualcosa da sorseggiare, il gioco è fatto. L'organizzazione è in mano a Filippo e Filomena ed è sinonimo di certezza della buona riuscita di tutto ciò che gira intorno al buon andamento della vacanza. C'è sempre un'aria allegra e una serie di informazioni utili per l'ospite. La varietà gastronomica è di livello eccelso, sia nella quantità che nella qualità. La colazione , a richiesta anche con affettati, è arricchita con della ricotta appena sfornata, ma non dal forno, ma presa ancora calda dal caseificio.
E qui entriamo in un ambito a me caro, cioè cibo e vino. La valutazione da dare è quella massima. La qualità del cibo, è perfetta. Il mio modestissimo parere, è che l'Umbria sia una delle regioni migliori per quanto riguarda il cibo. Qui si mangia in un'atmosfera allegra, dove la qualità è superiore alla media. Francamente la scelta è complicata. E' difficile scegliere tra la salsiccia al fegato e la lonza preparata da Filippo o le fettuccine al tartufo nero e l'abbacchio cotto in padella cucinati da Filomena. Stiamo parlando di prodotti genuini, di tartufo raccolto direttamente da Filippo. E delle fettuccine ai funghi porcini e un altro tipo di cui non ricordo il nome, che crescono solo nella zona di Norcia? No, è tutto veramente buono , come il vino rosato sfuso, che è leggermente frizzantino ed è un piacere farlo scendere. E logicamente le porzioni sono molto generose. Dimenticavo, siamo vicino alla zona di Castelluccio, per cui un assaggio di lenticchie con pane bruscato è stato molto gradito da noi commensali.
Come dicevo in precedenza, questo è il luogo per gli amanti della natura. Ma anche per coloro che della bellezza bellezza paesaggistica ne fanno un vanto. E' tutto bello in questo luogo, dal verde delle colline, alle cime imbiancate degli appennini. E' un posto per ricaricare le pile, per potersi rilassare e per fare sport, tipo equitazione, rafting , ecc. I sentieri per passeggiare sono molteplici, non sono impegnativi in modo serio, per cui affrontabili in maniera semplice per la maggior parte. La bicicletta è un'ottima alternativa alla camminata a piedi.
Insomma da come avrete capito, sono stato veramente bene e non posso far altro che raccomandare un soggiorno presso Greenlandhouse e da parte mia non vedo l'ora di riandare a Norcia, per trascorrere di nuovo dei giorni allegri, spensierati e altamente culinari.

lunedì 4 maggio 2009

Casa Battlo' - Barcellona

Devo dire che quando il giorno di Pasqua sono arrivato a Barcellona, ho sentito un tuffo al cuore. Si perchè nel lontano 2004 è stato il primo viaggio che Jacopo ha intrapreso con noi, cioè la sua mamma e il sottoscritto. Era piccolo, solo 4 anni. Non so quanti chilometri ho fatti di corsa per Barcellona, per farlo giocare e non farlo stancare nella sua prima visita di una città estera. Ora non si contano più le città che ha visitato, ma Barcellona resta sempre in cima alle nostre preferenze. Quella volta vedemmo poco della bellezza artistica riconoscibile nella maestria del Gaudì, così , stavolta, quando abbiamo visto, che anche solo per poche ore, avremmo fatto rotta nella città catalana, mia moglie Carla ha subito messo le mani avanti e ha detto che Casa Battlo', andava visitata assolutamente. Io ho risposto positivamente, ma non è che ne fossi molto convinto. Ma dopo averla vista, ci riandrei un'altra volta e ci rimarrei un paio di ore per gustarmi tutti i particolari architettonici di quella casa. Dunque siamo arrivati al porto di Barcellona, veramente bello, alle otto di domenica mattina. Siamo scesi immediatamente e da li è cominciato il nostro cammino verso Casa Battlo'.
Dunque arrivati vicino all'acquario di Barcellona, abbiamo preso la metropolitana e siamo scesi alla fermata Passeig de Gracia. Attraversiamo la strada e al civico 43 troviamo la Casa. La fila è praticamente nulla, a differenza di quella che troveremo alla fine della nostra visita. Dunque il biglietto viene 16 euro e 50 centesimi. può sembrare un pò caro, ma viene consegnata un'audioguida compresa nel biglietto di ingresso. Già vedendo l'ingresso e la particolarità della scala a chiocciola che conduce al piano nobile, si capisce che si sta entrando in un mondo magico, in un'atmosfera quasi da favola. Casa Battlo', non è un semplice edificio, ma più semplicemente un mito dell'arte. E' il punto di riferimento del Modernismo, con due particolari zone della casa, cioè le mansarde e i camini, che rappresentano le peculiarità dell'edificio, infatti sono queste le zone della casa, aperte al pubblico solo da qualche anno, che riscuotono maggior successo tra i visitatori. Non da meno sono le volte interne, che ricordano la cassa toracica di una balena. La croce tridimensionale e un altro degli elementi indissolubili della casa. In ogni angolo della casa si trova qualcosa di eccezionale, grazie ai giochi di illuminazione di Ingo Mauer. E del gioco di acqua che si trova nel lavatoio, cosa vogliamo dire? insomma è tutto magico, come il saluto particolare che alla fine della visita ci lascia Gaudì, grazie ad una immagine tridimensionale. E pensare che grazie proprio al lavoro che Gaudì ha svolto in questo palazzo, è riuscito ad iniziare quella grande opera incompiuta che altro non è che la Sagrada Familia. Ma tornando alla visita, devo dire che tutto è stato bello. Anche i più piccoli sono rimasti affascinati da questo modernismo, fatto di luci e meraviglia. Il terrazzo è evidentemente quello che attrae di più, perchè da li è possibile fare delle foto alla Barcellona di oggi, che comunque mette in mostra parecchi segni evidenti dell'opera del Gaudì. Non c'è una cosa o particolare nella casa, che non sia al suo posto. Tutto è curato nei minimi particolari. Lo stato conservativo della casa, nonostante le migliaia di visitatori, è ottimo. La scala che conduce dal piano nobile alla soffitta, è un insieme di colori di maioliche e piastrelle. Molto particolari le scale a chiocciola che conducono alla terrazza e l'ascensore che dalle soffitte scende al piano terra. Da notare che nella casa, in realtà un condominio, due appartamenti sono affittati a degli inquilini e infatti il citofono mostra questo.
Che dire ancora. Che è stata una stupenda sorpresa, che invito chiunque vada a Barcellona ad andare a vedere questa meraviglia e a me stesso, che quando tornerò a Barcellona, un salto a Casa Battlo' lo farò volentieri


domenica 19 aprile 2009

Enoteca Regionale Palatium - Roma

E' un sabato sera, molto ventoso e freddo. Ci dobbiamo incontrare con i soliti amici dei nostri viaggi, per scegliere la nostra prossima tappa e buttare giù un itinerario, anche se sommario. Successivamente faremo il punto della situazione e partiranno le prenotazioni. Per dovere di informazione, la tappa scelta è la Scozia. Comunque l'appuntamento è a Piazza di Spagna, dove noi arriviamo con la Metro A, comodissima, mentre Marcolino, Antonella, Cristina e Elisa, arrivano dalla scalinata di Trinità dei Monti. Come potrete immaginare, ci troviamo in una delle zone più belle di Roma. Basta che ti giri e ogni immagine che vedi, sembra una cartolina. Prima di andare a mangiare , ci facciamo una bella camminata per Via del Corso e viuzze limitrofe. Tutto questo è il preludio ad una serata indimenticabile, sia per la compagnia, che comunque già sapevo essere tale, ma soprattutto per la cena e l'ambiente in cui mi sono ritrovato. Sono le otto e ci cominciamo ad avvicinare all'Enoteca Regionale Palatium, che si trova in Via Frattina 94, angolo con Via Borgognona.
Arrivati all'enoteca, benediciamo il momento in cui Marcolino ha prenotato, perchè quello era l'ultimo tavolo disponibile. Entri e ti sembra di essere catapultato in un'atmosfera che non è solita in un sabato sera. E' ancora orario di aperitivo, infatti al bancone ci sono parecchie persone che degustano cibi e bevande, tutte e due rigorosamente della regione Lazio. Anche coloro che vi lavorano sono dipendenti della regione e hanno una professionalità e una cura nel seguire il cliente, che se qui mettessero le faccine colorate che si è inventato Brunetta per alcuni uffici pubblici, qui sarebbero sempre e solo verdi. Scusate e andiamo avanti. Appena ci sediamo ci portano il menù, che comunque si può vedere anche sul sito internet e ci chiedono quale e quanta acqua preferiamo. Alla spalle del tavolo c'è tutta una serie di prodotti in vendita, dal miele, al cioccolato, ai legumi, per passare alla parete di fronte, ove ci sono i vini e i distillati. Per iniziare , come aperitivi, prendiamo un Moscato di Terracina Oppidum Brut. Appena lo avvicini al naso, senti un bouquet di profumi, sensazionale. Sempre rimanendo tra i vini per la cena abbiamo scelto un rosato della azienda Carpinetti del 2007, che tocca i 14,5 gradi alcoolici. La scelta nel menù è in misura giusta, anche perchè i piatti sono preparati al momento. E questo lo potete vedere, infatti la cucina è a giorno, nel senso che si trova dentro una vetrata e tuti possono vedere quanto sono bravi e professionali i cuochi. Io ho optato per un piatto che non conoscevo affatto, cioè la Tiella di Gaeta con polipetti. Veramente , veramente ottima. Su tratta di una piccola pizza rustica , ripiena di polipetti, pomodorini, alici e piccante il giusto, circondata da olive di Gaeta, per chi non le conosce non sa cosa si perde e filetti di alici. Alla fine con sughetto la scarpetta è arrivata di conseguenza. Jacopo , il mio piccolo, ha optato per le alici fritte, non me ne ha fatta assaggiare neanche una e dato che lui è un buongustaio, il piatto era veramente buono. Altro antipasto particolare è stato la mozzarella di bufala panata , con le puntarelle. Le puntarelle sono una tipica verdura romana, che si mangia cruda con battuto di aglio e alici. Per finire Elisa ha preso il pane nero con patè di fegato e polpettine. Devo dire che li ho assaggiati tutti, anche le alici, grazie a Marcolino e rimango che sono tutti piatti unici nel loro genere.Certo le alici fritte sono un piatto classico, ma il modo come vengono fritte che ne fa la differenza. Io il primo lo ho saltato, mentre gli altri hanno preso tonnarelli cacio e pepe, rigatoni alla carbonara e la minestra del brigante, fatta con i ceci. A questo punto, dopo una piccola pausa, passiamo ai secondi e io vadi diretta alla coda alla vaccinara, piatto simbolo della cucina romana. Altro non è che la coda di vitello, cotta, anzi stracotta nel sugo, con una quantità smisurata di sedano. Insomma qualcosa di veramente ricercato. Un tempo era un piatto povero, ora non più, anzi. Anche la tagliata di filetto che ha preso mia moglie era buona, però per sincerità, la migliore tagliata mangiata fino ad ora è quella di Marco alla Vecchia Posta a in quel di Trevi. Il bello è che mangi, le porzioni sono giuste, non sono esigue, eppure non ti senti pieno, stai bene. E ancora c'è da prendere il dolce, accompagnato da una grappa barricata, gentilmente offerta. Jacopo per non sbagliare è andato sul tiramisù, mentre noi tutti abbiamo optato per la crostata di ricotta romana e arancio con gelato al cioccolato. Mamma mia che buona, abbiamo chiuso la serata alla grande. Devo dire che siamo rimasti fino a mezzanotte, per quanto si stava bene nel locale. L'ambiente è soft, tipico per poter parlare e scambiare un pò di chiacchiere. Al piano superiore c'è un'altra sala, più raccolta e lontana da coloro che si siedono la bancone per mangiare e bere qualcosa di frugale. Ma anche se noi eravamo vicini al bancone, non abbiamo avuto problemi nel colloquiare. L'ultima carineria l'ho scoperta tornando a casa e guardando il conto. Hanno diviso il totale per sei, non contando Jacopo, pensano che essendo un cucciolo avrebbe mangiato meno. Invece , in realtà, è un cucciolo molto affamato, per cui anche lui è entrato nella suddivisione del totale. Che altro non fa che confermare la bontà della serata, perchè 32 euro a testa, per essere nel cuore di Roma, facilmente raggiungibile con la metro, che nel fine settimana è aperta fino all'una e trenta, è veramente sintomatico di un rapporto qualità/prezzo, eccellente.

mercoledì 25 marzo 2009

La città del gusto - Roma

La serata è mite, sembra che la primavera sia entrata qualche giorno prima del previsto. Ci troviamo alla Città del Gusto del Gambero Rosso, sulla riva destra del Tevere. E' con la Città del Gusto che è cominciata la riqualificazione urbana di questa parte della città. Siamo a Viale Marconi, una delle zone più popolate di Roma . Dall'altra parte del fiume, troviamo il quartiere Ostiense, il mio quartiere in cui ho vissuto per circa 25 anni. Una volta era un quartiere dormitorio, grazie alla presenza Mercati Generali, ora è diventato uno dei quartieri più giovani di Roma, con la Terza Università e la miriade di locali che sono nati. Ma torniamo a noi, soprattutto a noi tre, detti i soliti noti. Alfredo, Roberto e il sottoscritto, che da quando ,circa dieci orsono, abbiamo fatto il corso di degustazione, le nostre seratine eno gastronomiche , non ce le facciamo mancare. Con noi c'è sempre una variabile, cioè una quarta persona che si aggrega a noi. Devo dire la verità, questa è la sesta volta che veniamo a degustare alla Città del Gusto , ci ha sempre accompagnato Gianfranco e anche stasera non ha mancato di timbrare il cartellino.
Arriviamo e diamo i nomi con cui abbiamo prenotato via internet. Saliamo al primo piano e lasciamo al guardaroba le nostre giacche. L'ambiente è informale, noi eravamo vestiti molto sportivi, come quasi tutti coloro che partecipavano all'evento. Alle 19 con una puntualità svizzera, comincia la degustazione. Aspettiamo solo Gianfranco, che arriverà con qualche minuto di ritardo. Al centro della sala, disposti a quadrato, ci sono tutti i vini del Consorzio Tutela Vini Montefalco e i sommelier che li offrono. Notiamo subito una cosa strana, cioè un bianco. Strano, il Sagrantino è solo rosso, mai visto nulla di simile. Invece è un Sagrantino vinificato bianco, insieme ad altri vitigni, come il Grechetto e la Malvasia. Degustiamo e devo dire che la sorpresa è stata positiva, veramente una bella novità. Ma torniamo , anzi cominciamo con i rossi, la nostra degustazione. Assaggiamo solo Sagrantino, tralasciando volutamente il Rosso di Montefalco, meno prezioso. Certo cominciare a degustare a stomaco vuoto è alquanto pericoloso, si rischia in un attimo di rimanere "storti", nel senso che l'alcool entra subito in circolo e la sensazione di beatitudine arriva subito. Allora prendiamo qualche pezzetto di pane carasau, messo li appositamente. Ma in fondo alla sala , sta aprendo il buffet. Torno un attimo indietro, cioè all'ultima degustazione che avevamo fatto , relativa ai vini rosati , in un ambiente stupendo, sulla terrazza della Città del Gusto, era estate e il ponentino di Roma ci rinfrescava alla grande. Ma la nota negativa fu il cibo, una quantità smisurata di pizza bianca con i fichi. Invece stavolta il buffet è stato all'altezza, tutti assaggi della cucina umbra. Abbiamo cominciato con dei fritti, gli arancini a forma di cubo e il bollito di carne, sempre panato e poi fritto. Tutte e due molto buoni con la novità del bollito. La tavola a buffet, offriva pecorino di Colfiorito stagionato, formaggio al pepe nero sempre di Colfiorito, la coppa, il lombo e il capocollo di maiale, una salsa di pomodorini secchi piccante, detta anche "pizzicar ti voglio" e olio extra vergine di oliva di Montefalco. Riempiti i piatti, ci siamo messi in un angolino , abbiamo preso altri vini e continuato la nostra degustazione. C'era veramente molta gente, questa è una delle degustazioni più importanti e il prezzo pagato, cioè 12 euro, le vale tutte. Mi guardo intorno e osservo che c'è gente di tutti i tipi. Vedo con piacere molti ragazzi e ragazze, oltre i soliti volti che si incontrano a questi incontri degustativi. Talvolta sembra di essere allo stadio o a teatro, quando hai l'abbonamento. Cioè vedi spesso le stesse persone. Scusate la digressione, parola che usava spesso il nostro professore al corso di degustazione e torniamo al vero motivi della serata. Intanto è arrivato anche Gianfranco, il quale cerca di recuperare qualche bicchiere che aveva perso in precedenza. Devo dire la verità e come me anche gli altri hanno fatto la stessa considerazione, queste annate di Sagrantino sono state un pò deludenti. Non voglio fare come il sommelier di gusto, la rubrica del Tg5, però si sentiva molto l'alcool ma poi in bocca la delusione è stata notevole. Tranne che per uno, l'unico che non aveva alcuna brochure da lasciare a coloro che degustavano. Per rafforzare ciò che vi sto' scrivendo vi narro un episodio. Questo Montefalco Sagrantino della casa vinicola Madonna Alta del 2005, l'ho assaggiato io prima di tutti gli altri. Ne ho tessuto le lodi con Alfredo e Roberto, dato che Gianfranco gironzolava con il bicchiere in cerca di qualcosa di buono. Dopo dieci minuti ci ritroviamo tutti e quattro e Gianfranco, indicando il box Madonna Alta, ha detto:"Quel Sagrantino è veramente notevole, in assoluto il migliore". Ci siamo guardati tutti e quattro e abbiamo convenuto che la nostra scelta era azzeccata. Non sto' qui a scrivere l'elenco degli altri espositori, tanto basta collegarsi al sito www.consorziomontefalco.it e scaricarli. Nota di merito anche per il servizio. Tutti i ragazzi che servivano , come i sommelier, sono stati gentilissimi e rapidi nel sostituire le pietanze che erano terminate. Che altro dire, che a Maggio c'è un'altra bella degustazione, stavolta si tratta del Lugana, un bianco della Liguria, forse non molto conosciuto ma meritevole della nostra attenzione.Solo per curiosità, anche se so che alla fine ne acquisterò quanto meno una bottiglia, mi sono collegato al sito di Madonna Alta e ho visto che il Sagrantino viene 27 euro a bottiglia.

mercoledì 18 marzo 2009

Ristorante Regional - Lisbona

Siamo arrivata da poche ore a Lisbona, ma già ne siamo rimasti affascinati. Sarà l'aria, sarà che sei in vacanza. Però tutte queste situazioni, non riescono a rendere palpabile ciò che provo a descrivere. Abbiamo un pò girato, la stanchezza del viaggio si comincia a far sentire e allora ci mettiamo alla ricerca del locale dove cenare. Non prendiamo la guida, ne diamo un'occhiata alla lista dei locali che Carla aveva scaricato dietro approfondito studio. Come al solito ci vogliamo affidare al fiuto, che nel 90% dei casi non ci ha mai tradito. Ci troviamo nel centro di Lisbona, a pochi passi dall'Elevator di Santa Justa. Sono da poco passate le 20 e 30, i negozi sono chiusi e Via Dos Sapateiros è illuminata dalle insegne dei negozi. Va avanti Marcolino, si prende lui la responsabilità della scelta. Lo vedo che si avvicina ad una vetrata e si ferma a leggere un foglio attaccato fuori dalla stessa. E' un menù. Lo comincio a leggere anche io, ma è tutto scritto in portoghese e neanche una parola in inglese. Ci guardiamo tutti quanti e decidiamo di entrare.
L'ambiente è molto familiare, ridotto al minimo indispensabile. Entrando sulla destra, c'è un frigorifero a vista con dentro del pesce. Dentro ci saranno si e no 10 persone in tutto. Non è segnalato in nessuna guida turistica, infatti coloro che mangiamo sono tutti del luogo, non ci sono stranieri. Arriva il cameriere e ci fa scegliere dove sedersi. Avevamo diretto un condizionatore che sparava aria fredda, abbastanza fastidiosa. Appena il cameriere ha capito il problema, ha abbassato notevolmente l'intensità del flusso. Appena ci siamo seduti ci ha portato del pane con del burro e dei grissini. Questa cosa merita attenzione, infatti loro portano sempre questo antipasto, se così si vuol chiamare, però non è gratis alla fine ve lo mettono in conto. Per cui se uno non gradisce, non lo mangia e loro non lo mettono nel conto finale. Ma torniamo alla nostra cena. Siamo a Lisbona e cerchiamo il baccalà. Niente da fare, infatti in questo locale il baccalà viene cucinato il sesto giorno della settimana, che corrisponde al nostro venerdì. Insomma la domenica è il primo giorno e così via. Non ci siamo persi d'animo e abbiamo dirottato le nostre scelte, prevalentemente sulla carne, anche se un piatto tipico qualcuno, non ricordo chi, lo ha voluto provare, cioè l'omelette di gamberetti, veramente notevoli. Ma tutta la cena è stata gustosa e meritevole di menzione. La lombata messicana, per cui abbastanza piccante e il filetto erano buonissimi. Da notare che tutti i piatti sono accompagnati da due contorni, cioè da patatine fritte e insalata. Il vino abbiamo bevuto quello della casa e devo dire che era buono e comunque un vino che non ti annienta la testa è un vino valido. Per non farci mancare nulla, abbiamo anche preso un piccolo assaggio di formaggi locali e anche qui non siamo rimasti delusi. Poi siamo passati ai dolci, più precisamente al pudim flan, cioè una crema di latte a budino, un dolce tipico portoghese. Buono, come buono è stato il liquorino finale, un distillato di nocino. E il prezzo? Assolutamente soddisfacente, abbiamo speso 16 euro a testa, praticamente quanto una pizza e qualcos'altro in Italia. Che dire, la scelta è stata ottima e peccato che l'ultima sera abbiamo voluto provare un altro ristorante che purtroppo rientrava nel 10% in cui il nostro fiuto non ha funzionato.
Queste sono le coordinate per chi si trova a Lisbona e vuole provare questo ristotantino tipico: Restaurante Regional, Rua dos Sapateiros 68, tel 213421027

venerdì 13 marzo 2009

B&B Casa Mascia - Dolianova - Cagliari

Devo dire che mettersi alla ricerca di un qualcosa che somigli ad un giaciglio nel mese di Agosto in Sardegna , è veramente impresa ardua. Ho perso parecchio tempo e inviato molte mail e fatto telefonate. Ma un motivo o un altro, niente rientrava nei parametri che servivano a noi, cioè due famiglie con un bambino ognuna. Quando stavo quasi perdendo la speranza, ecco che ti trovo un link che mi porta al sito web di Casa Mascia. Prima cosa è abbastanza vicino a Cagliari, solo 15 chilometri e i prezzi sono veramente buoni. Infatti per 60 euro abbiamo avuto la camera per tre persone, bagno e colazione e poi logisticamente comodo per muoversi. Quando ho telefonato e parlato con la titolare, devo dire che oltre alla disponibilità ho trovato molta cordialità. Ci siamo sentiti più di una volta e alla fine abbiamo concluso.
Le stanze rientrano nella norma, comode per tre persone. Troviamo un armadio, due comodini, un bel letto matrimoniale, comodo e questo è importante, più un letto singolo per il bambino. Non c'è la televisione, perchè si trova nella sala della colazione. Lo stato della stanza è buono e il bagno, molto ampio, ha una bella finestra, una doccia e tutti gli accessori necessari, phon compreso.
Devo dire che trovandosi in un paesino, l'atmosfera è rilassante, compresa quella del bed and breakfast. Esso è tenuto molto bene, sia internamente che esternamente, è molto curato, anche nei piccoli particolari. La famiglia che ci ha ospitato, è veramente gentile. La signora , oltre a fornirci di tutto ciò che avevamo bisogno, non mancava di farci assaggiare qualche prodotto locale, per esempio hanno dei pomodori da insalata sensazionali. inoltre , soggiornando da loro, si hanno delle convenzioni con dei locali e con la cantina sociale di Dolianova. C'è un bel giardino, con delle sdraio e un ombrellone, per poter rilassarsi e permettere ai bimbi di giocare un pochino.
La colazione è la classica all'italiana. con latte, caffè, biscotti, qualche dolcetto, la cioccolata e così via. Insomma c'e tutto quello che serve per cominciare la giornata e immergersi nello splendido mare sardo. La qualità buona e l'atmosfera anche, dato che c'eravamo solo noi.
Ci troviamo in un paesino immerso nella terra della Sardegna, non vedi il mare, ma le montagne e la viticultura non mancano sicuramente. Proprio a 100 metri dal b&b, c'è la fermata dei pullman, che portano nei paesi intorno e a Cagliari. La posizione è tranquilla, non c'è vita notturna e il riposo e il relax è assicurato.

domenica 8 marzo 2009

Villa Adamenko - Banjole - Croazia

Devo dire che mi piace molto mettermi alla ricerca dei posti ove soggiornare nei luoghi in cui andiamo in vacanza. Questo perché la ricerca è capillare, ci perdo tempo, leggo recensioni e quando non ne trovo, vado a naso. Ecco, questo è successo quando ho deciso di prenotare a Villa Adamenko, in una zona non molto frequentata dai turisti, cioè Banjole, che si trova a Pola, in Croazia, nella regione dell'Istria. Quando trovo tutto questo, la cosa mi piace di più, perchè è un pò come andare all'avventura. Certo la similitudine è un pò forzata, ma lasciatemela fare. Dunque la proprietaria è la signora Vlaska, molto puntigliosa sulle regole da rispettare, soprattutto quelle relative ai bambini, vedi gioco del calcio. M anche molto gentile e ospitale. Una mattina io e il mio amico Franchino, passavamo davanti alla sua abitazione. Ci ha fatto accomodare e alle 10 di mattina, ci ha offerto la Biska, che altro non è che la grappa croata. Non abbiamo potuto dire di no, però alla fine non abbiamo fatto una grande fatica a berla. Ma torniamo a Villa Adamenko.
Le stanza è abbastanza grande, con un armadio molto capiente e con dentro le coperte per l'inverno. Perchè anche in inverno ci sono ospiti, infatti nel salone c'è un grande camino. C'è un bel terrazzo con vista sul piccolo porto di Banjole e come le foto che ho postato si può vedere la bellezza di questo al tramonto. Ci sono due comodini, una poltrona e la stanza è tenuta, nel suo insieme, abbastanza bene. La pulizia era a carico nostro, compresa quella del bagno. Ecco questa è una nota un pò dolente, infatti uno dei due bagni, uno per stanza, è posto al piano inferiore, per cui è antipatica la cosa. Il bagno ha la doccia una bella finestra ed è ben attrezzato.
Arrivati, le foto che avevo visto su internet, non hanno fatto altro che confermare la struttura, ma soprattutto la bellezza esterna della Villa. Il grande giardino che la circonda con i filari delle viti è molto bello. La proprietaria è molto gentile e comunque presente in qualsiasi momento ne avete bisogno. Se per caso si assenta vi avverte e vi lascia un punto di riferimento o il cellulare di chi è in zona, quasi sempre il marito. Nel giardino c'è un barbeque con annessa legna, che noi abbiamo sfruttato per un paio di sere, preparando delle belle bistecche e degli spiedini alla brace. E dopo ci siamo accomodati sulle sdraio che sono li a disposizione. Durante il nostro soggiorno c'erano due ragazze olandesi, che comunque non si vedevano mai, perchè andavano via all'alba e tornavano la sera.
La colazione noi abbiamo deciso di prepararla da soli, facevamo la spesa nei supermercati introno e lì approntavamo noi. Ci mettevamo o nella cucina o sotto il portico e ci godevamo la calma e il rumore del mare.
Il paesaggio è perfetto, davanti ai il mare e dietro le colline, ma sembrano ancora inesplorate. Insomma danno un senso di novità, non so spiegarlo bene, è una sensazione personale. A pochi centinaia di metri c'è un autobus che passa e porta sulla strada principale e da li ci si può muovere per le località più vicine, Pola da una parte e Kamenjak dall'altra. La posizione tranquilla, significa che a Banjole la vita notturna è praticamente inesistente. Sola una sera, al piccolo porto, abbiamo trovato una festa locale, in cui la birra andava a fiumi, si ballava e c'era il gioco delle tre palle un soldo per i bambini. Insomma sembrava di essere tornati indietro di un pò di anni. C'è un piccolo campo di calcio in cemento all'inizio della località di Banjole, anche un pò obsoleto e questo è l'unico modo di fare qualche sport, oltre che farsi una bella nuotata, facendo attenzione agli scogli.

giovedì 26 febbraio 2009

Village La Cort - Ville sur Sarre - Aosta

Era da quasi sette anni che non tornavo in vacanza in Valle d'Aosta. Questa regione dire che l'adoro è poco. Non me ne vogliano gli abitanti delle altre regioni settentrionali, tipo coloro che vivono nelle Dolomiti, ma le montagne della Valle d'Aosta sono uniche, almeno per me. Sono imponenti, hanno un fascino tutto loro, quando entri in Valle cominci con il Monte Rosa e finisci con il Monte Bianco e quel Dente del Gigante che sembra sempre che debba staccarsi. Per cui questo anno a settembre, fortunatamente sono tornato e ho trovato una casa vacanze, spettacolare. Il posto si trova a sette chilometri da Aosta, precisamente a Sarre e per arrivarci bisogna percorrere tutta una serie di curve.
Noi alloggiavamo in un mini appartamento posto su due piani. Al piano terra avevamo la camera da letto, il bagno con vasca e un piccolo ripostiglio dove mettere i borsoni e le scarpe. Al secondo piano c'era la cucina, fornita di tutti gli utensili per cucinare, la televisione, un divano letto con altri due posti letto e un terrazzo lungo e comodo. Le stanze, come tutto l'appartamento sono veramente messe bene, anche nei piccoli dettagli. Si vede che c'è una continua ricerca di evitare dei piccoli inconvenienti per gli inquilini. Nella camera da letto , oltre un armadio capiente avevamo un comò e due comodini con le relative lucine. C'è anche un letto a castello, per cui è possibile stare in quattro.
L'aspetto è veramente bello, ricorda quello di una corte antica, non a caso il nome è quello. Al centro troviamo una fontana e intorno ci sono parte degli appartamenti. E' tutto tenuto molto bene. Addirittura sotto gli appartamenti, c'è una grande locanda che noi usavamo per riunire le tre famiglie che erano andate in vacanza e li facevamo la colazione e qualche volta ci cenavamo. Ci sono molti barbecue e tavoli per organizzare delle belle grigliate e a disposizione c'è anche la legna. Ci sono delle sedie sdraio per riposarsi e prendere il sole. Mentre per i più piccoli e non solo, c'è un campo di calcetto in erba naturale, che può diventare anche campo da pallavolo. Ci sono anche le altalene e qualche altro giochino.
Basta affacciarsi dal balcone dell'appartamento e vide un panorama stupendo, che ti rilassa e ti rigenera solo al guardarlo. Se poi ti sposti un pochino piedi, ma roba di 100 metri, hai tutta Aosta sotto di te e la sera quando è illuminata è veramente bella. Il collegamento con i mezzi di trasporto è la tua macchina, perchè altrimenti sarebbe veramente difficile raggiungere i punti nevralgici della regione. Nelle zone limitrofe, oltre ad Aosta, ci sono parecchi Castelli da visitare, tipo quello di Fenis e quello di Bard, il secondo merita un'attenzione maggiore. La vita notturna è inesistente, perché è la posizione che invoglia a tutto questo. Non passano più di una ventina di macchine al giorno e non di rado, quando rientravamo la sera, per cui quando era buio, ci è capitato di vedere le volpi. Lo sport, dato noi siamo andati in estate è dato dal trekking, dalle passeggiate, che partono anche da li. D'inverno in zona si può fare la sci di fondo, per quello alpino basta andare a Pila con la cabinovia che parte dal centro di Aosta.

lunedì 23 febbraio 2009

Pensione La Pineta - Aymavilles - Aosta

Devo dire che di questa pensione ho splendidi ricordi. Ricordi un po' lontani, in quanto ho alloggiato qui per parecchi anni, quando io e mia moglie non avevamo ancora il piccolo Jacopo. Successivamente ci siamo tornati tutti e tre insieme e io una volta per lavoro, però i più bei ricordi sono legati alla nostra attività di trekking. Ci mettevamo la sera fuori dalla pensione, ci sedevamo ad un tavolo, aprivamo le nostre cartine e studiavamo il percorso per il giorno successivo. Non di rado facevamo questo, con il sottofondo musicale di qualche avventore che con la chitarra o con la fisarmonica si dilettava e noi dietro a cantare. Ci troviamo in Valle d'Aosta, precisamente ad Aymavilles a cinque chilometri da Aosta e a tredici da Cogne e dalla Valle del Gran Paradiso. E' un luogo bellissimo, ma soprattutto, è ideale per chi come noi, amanti della natura, la mattina di buona lena , dopo una buona colazione, con lo zaino in spalla, si partiva per i nostri tapponi, talvolta con qualche sosta notturna a qualche rifugio.
E' una pensione a due stelle il tutto è rapportato. Le stanze non sono grandi, giusto il necessario per il letto, una scrivania piccolina , un armadio e il bagno. La pulizia nella norma, talvolta si vedeva un pò di laniccia sotto il letto, ma insomma ci si passa sopra. La stanza è tenuta dignitosamente e il design, come ho già detto in precedenza è ridotto all'osso.
Il letto non è male, quando la mattina non ti alzi con il mal di schiena, significa che è buono e ti fa dormire bene.
L'atmosfera è gioviale, soprattutto per merito della Signora Lisetta, la proprietaria , che insieme alle figlie davano un tocco di allegria. Mentre il merito io l'avevo soprannominato l'orso, in quanto non è che ci scambiavi molte parole, buongiorno buonasera erano il massimo. La pensione esternamente è tenuta bene, i fiori sui davanzali dei terrazzi, il campanaccio che quando suona indica che la cena è pronta, il bel giardino esterno con la piccola chiesetta. Il bar è fornito di tutto quello che può servire, non manca nulla o quasi.
La cucina è quella prettamente valdostana, con piatti tipici come la polenta concia o lo spezzatino di capriolo, senza dimenticare gli eccellenti formaggi, primo fra tutti la fontina. Ogni giorno una varietà diversa e la qualità non è mai venuta meno. L'acqua o in caraffa o quella in bottiglia, mentre per il vino, giocano in casa. Mi spiego meglio, il marito di una delle figlie è produttore vinicolo. La casa vinicola è Grosjean, è hanno dei vini, soprattutto bianchi, veramente buoni. Dato che io sono un appassionato di vini, ogni volta, quando era l'ora di andare via e tornare a Roma, portavo via sempre una cassa di questi vini.
L'atmosfera è rilassante, perchè quando torni dopo le passeggiate, la sera hai fame e pensi soprattutto a fare quello, cioè mangiare.
I dintorni, il paesaggio, la posizione, il panorama, sono semplicemente stupendi. Non hai che girare di 360° per vedere quello che più piace a te, devi solo scegliere. La natura è stupenda e le volpi pure, quante ne abbiamo viste. Non è molto facile il collegamento con i mezzi pubblici, bisogna percorrere circa un chilometro per arrivare alla fermata dei pullman e da li arrivare ad Aosta.
Se avete bisogno di tranquillità questo è il posto ideale, è il posto che vi rigenera e vi manda avanti per un anno intero.
L'indirizzo per andare è questo:
Frazione Champlan Aymavilles Aosta - Tel : 0165902100

martedì 17 febbraio 2009

Il giono in più - Fabio Volo

Devo dire che ogni volta che mi avvicino a Fabio Volo, sia in televisione o alla radio, il risultato è sempre positivo. Le sue trasmissioni su MTV sono sempre state molto interessanti, talvolta è un genere un pò forte, soprattutto da un punto di vista dialettico, ma a me piace molto. Però quello che più apprezzo di lui, è il suo modo di scrivere, quell'affrontare la realtà di quei ragazzi del giorno di oggi. Talvolta mi vedo nei suoi libri, anche perchè racconta anche di quando era bambino e adolescente e essendoci tra noi 6 anni di differenza molte cose collimano.Come collimano posizioni su come si vede la vita e l'amore.
Devo dire che questo libro comincia e finisce, nel capitolo iniziale e finale, nella città del mondo che io preferisco, cioè Parigi.Logicamente alla pari di Roma, la mia città. Qualcuno solitamente mi obietta che dico ciò non avendo ancora visto Londra, ma fra un paio di settimane colmerò anche questa lacuna.
Ma torniamo al libro, uno stupendo romanzo d'amore, in cui Volo esprime al meglio le sue capacità. Forse perchè è l'ultimo, ma avendo letto tutti i suoi libri, precisamente questo è il quarto, sicuramente è il migliore.
La storia si svolge prevalentemente a New York.
Il personaggio maschile è Giacomo, trentacinquenne , single e donna a iosa. Però donne a cui non si lega mai per più del tempo necessario, cioè il tempo di portarle a letto.
Però questa sua vita , è una vita tipica di chi non sa come riempire le giornate per paura della solitudine, per cui ogni cosa, dalla palestra al corso che non ha senso, diventa occasione per riempire le giornate.
Silvia è la sua amica del cuore, quella con cui è ha condiviso momenti di sesso, ma che alla fine non ha fatto schioccare alcuna scintilla, per cui è diventata la sua amica del cuore e viceversa. Si raccontano tutto, anche nei minimi particolari.
Ad un certo punto, lei rinuncia alla sua carriera, perchè trova l'amore della sua vita, diventa mamma, ma da quel momento in poi cominciano i problemi con il suo compagno e indirettamente tutto ciò è di aiuto a Giacomo, anche il lavoro fatto da Silvia nella testa di Giacomo è fondamentale.
In quel periodo Giacomo comincia a rompere la sua routine quotidiana, comincia ad avere un appuntamento fisso sul tram che lo porta al lavoro.
E' un appuntamento che dura tre fermate, ma sono tre fermate intense, tre fermate che se non ci fossero sarebbero il segno di una giornata senza senso. Dura tre mesi questa storia, con lui che con discrezione, anche dal vetro riflesso del tram, guarda questa ragazza, a cui un giorno cade un guanto e Giacomo non lo restituisce, perchè ogni tanto deve sentire l'odore delle sue mani e il calore che è rimasto dentro di essi.
La vede spesso che scrive su un quadernino , prende appunti.Però rimane sempre molto discreto, troppo.
Tanto che, una mattina è lei che prende l'iniziativa e chiede a lui se vogliono prendere un caffè insieme.
Lei è Michela, vederla da ancora più vicino è estasiante per Giacomo.Però a quel punto arriva la brutta notizia.Lei si trasferisce a New York, dato che la sua sede di lavoro è li, perchè quel lavoro e quel posto, sono sempre stati il suo sogno.
Per Giacomo è una mazzata, capisce che è la fine del sogno, la fine della sua "astratta" storia d'amore.Ma proprio in quel momento lei si alza per andare al bagno e incautamente, anche se poi si vedrà che lo ha fatto apposta, lascia la busta con l'indirizzo del suo nuovo lavoro a New York. Mentalmente Giacomo memorizza il tutto, anche se non sapeva bene a cosa servisse.
E qui comincia la perte più bella e intensa del libro, che mette in evidenza le paure di Giacomo, il suo non voler risultare ridicolo di fronte alla possibilità di andare a trovare Michela. Ma quando c'è l'amore tutto questo non ha più senso, bisogna vivere il sogno fino alla fine, tentare di farlo diventare realtà a costo di sembrare ridicoli.
Attenzione sembrare, non essere. Perchè in amore si fanno tante di quelle cose, che non partono dalla razionalità, ma dalla voglia dell'irrazionale di prevalere a tutti costi.
Per cui spronato da Silvia e dalla voglia di rivedere Michela, decide di andare a New York.
Qui , in una scena divertentissima, nei bagni dell'aeroporto perde tutti i dati del telefonino, in quanto mentre era intento a fare pipì, lo stesso cade nel water.Scena spassosissima, ma nello stesso tempo "tragica", in quanto nello stesso c'era l'indirizzo di Michela. Fortunatamente gli amici servono nei momenti di difficoltà, così grazie a Silvia, che aveva memorizzato il tutto conoscendo bene il soggetto, salverà Giacomo da una difficile ricerca di Michela a New York.
Il luogo ove lavora Michela è vicino all'albergo dove alloggia Giacomo, così decide di sedersi di fronte al caffè dell'ufficio di lei.
Questo locale si chiama "Doma Cafe" e letto dall'interno con la "D" coperta si legge Amo. E' un segno del destino.
Prende coraggio, ma soprattutto prende il telefono e chiama Michela. C'è la segreteria, fa un bel respiro e lascia un messaggio del tipo, che dato che era di passaggio voleva rendere il piacere di quel caffè offerto da lei l'ultima e unica volta che si erano visti.
Passano giorni in cui chiede alla reception dell'albergo se ci fossero messaggio per lui, ma niente.
Quando stava perdendo ogni speranza e pensava di aver ragguinto l'apice della ridicolaggine, ecco che arriva la risposta di Michela. E' un tuffo al cuore a dir poco.
Lei accetta di buon grado, da a lui un appuntamento per le cinque e le lascia il suo numero di cellulare, ma prima deve ritirare nella portineria del suo posto di lavoro un pacchetto per lui.
Giacomo rimane un pò sorpreso da ciò, ma la mattina dopo di buon ora passa e ritira il suo pacchettino.
Giacomo si trasferisce al Doma, ormai il suo luogo preferito . Apre la busta e riconosce subito cosa ci fosse dentro. Era il quadernino che tutte le mattine Michela aveva sul tram e su cui scriveva.
All'nterno dello stesso c'era un messaggio:
"se non fossi venuto entro i primi sei mesi te lo avrei spedito.Ci vediamo alle cinque, ciao Michela"
A questo punto io mi fermo qui, non voglio rovinare la bellezza e la dolcezza del susseguirsi degli eventi. Del gioco che mettono in atto e che ... Starà a voi scoprire, se vorrete, il resto.
Ci sono due frasi di questo libro che mi hanno colpito molto e che non hanno alcun bisogno di spiegazione:
1) Il problema non è quanto aspetti, ma chi aspetti;
2)Non è sufficiente fare un figlio con la persona che ami. Non è importante quello che provi per me, o quello che sei con me, ma quello che sei nella vita"
Il libro è edito da Mondadori, come tutti gli altri libri di Fabio Volo. Consta di di 287 pagine e il prezzo di listino è di 15,50 euro.
Ve lo consiglio, soprattutto perchè il sogno è la base del futuro e perchè quando si divora un libro, un significato ci dovrà pur essere.

mercoledì 11 febbraio 2009

Slovin Unique Rastoke - Croazia

Ora vi parlo di un luogo che si trova a circa 15 chilometri da Marko in direzione opposta al laghi di Plitvice.Vi scrivo di questo posto, perchè nel caso andaste , è un molto interessante da vedere.Si tratta di Rastoke. Davanti l'entrata della città di Slunj, la quale ai tempi degli antichi romani veniva chiamati Slovin, alla foce del fiume Korana, la natura ha creato una cascata chiamata appunto Rastoke.
E' un'eccellente località rurale e naturale. C'è il villaggio dei mulini che è sotto protezione dal 1969, cioè da quando è stato dichiarato monumento naturale.Il complesso turistico "Slovin Unique - Rastoke", è gestito dalla famiglia Holjevac e proprio per questa gestione, il biglietto d'ingresso è pari a 20 kune, un'inezia in confronto alla bellezza che troverete e avrete la fortuna di vedere.Questa famiglia, per il lavoro svolto, nel 2005 è stata insignita del premio come "Fiore verde per l'offerta turistica". Data la grande quantità di acqua e il molto verde, pur essendo Ferragosto, si stava freschi. Per i bambini, oltre ai soliti giochi, ci sono delle piccole porte che i nostri pargoli non hanno mollato un momento, avendo portato con loro il pallone, anzi i palloni, uno a testa.Troverete anche grandi tavoli di legno, sedie a sdraio e a dondolo, insomma tutto il necessario per passare una giornata rilassante e riposante.Ci sono anche mercatini artigianali, soprattutto riferiti alla lavorazione del legno e cpsì abbiamo approfittato per fare qualche piccolo pensierino da portare ai nostri cari.

giovedì 5 febbraio 2009

Hotel Miraparque - Lisbona


Quando ho prenotato questo albergo, ho fatto esattamente il contrario di come mi muovo solitamente. Mi spiego meglio, prima ho prenotato e il prezzo è stato quello che ha fatto pendere la bilancia in suo favore rispetto ad altri e poi mi sono documentato, tramite opinioni e forum, sulla qualità dell'albergo.
E ad un certo ho pensato di aver fatto una grande cavolata, perchè leggevo commenti non proprio positivi e poi informazioni sulla colazione, veramente brutti. Oltre la sala buia, oltre il fatto di dover sempre fare la fila, c'era anche il problema del cibo, scarso e sempre lo stesso.
Fortuna ha voluto che tutto ciò risultasse non vero o quantomeno io sono stato molto fortunato. Però propendo più per la prima ipotesi.
Arrivati ci accoglie un signore che ci prende le valigie e le porta direttamente in camera. La camera è grande e ben illuminata, in quanto ha un bel finestrone centrale. La pulizia è discreta, niente di eccezionale, ma neanche nulla di scandaloso. C'è la televisione satellitare, ma non con programmi italiani, un climatizzatore, forse è meglio dire, un apparecchio per l'aria condizionata e un pò vetusto. Avevamo un letto matrimoniale molto grande e con materassi comodi e un lettino ad una piazza per il nostro piccolo. Una scrivania e il frigobar, che funzionava molto bene.
Il bagno, aveva ben due finestre, per cui niente bagno cieco, una vasca grande e il dosatore per lo shampoo e il bagnoschiuma direttamente sopra la vasca stessa. Insomma non c'erano bustine piccole in giro. Gli asciugamani tre a testa , venivano cambiati ogni giorno.
La vista non era delle migliori, infatti affacciavamo su un cortile interno di un condominio, con panni stesi e rumori vari.
L'aspetto dell'hotel da un pò di vecchieggiante, anche alla reception abbiamo trovato addetti con una età minima di 60 anni, talvolta un pò in crisi con la lingua, però molto ma molto gentili, come d'altronde è tutto il popolo portoghese, secondo me lo hanno nel loro dna. Comunque organizzati bene e comprensivi, infatti non riuscivano a capire come eravamo divisi nella stanze, dato che ne avevamo prenotate tre, ma prima ci hanno fatto accomodare e poi abbiamo risolto la questione.
Devo dire , che al contrario ci ciò che avevo letto, la colazione, sia dal punto di vista culinario, che da quello dell'organizzazione, è stata pressoché perfetta.
C'erano cibi sia per la colazione continentale, per cui cornetti, cappuccino, ciambellone, sia per la colazione stile pranzo, cioè formaggi, insaccati, uova sode o cotte alla piastra, bacon, pancetta, wurstel e così via. Da bere succhi, latte , acqua, the e tanto altro.
La qualità veramente ottima , insieme ad un servizio efficiente , impeccabile e cortese.
Da un lato la sala colazione era un pò meno illuminata dalla luce sterna, ma cosa di poco conto.
La posizione è ottimale per visitare Lisbona. A pochi metri c'è la fermata della metropolitana Placa Marque de Pombal, che si trova proprio nell'omonima piazza, a soli 300 metri dall'albergo. A 200 metri c'è la fermata degli autobus, compresa quella in cui transita il pullman che porta all'aeroporto, con soli 15 minuti arrivate a destinazione.
Per lo shopping vi dovete un pò allontanare e arrivare a Avenida de Libertade, che comunque non offre molto. Per le cosa da vedere basa prendere il bus o la metro e 10 e 5 minuti siete arrivati al centro di Lisbona.
La posizione dell'albergo è molto tranquilla, non è in una via di scorrimento, per cui il riposo è assicurato , anche perché la vita notturna non esiste da queste parti.
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